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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

L’importanza del gioco simbolico: invogliamo i bimbi a coltivare la loro fantasia

Uno scatolone si trasforma in una macchina, una matita in una cornetta del telefono, le foglie secche colorate in un cibo succulento. Una magia? No. L’abbiamo fatto tutti ed è il gioco simbolico

Uno scatolone si trasforma in una macchina, una matita in una cornetta del telefono, le foglie secche colorate in un cibo succulento. Una magia? No. L’abbiamo fatto tutti ed è il gioco simbolico. L’immaginare un’altra realtà con la finzione, per fare le cose dei grandi. Così la bambina che gioca a fare la mamma, finge di cucinare dà il biberon alla bambola che nel suo inventare piange, sta male; per il maschietto le costruzioni innalzano in palazzi e castelli sontuosi. Le azioni immaginate e compiute dai bambini durante il gioco simbolico sono frutto della loro fantasia, ma spesso sono situazioni che vedono quotidianamente compiere agli adulti. A questo punto il gioco è un tempo ed uno spazio di apprendimento delle regole del mondo degli adulti. I piccoli sviluppano le competenze sociali, l’abilità di formare e usare simboli, la capacità di elaborare temi narrativi imitati dal mondo intorno a loro. 

I temi del gioco simbolico diventano di fantasia e la partecipazione sociale, la condivisione con altri bambini, con ruoli ben definiti costruisce un aspetto peculiare del gioco. L’espressione: “facciamo che io ero…”, denota la componente di pianificazione condivisa e la consapevolezza di collocarsi in un mondo immaginario.  La negoziazione sul come si gioca è un elemento naturale del gioco di fantasia che, con l’andare del tempo, evolve nei giochi con regole. 

Il bambino esplora l’ambiente, inizia a usare il pensiero astratto, pianifica, condivide, gioca nei ruoli (role playng), cerca le alternative per risolvere questioni (problem solving), fa esperienza di “decentramento affettivo, relazionale e conoscitivo” e comprende che esistono diversi modi di essere e diverse interpretazioni della realtà (empatia e teoria della mente). Il gioco simbolico è importante, quindi, per sviluppare un tipo di pensiero relazionale, flessibile, aperto al confronto, alla discussione e allo scambio di idee. Noi psicologi riteniamo, infatti, che il gioco simbolico apra una finestra sul mondo interiore del bambino. Mentre il bambino gioca non re-intrerpreta la realtà così com’è, ma ne dà una sua interpretazione, attraverso la quale esprime anche il suo vissuto, la sua visione del mondo, le sue paure, le sue emozioni e che tutto questo sia diverso da ciò che accade nei suoi compagni (teoria della mente).  

In conclusione, l’esplorazione e il gioco sono attività presenti nel repertorio comportamentale sia dei primati superiori sia della maggior parte delle specie mammifere. In tutte le culture umane i bambini trascorrono parte del loro tempo giocando; addirittura nelle società più semplici in cui i bambini sono spinti ad una rapida assunzione di responsabilità di tipo adulto, le routines quotidiane ed i compiti lavorativi sono da loro trasformate in attività di gioco. 

Pertanto sarebbe utile e molto funzionale specie per lo sviluppo socio cognitivo del bambino e poi da adulto, che noi giocassimo con i piccoli, spronandoli ad inventare, ad esplorare il mondo e se stessi sempre incuriositi; sviluppare e potenziare la fantasia con il gioco simbolico mettendoci sul loro stesso piano, senza dire troppo, ma facendoci trasportare da loro stessi. Spingerli a stare con gli altri coetanei. Facciamo sì che non usino giochi già troppo strutturati, ma che la loro inventiva faccia da mastra per costruire uno scenario colorato, divertente e come abbiamo visto psicologicamente molto utile. 

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