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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Inquinamento, salute e industria energetica: la Cgil ha una proposta

In queste ultime settimane molti sono stati gli interventi e i comunicati in merito alla discussione sollevata dai temi affrontati nel primo Consiglio Comunale sul polo energetico. Spesso i toni sono stati aspri e addirittura offensivi da parte di chi non vuole rassegnarsi all’evidenza che la società civile è profondamente cambiata, e che per essere credibili bisogna misurarsi con una cultura diffusa del “dar conto” delle scelte che si fanno.

In queste ultime settimane molti sono stati gli interventi e i comunicati in merito alla discussione sollevata dai temi affrontati nel primo Consiglio Comunale sul polo energetico. Spesso i toni sono stati aspri e addirittura offensivi da parte di chi non vuole rassegnarsi all’evidenza che la società civile è profondamente cambiata, e che per essere credibili bisogna misurarsi con una cultura diffusa del “dar conto” delle scelte che si fanno. Ancor di più in un momento così drammatico: è emblematico che proprio in questi giorni abbiamo dovuto registrare altri reati ambientali sul territorio (rifiuti tossici nell’agro Brindisi/Mesagne, sversamenti di sostanze tossiche nella rete fognaria e nei terreni da un’azienda metalmeccanica nella zona industriale) e un altro suicidio di un disoccupato del settore edile di 53 anni.

Un altro lavoratore che nella disperazione di vivere come un fallimento personale le sue difficoltà, ha preferito togliersi la vita. Fatti riportati nella cronaca ma caduti nel silenzio più assordante, nonostante attengano alle criticità che bisogna risolvere per riuscire realmente a conciliare salute e lavoro. Una sfida che Brindisi deve saper affrontare. Abbiamo apprezzato nell’incontro odierno avuto con i capigruppo consiliari la presa d’atto della necessità di fare sistema e trovare le soluzioni adeguate a tenere insieme la necessità del lavoro con la tutela della salute.

Le organizzazioni sindacali lo sostengono da tempo e sono pronte a dare un contributo fattivo, convinte della serietà e dell’impegno che i temi trattati richiedono. Mi preoccupa invece la latitanza di Confindustria Brindisi che, mentre sui temi lavoro - ambiente- salute ha in questi giorni espresso giudizi negativi, attribuendo pagelle a organizzazioni sindacali- istituzioni – associazioni, nel contempo rifugge dall’impegno preso di attivare confronti di merito con le diverse aziende. Non mi sembra sia la strategia più adeguata, neanche a tutela dell’immagine di quel mondo imprenditoriale che rappresenta.

Intanto , riportiamo, a seguire, le osservazioni che, come Cgil di Brindisi, abbiamo voluto consegnare nella riunione di oggi. Riconfermando i contenuti e l’approccio unitario del documento presentato da Cgil, Cisl e Uil nell’assise del 24 gennaio, quello di oggi è solo la sintesi di quanto, come Cgil, in questi ultimi anni abbiamo dichiarato e richiesto in altri contesti, sia di relazioni industriali sia di relazioni istituzionali.

E’ un ulteriore contributo offerto al Consiglio Comunale rafforzato da richieste precise da cui, secondo noi, la responsabilità politica tutta non può più prescindere, compresa la necessità di affrontare il dramma della disoccupazione. Dopo aver seguito i lavori della seduta del Consiglio Comunale monotematico sul Polo Energetico e in previsione di quello decisorio del 27 febbraio prossimo, in aggiunta al documento unitario di Cgil, Cisl e Uil già presentato e consegnato nell’ambito della assise 14 gennaio scorso, esprimiamo le seguenti osservazioni:

- E’ ormai tempo che si regolamenti ai diversi livelli istituzionali e ministeriali una armonizzazione dei bisogni e delle tutele legati alla salvaguardia di Salute, Sicurezza e Ambiente con i bisogni della produzione e ciò va fatto con un inserimento della valutazione dei rischi e del danno sanitario per tutti gli insediamenti produttivi soggetti a provvedimenti autorizzativi e di verifica periodica, quindi chiediamo che l’amministrazione di Brindisi si muova in tale direzione;

- Quanto attiene alle problematiche relative alla tutela della Salute, della Sicurezza e dell’Ambiente sul nostro Territorio, necessita di una visione più ampia che includa non solo le emissioni rivenienti dagli impianti termoelettrici ma una valutazione complessiva di tutte le fonti di emissioni e di contaminazione di terreni e falde che incidono nella cosiddetta “bolla ambientale” di Brindisi. Così come abbiamo già evidenziato nelle osservazioni fatte nell’audizione della V Commissione Ambiente e Territorio della Regione Puglia, in data 24 ottobre 2012, in riferimento alla legge 21 sulla Valutazione del Danno Sanitario, consideriamo essenziale:

• Una Rete di monitoraggio globale efficace a discriminare le quantità, la tipologia e la fonte emissiva degli inquinanti, attraverso una sinergia di azioni tra tutti gli Enti preposti al monitoraggio e al controllo, in particolare Ispra e Arpa, in cui la parte pubblica deve essere garante e fare sintesi anche dei dati rivenienti dalle reti di monitoraggio e controllo aziendali.

