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Venerdì, 29 Marzo 2024
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I cambi di umore: la normalità e i segnali di un problema più complesso

Spesso utilizziamo il termine “umore” come uno stato che descrive il nostro grado di felicità: umore buono è sinonimo di felicità, cattivo umore è portatore di sventure e giornate no

“Oggi non sono dell’umore giusto”, “da un po’ non ho più la serenità di un tempo!”. Spesso utilizziamo il termine “umore” come uno stato che descrive il nostro grado di felicità: umore buono è sinonimo di felicità, cattivo umore è portatore di sventure e giornate no. Capiamo di cosa si tratta e come poter stare meglio. Anche se non lo sappiamo, quando parliamo di umore facciamo riferimento ad un atteggiamento interiore o disposizione d’animo che riprende il pensiero di Galeno, uno dei più importanti medici della Grecia antica.

Vito Mauro Brugnola-3

Egli associava l’umore al temperamento personale che descriveva la persona come un miscuglio di umori suddivisi in stile sanguigno, collerico, melanconico e flemmatico. Sebbene oggi questa teoria possa sembrare grossolana, nella nostra cultura permangono ancora le tracce di quanto scritto da Galeno tanti secoli addietro.

Nella società moderna l’umore è inteso come l’insieme di affetti, cognizioni ed eventi che regolano lo stato emotivo interno dell’individuo. L’umore non è qualcosa di stabile durante la giornata ma è una specie di onda fluttuante che risente costantemente da ciò che afferisce dai nostri sensi e ponderato dai nostri processi di pensiero.

E’ normale quindi averne un moderato spostamento in un continuum che va da sensazioni felici a quelle un po' più spiacevoli. Buone notizie a lavoro, soddisfazioni affettive e pratiche sportive sono ingredienti per un buon umore mentre eccessivo stress, conflitti esistenziali e tensioni perenni sono tossine in grado di influenzare negativamente le nostre giornate.

Ci sono casi però particolari in cui l’umore supera “valori di guardia”, scendendo troppo in basso verso “stati depressivi” o schizzando ingiustificatamente verso “stati maniacali” e richiedono un aiuto specializzato per la sua regolarizzazione. Sono i classici disturbi dell’umore. Riconoscerli non è sempre semplice: a volte i sintomi sono lievi, nascosti o talmente impetuosi da destabilizzare.

Generalmente se per più settimane il nostro umore è influenzato da sensazioni quali perdita di energia, difficoltà nel dormire, apatia e tristezza, è il caso di prestare attenzione al nostro stato di salute e richiedere l’aiuto di figure professionali adeguate quali psicologi e medici. La medesima attenzione si deve prestare quando per più tempo ci si sente su di giri, si compiono tante attività in modo caotico, e si hanno pensieri incompleti che corrono rapidissimi nella nostra mente.

Escludendo questi casi potenzialmente clinici, molte volte l’umore è il semplice indicatore di quanto viviamo in sincronia con i nostri obiettivi e del grado di ragionevolezza delle nostre cognizioni. Agire attivamente sui nostri obiettivi, quando possibile, può essere una valida strategia di successo mentre altre volte la strada per il benessere passa da una rivalutazione delle proprie priorità, e un riordinamento degli aspetti più importanti della propria vita.

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