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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Essere innocente non basta a un immigrato per essere "assolto" su Facebook

I commenti su Facebook alla notizia che l'altra sera in via Cappuccini non vi è stato alcun tentativo di violenza sessuale, dovrebbero preoccupare il sindaco Angela Carluccio almeno quanto le rapine e i furti che stanno colpendo questa città

I commenti su Facebook alla notizia che l’altra sera in via Cappuccini non vi è stato alcun tentativo di violenza sessuale, e che l’immigrato sottoposto a controlli di polizia dopo essere stato sottratto dagli agenti di una volante a un tentativo di aggressione da parte di alcune persone – quello sì reale – è risultato assolutamente estraneo ad ogni circostanza di reato, dovrebbero preoccupare il sindaco Angela Carluccio almeno quanto le rapine e i furti che stanno colpendo questa città.

Reati partoriti, peraltro, dal sottobosco sociale che vegeta in quei quartieri dove molti dei protagonisti della politica locale vanno a procurarsi i voti senza poi premurarsi di attuare quegli interventi di risanamento urbano e di cura dei cittadini promessi (che non sono le assunzioni dei grandi elettori o le distribuzioni clientelari di alloggi e sussidi), lasciando che tanti giovani crescano senza prospettive diverse dal crimine.

Quei commenti fanno di Brindisi una realtà europea, ma non in senso positivo, perché l’humus è lo stesso che fa erigere reti metalliche ai confini ungheresi, che alimenta la base di Marine Le Pen (anche anti-italiana, si guardi bene, perché poi il razzismo in fondo è una bestia incontrollabile) e degli altri peggiori populismi in circolazione. Roba che ha sempre generato conseguenze atroci per l’umanità. Ovviamente una delle concause di ciò è l’ignoranza, ben nutrita anche da trasmissioni televisive e campagne politiche. Tra i commentatori più accessi della vicenda, ieri sera c’era non a caso un noto esponente salviniano di questa provincia.

Stiamo ingigantendo la portata dei fatti? Non crediamo. Quella ragazza adolescente che ha lanciato l’allarme la polizia ci dice fosse psicologicamente provata, e a lei nulla può essere addebitato, se il clima è quello che abbiamo descritto. Quella giovanissima donna ha vissuto certamente una esperienza traumatizzante e per alcuni minuti ha ritenuto di essere in pericolo.

Chi stava per fare degenerare la situazione sono i terzi intervenuti, quelli pronti a menare le mani, a mandare in ospedale una persona che, secondo i commenti di oggi, alla notizia dell’accertata innocenza continua comunque ad essere ritenuta colpevole perché è un immigrato, e per giunta africano. L’unica speranza è che la scuola, le associazioni e le parrocchie (seguendo le esortazioni del Pontefice) riescano a dotare le nuove generazioni di quegli anticorpi al razzismo di cui erano muniti coloro che hanno vissuto la guerra, e che poi si sono diluiti e dispersi con la crisi della politica e la crocefissione degli ideali.

Intavolare una discussione su Facebook con “i cacciatori di immigrati” è del tutto inutile. I loro commenti si possono solo cancellare e noi lo facciamo e lo faremo sempre. L’ago della bilancia sono l’applicazione della giustizia e la ragione dei singoli e collettiva: di fronte alla legge del nostro Paese, italiani e ospiti permanenti o provvisori sono tutti uguali. Chi non è convinto di ciò è libero di tentare di cambiare la Costituzione, ma con gli strumenti concessi dalla legge. I linciaggi materiali e morali non sono ammessi.

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