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Il Pd grande assente al confronto sul futuro della socialdemocrazia

C’è uno straordinario silenzio nel Pd su una questione che, appena poco tempo fa, sembrava scaldare gli animi. Mi riferisco all’idea della socialdemocrazia tedesca di liquidare l’Internazionale socialista per dar vita a una Alleanza progressista in grado di includere i partiti democratici e non socialisti di gran parte del mondo. Tutti ricordano che il tema del socialismo europeo è stato al centro della discussione fin dalla Bolognina.

C’è uno straordinario silenzio nel Pd su una questione che, appena poco tempo fa, sembrava scaldare gli animi. Mi riferisco all’idea della socialdemocrazia tedesca di liquidare l’Internazionale socialista per dar vita a una Alleanza progressista in grado di includere i partiti democratici e non socialisti di gran parte del mondo. Tutti ricordano che il tema del socialismo europeo è stato al centro della discussione fin dalla Bolognina. L’approdo nella famiglia socialista europea fu un punto d’onore di Occhetto che lo raggiunse grazie anche al via libera di Craxi. L’idea di definirsi socialisti e non solo democratici di sinistra ha attraversato varie anime del partito post comunista. La nascita del Pd venne discussa anche alla luce della sua mancata adesione al Pse.

Nella sinistra solo Veltroni ebbe la forza, e diciamo pure il coraggio, di credere e chiedere il superamento dell’Internazionale socialista. D’Alema ha più volte spiegato perché dopo il Pci non potesse nascere sic e simpliciter un partito socialista e ha individuato nella necessità di metter assieme riformismo di sinistra e riformismo cattolico la ragione della mancata sigla socialista. Per tutto questo tempo il Pd è sembrato un pesce fuor d’acqua. Forte o relativamente forte in Italia, senza famiglia in Europa. Oggi la situazione è cambiata. Gran parte delle socialdemocrazie considera superata la vecchia organizzazione e persino il vecchio nome.

C’è in questa scelta l’usura di una parola carica di grande storia e di tante storie non belle ma anche il convincimento che l’ideale socialista si presenti oggi difficilmente digeribile in tante parti del mondo, sia di quello nuovo, penso al Brasile, sia di quello moderno, penso agli Usa. Mi sarei aspettato che i vecchi sostenitori di questa svolta prendessero la parola e che coloro che, come me, erano rimasti attaccati al socialismo europeo ragionassero sulla scelta dell’Spd, il socio più autorevole della sinistra europea. Invece si tace. E si tace perché il Pd è troppo impegnato in uno scontro di vertice che non valorizza il tema dell’orizzonte. Se non dobbiamo più dirci socialisti, anche se i socialdemocratici tedeschi, quelli francesi e il Labour non intendono cambiare nome nel loro paese, non è venuto il momento di ragionare su cosa deve essere la proposta progressista per il mondo intero?

In fondo la sinistra nacque mondiale e non nazionale. Nacque mondiale perchè nel suo Dna c’era una analisi del sistema-mondo in cui Marx collocò alcune delle sue più geniali intuizioni. Il profilo politico di questa analisi si è viceversa imbattuto nella deriva autoritaria del comunismo di marca sovietica e nel solidarismo sociale che, nato in Inghilterra, ha pervaso le socialdemocrazie europee. Negli Usa ha preso il nome di New Deal. Oggi dovremmo ragionare su questa lunghezza d’onda per decider su non poche questioni: a) il ruolo da dare all’Europa in un sistema-mondo in cui emergono nuovi soggetti protagonisti dello sviluppo, b) il tema stesso dello sviluppo è messo in discussione da sostenitori di una decrescita che non so perché ritengono sarà felice, c) il tema della democrazia sta diventando cruciale in tutte le aree del pianeta e investe ormai direttamente tutto il mondo arabo-musulmano.

C’è materia per costruire un’armatura culturale di un moderno partito riformista. Ma bisogna evitare di fare come si è fatto con il comunismo quando si cambiò pagina senza approfondire ciò che era stato e quindi ciò che andava buttato via e ciò che andava considerato positiva spinta ideale. L’Internazionale socialista non può morire senza discuterne la storia, i suoi successi, il suoi limiti, il suo declino. Rischieremmo di buttarci il passato dietro le spalle non accorgendoci che esso si ripresenterà sempre come un incubo o come un ricordo incancellabile.

 

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