Acque Chiare, nodo Imu: "Il Comune fa cassa sui problemi dei cittadini"
Vincenzo Albano: "Inviata ai proprietari la richiesta di pagamento dell'Imu, per diverse migliaia di euro, riferita al periodo in cui le abitazioni erano state sottoposte a sequestro"
Sembra l'ennesima punizione nei confronti di chi si è permesso di acquistare, a costo di enormi sacrifici, una casa nel complesso di Acque Chiare, per abitarvi, per viverci, per costruirsi una vita con la propria famiglia e non certamente per andare in vacanza. Quelli che la guardia di Finanza, nel suo verbale, definiva ignari acquirenti di quelli immobili, inconsapevoli della loro destinazione turistica-alberghiera, che li avevano acquistati come private abitazioni, talora come prima casa, a ciò indotti con “artifici e raggiri”.
Una vicenda complessa che nel pensiero di questa città è costantemente oscillata fra giustizialismo giacobino e moralista nei confronti di chi, senza colpa alcuna, si era permesso ad acquistare quelle abitazioni e la strumentalizzazione politica di chi, per fini esclusivamente elettorali, cercava di sfruttare quella vicenda umana, prospettando soluzioni che non sono state mai portate a compimento.
Adesso ci si mette anche il Comune a voler far cassa, inviando ai proprietari la richiesta di pagamento dell'Imu, per diverse migliaia di euro, riferita al periodo in cui le abitazioni erano state sottoposte a sequestro giudiziario, adducendo il fatto che per essere esentati durante il periodo del sequestro è mancato il necessario requisito della “dimora abituale”. Come se la possibilità della dimora rientrasse nella loro discrezionalità e non imposta dal provvedimento giudiziario. In pratica non potendo abitarci per disposizione dell'autorità giudiziaria e non per propria volontà, devono pagare l'Imu prescindendo da tutto. Evidentemente non è stata ritenuta sufficiente la grande sofferenza determinata dalla ultradecennale vicenda giudiziaria di sequestro, che li ha allontanati da quelle case costringendoli a trovare altrove, a proprie spese, una abitazione temporanea, ma anche dalle consistenti risorse economiche impegnate per far fronte alle rate del mutuo, a quelle ingenti determinate dai lavori necessari per mettere riparo ai rilevanti danni provocati dai vandali e dal degrado.
Fa specie il livello di attenzione riservata del comune nel formulare la richiesta di pagamento dell'Imu nei confronti di chi, avendo le abitazioni dissequestrate e essendo ritornato a viverci, non deve pagarla dal momento del dissequestro, come era accaduto per anni prima del sequestro. Una attenzione e una tempestività che applicata a suo tempo nel controllo di quanto avveniva Acque Chiare, come doveva essere fatto, avrebbe evitato tanti problemi e sofferenze e tanti danni economici.
Naturalmente solo a carico di quei cittadini, perché il comune sta pensando a guadagnarci su quella sofferenza.
Ma mi chiedo e si chiedono, come opera la sospensione del pagamento dell'Imu nei confronti di chi non la pagava prima e non la paga successivamente al dissequestro per il possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge per l'esenzione? E' possibile che il provvedimento di sequestro possa contenere in sè la comminazione automatica di una sanzione pecuniaria, a danno del proprietario a cui viene restituito l'immobile sequestrato, commisurata all' importo dell'Imu per tutto il periodo di sequestro? Come interpretare e a chi o a cosa fare riferimento per la mancanza del requisito della “dimora abituale” cui si fa riferimento nella richiesta di pagamento dell'Imu, considerato che l'allontanamento da quella abitazione è stata imposto con il provvedimento di sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, che prescinde dalla volontà palesemente diversa, del proprietario dell'immobile? La logica finalizzata a fare a tutti i costi cassa da parte del comune, può rivelarsi in contrasto con il buon senso, che non si dovrebbe mai smarrire nella corretta interpretazione e applicazione della legge?
E l'Amministrazione comunale, il sindaco, rispetto a questa vicenda si tengono fuori, non hanno niente da dire a quei cittadini? Potrebbero, per il ruolo che ricoprono chiarire la situazione, dare una risposta ai quesiti proposti, liberandoli finalmente dalla bolla punitiva in cui sono stati collocati da 15 anni.