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A cura di Blog Collettivo

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Gli Swap fanno di nuovo paura: come comportarsi

I timori sugli strumenti derivati negli Enti Locali stanno riemergendo, come avevo del resto annunciato qualche mese fa su questo quotidiano online (articolo del 12 marzo 2010), invitando già allora gli amministratori degli Enti esposti a questi contratti a effettuare una valutazione indipendente. I quotidiani hanno pubblicato una serie di articoli a proposito dei rischi degli strumenti derivati per la stabilità finanziaria degli enti Locali leccesi, su cui la Guardia di Finanza starebbe effettuando dei controlli formali, anche per individuare eventuali responsabilità delle controparti dei contratti (gli intermediari finanziari).

I timori sugli strumenti derivati negli Enti Locali stanno riemergendo, come avevo del resto annunciato qualche mese fa su questo quotidiano online (articolo del 12 marzo 2010), invitando già allora gli amministratori degli Enti esposti a questi contratti a effettuare una valutazione indipendente. I quotidiani hanno pubblicato una serie di articoli a proposito dei rischi degli strumenti derivati per la stabilità finanziaria degli enti Locali leccesi, su cui la Guardia di Finanza starebbe effettuando dei controlli formali, anche per individuare eventuali responsabilità delle controparti dei contratti (gli intermediari finanziari).

Ma che cosa sta succedendo e come mai sta riaffiorando il problema? Come già anticipato a marzo, si sta verificando un aumento dei tassi interbancari a cui sono collegati i contratti derivati stipulati da quegli enti Locali che, attraverso gli Swap, hanno trasformato l’indebitamento a tasso fisso in un indebitamento a tasso variabile. All’epoca della sottoscrizione di tali contratti, infatti, l’Euribor, il tasso interbancario della zona euro, era inferiore ai tassi fissi che gli Enti locali pagavano sui mutui accesi negli anni precedenti.

L’utilizzo degli Swap valse agli enti un effimero risparmio, successivamente più che compensato in molti casi dalle perdite subite dagli stessi nei periodi di rialzo dei tassi interbancari. Come è intuitivo capire dal grafico dell’Euribor a 1, 3 e 6 mesi, i tassi sono attualmente in risalita. La motivazione è legata alle tensioni provocate dalla crisi di alcuni Paesi europei cosiddetti periferici (Irlanda, Grecia, Portogallo) piuttosto che alle aspettative di politica monetaria della BCE.

L’Euribor, in quanto espressione del costo del denaro scambiato tra le banche europee, è anche un indicatore della fiducia reciproca tra gli istituti di credito europei. Quando cala la fiducia tra le stesse banche e quindi aumentano i timori che le banche di alcuni Paesi siano più rischiose, l’Euribor sale, dal momento che si richiede un maggior premio per il rischio percepito. Tutto questo ha un impatto sui contratti derivati e ne può determinare il peggioramento dei valori di mercato, il cd. mark to market.

Sarebbe tuttavia un errore chiudere frettolosamente i contratti, affidandosi alle valutazioni unilaterali delle banche e degli intermediari finanziari controparti delle operazioni. Ciò equivarrebbe, metaforicamente, ad affidare al potenziale acquirente la valutazione di un immobile che si intende vendere. Vi sarebbe un evidente conflitto di interessi tra le controparti dell’operazione. Né la questione può essere affrontata solo da un punto di vista legale.

Per evitare di subire condizioni di uscita economicamente non congrue, è opportuno che l’Ente locale effettui una valutazione indipendente dei contratti derivati. L’analisi finanziaria dei contratti derivati è perciò l’unico strumento in grado di far emergere i costi occulti che gli intermediari finanziari hanno spesso applicato all’interno delle complesse strutture finanziarie collocate agli Enti locali. La perizia di un esperto indipendente diventa pertanto un supporto molto efficace all’azione stragiudiziale e all’eventuale contenzioso legale.

*consulente finanziario indipendente

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