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Il poetico senso della felicità tra festività e regali natalizi

Arrivano le festività natalizie e inevitabilmente siamo tutti coinvolti e travolti dai preparativi con le nostre famiglie, amici e conoscenti. Sia che siamo credenti che diffidenti, questo periodo tocca la sensibilità di ciascuno di noi per l'implicito messaggio mistico e spirituale che il Natale trasmette

Arrivano le festività natalizie e inevitabilmente siamo tutti coinvolti e travolti dai preparativi con le nostre famiglie, amici e conoscenti. Sia che siamo credenti che diffidenti, questo periodo tocca la sensibilità di ciascuno di noi per l'implicito messaggio mistico e spirituale che il Natale trasmette. Eppure, nel frenetico tran tran che caratterizza questo periodo, difficilmente riusciamo a provare quel senso di gratificazione che ricerchiamo adesso più che in altri periodi dell'anno.

Sono numerose le persone che in questi giorni accusano un abbassamento dell'umore o un senso d' irritazione per qualcosa d' importante, ma dalle forme sfumate, che non viene raggiunto. Del resto, i mass media, specchio dei desideri irraggiungibili della società moderna, pubblicizzano immagini e scene di giubilo artefatte con cui inevitabilmente ci confrontiamo. La felicità è qualcosa a cui tutti ambiamo, ma possiamo avvicinarsi a lei senza che questa ricerca si configuri come un sehnsucht irraggiungibile?

Cercando sul motore di ricerca “Google”, il completamento automatico di “felicità” indica che essa consiste nel “scegliere certi fini”. Complicati algoritmi forniscono un suggerimento su un tema che accompagna la storia del genere umano e su cui psicologi, filosofi e le religioni si sono concentrate per dare spiegazioni univoche e attuabili.

Le correnti psicologiche più moderne, provenienti da una matrice razionalista e comportamentale, abbracciano significati filosofici per modellare percorsi soggettivi ad personam per meglio indirizzare gli individui verso un percorso esistenziale orientato ai propri valori. La terapia comportamentale ACT suggerisce che uno strutturale senso di soddisfazione può esser raggiunto quanto più entriamo in contatto con i desideri profondi del nostro cuore e orientiamo le nostre azioni verso i nostri valori.

Nella maggior parte dei casi questo non è sempre possibile al 100% ma, il più delle volte, sbattiamo la testa contro i problemi che ci affliggono, sia quelli risolvibili che quelli la cui risoluzione è al di là della nostra portata. Conduciamo quindi una vita basata su ciò che non possiamo fare, invece di concentrarci su quello che possiamo effettivamente fare già da domani.

Non demandando ad altri il frutto dei nostri successi/insuccessi ed analizzando i nostri pensieri, potremmo individuare tra essi la presenza di pensieri positivi e negativi. Il linguaggio, ad esempio, ci permette di costruire mappe del mondo, di pianificare il futuro e apprendere dal passato ma, dall’altra parte, ci permette anche di ingannare (vedi il caos del fallimento delle banche), di incitare l’odio e il pregiudizio.

Insomma, tutti questi processi, tradotti dalle innovative tecniche ACT, affermano che la nostra mente non è nostra amica né nostra nemica, è un “oggetto” molto complesso che dev’essere gestito con la massima saggezza. Ad esempio, chi durante questo periodo di feste non pone il pensiero su una persona importante che non c’è più?

“Vorrei che mia madre o mio padre fossero qui” è una forma linguistica capace di farci provare dolore anche nei momenti più felici. Non importa tutto quello che abbiamo, le persone che ci circondano o tutti i privilegi di cui godiamo. La nostra mente con poche parole è così capace e raffinata da evocare il dolore anche nelle situazioni migliori. Del resto basta comparare i nostri Natali odierni con quelli dei nostri avi per capire come, nonostante il miglioramento radicale delle condizioni di vita, la nostra mente cerchi sempre un contatto con le sensazioni spiacevoli.

La chiave di volta per uscire da questo circolo vizioso, consiste in un processo di analisi dei propri processi di pensiero e, in base alla predisposizione personale, nella consapevolezza di ogni istante che viviamo. Le tecniche Mindfulness, ad esempio, promuovono processi di consapevolezza, apertura e curiosità verso la nostra mente e i nostri pensieri, allineandoli verso un agire dinamico, in linea con i propri valori fondamentali, uscendo dal turbinio di pensieri ed emozioni che ci allontanano dal senso di benessere che tutti meritiamo.

Basta osservare il modo in cui viviamo queste settimane delicate: affrontiamo consapevolmente, con soddisfazione e impegno tutte le sfide (sia gradevoli che sgradevoli), oppure viviamo tutto cose se fossimo degli automi comandati dall’alto, a lambiccarsi sulle proprie insoddisfazioni con la sensazione che ci manchi qualcosa? (v.brugnola@libero.it)

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