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Martedì, 23 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Leggi razziali: “Un definitivo contributo su una questione ormai accertata”

L'approfondimento dell'avvocato Cosimo Yehudah Pagliara, coordinatore del Centro ebraico di cultura “Torah veZion” Brindisi, sul saggio “Un Papa in guerra. La storia segreta di Mussolini, Hitler e Pio XII”, dello storico David I. Kertzer

“La festa appena cominciata… è già finita”, cantava qualche decennio fa Sergio Endrigo, raffinato cantautore (come si diceva ai tempi) che nella città di Brindisi aveva soggiornato per qualche anno, profugo istriano, ed aveva frequentato il Ginnasio presso il Benedetto Marzolla di Brindisi. La strofa sopra riportata era l’incipit di “Canzone per te”, brano con cui l’autore ed esecutore vinse il Festival di Sanremo nel 1968. “La festa appena cominciata”, con quel che segue, potrebbe ben commentare, a proposito di storia patria, la degna e silenziosa scomparsa della raffazzonata e un po’ cialtrona mitologia attorno a “Brindisi Capitale”, scoppiettante passaparola apparso pochi anni fa e definitivamente tramontato, quasi con la stessa velocità di apparizione. Come e più di una meteora ha rivelato -come era prevedibile- un’inconsistenza a dir poco gassosa. Ma non è dell’illacrimata fine di un mito al cui confronto quello del Laùro assume il grado di granitica certezza che si vuole qui riparlare, quanto di un piccolo ulteriore mito, una leggenda secondaria se si vuole, generata per partenogenesi da “Brindisi Capitale”, della quale fummo costretti a chiarire, giusto tre anni fa, proprio ospitati dalla medesima testata (che si ringrazia anche questa volta!): “Brindisi luogo dell’abrogazione delle Leggi razziali”!

“Bum!”, avrebbe chiosato il Collodi che di bugie e di narratori di bugie era certamente esperto, avendo dato vita al personaggio di Pinocchio, archetipo di chi vive di “verità parallele” o “fake news” che dir si voglia. È uscito per i tipi di Garzanti, lo scorso 30 maggio, un poderoso saggio di ben 705 pagine, con un ricchissimo corredo bibliografico e ben 129 pagine di note fittissime e puntuali dello storico David I. Kertzer dal titolo: “Un Papa in guerra. La storia segreta di Mussolini, Hitler e Pio XII”. L’autore, docente di Italian Studies presso la Brown University del Rhode Island (USA), ha scritto numerosi saggi storici (pubblicati anche in Italia) ed ha vinto, nel 2015, il Premio Pulitzer per il volume, edito in Italia con Rizzoli, “Il patto col diavolo. Mussolini e il Papa Pio XI. Le relazioni segrete tra il Vaticano e l’Italia fascista”. 

La copertina del libro-14-6

Avendo avuto accesso solo nel 2020, con pochi altri storici, agli archivi vaticani e, soprattutto, ai documenti del pontificato di Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, secretati nel 1958, alla morte di quest’ultimo, finalmente sono venuti alla luce i documenti (ci si augura tutti!) riguardanti la controversa figura del “Papa in guerra”, soprattutto sul silenzio dal medesimo serbato allo sterminio degli ebrei in Europa e persino sul rapimento, quasi sotto il suo naso, di ben 1.259 ebrei romani, strappati dalle loro abitazioni, di Shabbat, dagli occupanti tedeschi e dai loro scagnozzi italiani. Tra i rapiti si annoveravano 207 bambini e 689 donne, la più anziana delle quali era una novantenne. Scrive a proposito il prof. Kertzer: “Il trauma (del rapimento, n.d.r.) fece entrare in travaglio una donna, quindi l’indomani vi fu un ebreo imprigionato in più”. Dei deportati, dapprima presso il Collegio Militare in Roma appena fuori delle antiche mura del Vaticano, poi inviati direttamente ad Auschwitz-Birkenau, ne sopravvisero solo sedici.
Era il 16 ottobre 1943, per gli ebrei romani e non solo, ancora oggi è lo “Shabbat nero”. Per i brindisini, invece, il 16 ottobre ma del 2020 è il giorno in cui l’Amministrazione Rossi -attualmente in carica- ha inaugurato, con un’enfatica “cerimonia” degna di miglior causa la “riaccensione” (così presentata) della Fontana dell’Impero. Non dell’impero romano o di qualche altro vetusto arnese della storia, ma proprio dell’Impero inaugurato con l’aggressione e conseguente colonizzazione dell’Etiopia da parte dell’Italia fascista!