Non può poi essere considerata trascurabile l’incidenza che, nella bolla ambientale, possono avere tutte le altre attività: chimiche, farmaceutiche, metalmeccaniche, agro-alimentari, aero-portuali, dei trasporti su terra, del ciclo dei rifiuti… Bisogna agire con coerenza ed efficacia attenzionando l’intero sistema e rafforzando gli organismi di controllo contro ogni forma di reato contro la salute, la sicurezza e l’ambiente. Atti che purtroppo registriamo quotidianamente nel nostro territorio.

• Una presa in carico della vicenda Brindisi in sede governativa, con il coinvolgimento dei Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico. Chiediamo che l’amministrazione comunale, con tutte le rappresentanze Politiche e Istituzionali del territorio, si impegni a sollecitare il tavolo interistituzionale in cui si possano individuare soluzioni e proposte concrete su come conciliare Salute e Lavoro, partendo da finanziamenti certi per un’area, quale quella brindisina, che ha tutte le criticità delle aree Sin e che continua ad essere strategica per la produzione energetica italiana.

• Finanziamenti per un immediato avvio delle ulteriori indagini epidemiologiche proposte nel Rapporto “Sentieri”* del 2011 del Ministero della Sanità ( indagini sub comunale, uno studio sullo stato di salute dei lavoratori, uno studio di biomonitoraggio), come già recepito dal Parlamento attraverso l’odg presentato dall’on. Mariano e approvato ieri con la Legge “ Terra dei Fuochi”. E’ evidente l’urgenza di tale richiesta, alla luce anche dei dati offerti nella relazione finale redatta dal gruppo di lavoro di medici e ricercatori nella “ ipotesi di lavoro per la tutela della salute” nell’area Sin di Brindisi.

• Convinti, come siamo, che la situazione di Brindisi non sia quella di Taranto ciò non ci esime però:

- dal rivendicare sul versante sanitario investimenti economici in termini di risorse umane e strumentali per tutto ciò che va fatto come raccolta dati, interventi di cura e di prevenzione (registro tumori, indagini epidemiologiche, implementazione degli organici nella sanità…)

- Dal recuperare, sul versante produttivo, il pieno significato costituzionale della “responsabilità sociale d’impresa” che non si può ridurre al concetto di generiche “compensazioni” ma che, a nostro avviso, attiene all’impegno che ogni azienda deve garantire in termini di investimenti in ricerca e innovazione tecnologica al fine di adottare sugli impianti le “Bat”, cioè le migliori tecnologie disponibili, per conciliare la tutela della salute con la produzione. E’ per tale ragione che continuiamo ad insistere sulla necessità che Enel implementi l’attività del Centro Ricerca di Brindisi invece che depauperarlo.

Nello specifico delle Centrali Termoelettriche:

- In riferimento a Enipower, va verificato lo stato di attuazione del piano di bonifica dei vecchi impianti;

- In riferimento a Edipower/A2A abbiamo manifestato a suo tempo all’azienda le nostre perplessità circa la rispondenza del nuovo progetto alla necessaria condizione di: compatibilità ambientale/ sostenibilità tecnico-economica in quanto hanno, di fatto, abbandonato l’idea iniziale di utilizzo delle biomasse per sostituirle con Css/combustibile e non hanno mai definito i concreti investimenti economici; riteniamo comunque indispensabile conoscere quali siano le valutazioni tecniche definite dall’Ente per la Conferenza dei servizi, o se ci sia, invece, una volontà politica di chiusura dell’impianto a prescindere dalle valutazioni di merito.

Se questo è l’intendimento, richiamiamo la responsabilità politica dell’amministrazione ad affrontare, nei tempi e nei modi appropriati, il problema occupazionale che ne consegue, garantendo a tutti i lavoratori interessati, un’immediata ricollocazione nel rispetto delle professionalità e della dignità di ciascuno.

Come Cgil siamo convinti che l’interesse generale debba essere inclusivo dell’interesse dei singoli, altrimenti non andremmo a perseguire l’obiettivo del benessere e dello sviluppo ma faremmo una operazione “ad escludendum” che, di fatto, genererebbe l’ennesima ingiustizia a danno dei soggetti più deboli.

• in riferimento a Enel bisogna accertare con Ispra, a distanza di due anni, la verifica dell’effettiva realizzazione di tutte le prescrizioni dell’Aia. In merito, poi, alla prevista riapertura dell’Aia stessa, bisogna procedere ad una attenta analisi sui dati relativi alle polveri, con possibilità di richiedere ulteriori investimenti, estendendo su tutti e 4 i gruppi di produzione la migliore tecnologia disponibile, i nuovi filtri a manica in sostituzione degli elettrofiltri di vecchia generazione.

Rispetto a quanto contenuto già in Aia, su una possibile graduale sostituzione del carbone con biomasse ( prodotte sul territorio in un’ottica di filiera corta) , bisogna incalzare Eenel su quali siano i programmi per affrontare comunque tale riduzione nel processo produttivo, per avere contezza della strategia aziendale in prospettiva. Bisogna insistere sul versante di progetti di sviluppo per l’utilizzo dei reflui per la produzione di materiali innovativi (come illustrato dalla stessa Azienda, per esempio per l’edilizia).

Esprimiamo, infine, tutta la nostra preoccupazione per la gravità del dramma disoccupazione sul nostro territorio e chiediamo all’amministrazione di attivarsi per affrontare tale problematica portando in Consiglio Comunale un programma di promozione e rilancio di ogni settore produttivo con azioni che definiscano chiaramente anche le conseguenti ricadute occupazionali.

 

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