“Doppio bum!”, avrebbe commentato, forse con un filo di tristezza, il Collodi… Nel ben documentato volume di Kertzer si chiariscono definitivamente le responsabilità, molto gravi, del Vaticano in quel drammatico periodo con l’ipocrita silenzio riservato anche sull’aggressione della cattolicissima Polonia, prima vittima sacrificale della Seconda Guerra Mondiale, spartita (come stabilito nel “Patto di non aggressione” tra Germania nazista e Unione Sovietica comunista) tra i due invasori.

La figura di Pio XII esce, definitivamente dopo anni di ambiguità e di “verità parallele”, decisamente ammaccata. Ma non è la sola. Come d’altronde insegna la storia, la responsabilità di fatti molto gravi, persino inauditi sino a quei tragici momenti, non è solo del capo di uno stato, ma di tutta una struttura apicale. Per contrasto, emergono dalla documentata ricerca storica, con cristallina e lampante chiarezza, le figure spesse volte sconosciute di religiosi che ospitarono, a rischio della propria vita, gli ebrei italiani in fuga in conventi, canoniche o case private e, tra i vertici del Vaticano, l’allora inviato papale ad Istanbul, monsignor Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII.

Kertzer-2

Per tornare al tema, qui non si tratterà né delle miserie dell’attuale amministrazione brindisina né della nobiltà di Roncalli, ma di quanto scrive, a proposito dell’abrogazione delle Leggi razziali, il prof. Kertzer (foto  in alto) nel volume appena pubblicato.
Leggiamo insieme da pag. 431, dell’edizione italiana:

”Come parte dei termini dell’armistizio gli Alleati avevano richiesto che le leggi razziali italiane venissero abrogate. Due mesi dopo, nel novembre del 1943, non si era ancora fatto nulla in tal senso e l’amministrazione della città di Napoli, agendo autonomamente, le dichiarò non più in vigore. Gli alleati erano entrati a Napoli il mese precedente. Furioso per quella mossa unilaterale, il primo ministro Badoglio si lamentò con la Commissione alleata di controllo a Brindisi.

“Avendo appreso che Napoli aveva “deciso di considerare nulle tutte le leggi antisemite fasciste”, scriveva il segretario generale del ministero degli Esteri di Badoglio, il ministro desiderava comunicare alle autorità anglo-americane che il governo monarchico stava “considerando” la questione e “nel frattempo sarei grato se, mentre informate le autorità anglo-americane in Italia di quanto sta succedendo, riusciste a far loro capire l’importanza di non incoraggiare iniziative isolate da parte di autorità provinciali o cittadine a questo riguardo“ (Renato Prunas al maggior generale Kenyon Joyce, 12 novembre 1943).

“Tre giorni dopo, le autorità alleate risposero sottolineando l’urgenza di abrogare le leggi razziali e rammentando a Badoglio che il suo governo era obbligato a farlo dall’accordo dell’armistizio. Gli ufficiali alleati coglievano anche l’occasione per porre una serie di domande. Le misure antisemite erano ancora in vigore? I numerosi ebrei internati in campi di concentramento italiani erano stati liberati? Gli ebrei stavano ricevendo il supporto governativo nei loro sforzi di riavere le proprietà e i posti di lavoro che si erano visti sottrarre? Gli ebrei italiani erano attualmente in grado di riprendere la loro vita normale e ricostruire le loro istituzioni comuni? Quello che doveva risultare chiaro per le autorità alleate era che nessuna delle figure di maggior rilievo nel governo monarchico aveva mostrato il seppur minimo interesse per tali questioni. (Renato Prunas, Appunto per il Capo del Governo, Brindisi, 15 novembre 1943).”””

È sempre inelegante autocitarsi, ma in occasione di un Convegno (addirittura!) svoltosi a Brindisi nel 2019, qualcosa di simile -forse- il Centro Ebraico di Cultura l’aveva già segnalato (vedi precedente intervento su BrindisReport del 24 maggio 2019, “Abrogazione delle leggi razziali: quel decreto imposto dagli Alleati").

Si può ragionevolmente concludere, sulla scorta delle imprescindibili pagine citate e considerata l’indubbia autorevolezza della fonte che, come titolava BrindisiReport all’epoca, l’abrogazione delle leggi razziali fu imposta ad un riluttante e recalcitrante governo italiano?

Pensiamo proprio di sì. E pensiamo anche che la monumentale opera del prof. Kertzer (la cui lettura il Centro Ebraico di Cultura “Torah veZion” caldamente consiglia, anche per la scorrevolezza con cui è stato scritto e tradotto), sia l’epitaffio più consono sui miti e sulle leggende (ci si consentirà di non appoggiarsi al luogo comune dell’aggettivo “metropolitane”) di più modesto e strapaesano cortile.

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