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A cura di Blog Collettivo

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La Regione lascia le Stp. Ora riflettere sulla mobilità urbana

Nei giorni scorsi la giunta regionale, dopo averla rinviata più volte, ha approvato la delibera con cui si attivano le procedure di dismissione delle partecipazioni della Regione Puglia nelle società per i trasporti pubblici locali STP di Brindisi e STP terra d'Otranto. Le ragioni di questa scelta stanno nelle norme nazionali e regionali che sanciscono il divieto di costituzione di società nonché quello di assunzione e di mantenimento di partecipazioni in società con attività non strettamente attinenti le finalità istituzionali dell'amministrazione ed il conseguente obbligo di dismissione.

Nei giorni scorsi la giunta regionale, dopo averla rinviata più volte, ha approvato la delibera con cui si attivano le procedure di dismissione delle partecipazioni della Regione Puglia nelle società per i trasporti pubblici locali STP di Brindisi e STP terra d'Otranto. Le ragioni di questa scelta stanno nelle norme nazionali e regionali che sanciscono il divieto di costituzione di società nonché quello di assunzione e di mantenimento di partecipazioni in società con attività non strettamente attinenti le finalità istituzionali dell'amministrazione ed il conseguente obbligo di dismissione.

E' il caso appunto delle partecipazioni regionali nella STP di Brindisi e di Lecce. La Regione Puglia detiene il 33,33 per cento delle azioni della STP di Brindisi che con questa delibera saranno messe in vendita dopo la loro valutazione. Il percorso per tale dismissione dovrà essere costruito attraverso procedure atte a garantire per un verso il mantenimento dei livelli occupazionali, e per l'altro il mantenimento delle condizioni che fanno della STP uno strumento di servizio e di sviluppo socioeconomico per l'intera area provinciale. La Regione è impegnata a determinare il "fair value" di cessione attraverso il ricorso ad organismi specializzati o professionalità  idonee che deve indicare il presidente del Tribunale.

La stessa Regione provvederà ad acquisire attraverso invito pubblico le manifestazioni d'interesse di soggetti pubblici e/o privati per poi procedere alla gara che sarà aggiudicata sulla base: del prezzo dell'offerta per azione, del miglioramento dei livelli di servizio, della garanzia dei livelli occupazionali, ello sviluppo delle attività aziendali sul territorio. Ho voluto richiamare questi passaggi perché per la prima volta ci si troverà di fronte a procedure di dismissioni parziali di una società interamente pubblica in quanto partecipata oltre che dalla Regione, dal Comune di Brindisi e dalla Provincia. Che faranno gli altri due soci pubblici di fronte a questa vendita e alle relative procedure? Attiveranno diritti di prelazione? Aspetteranno la individuazione di un soggetto privato? Quale sara' la governance del nuovo assetto societario?

La via più semplice sarebbe quella che le partecipazioni regionali passassero a costo zero agli altri due soci pubblici e cioè a Comune e Provincia. Ma la procedura avviata da parte della Regione questo non lo consente. Mi appare tra l'altro difficile che data la  situazione finanziaria in cui versano gli enti locali si possa prevedere un acquisto da parte di uno o di tutti e due i soci pubblici. Il bilancio della STP si è chiuso  in pareggio grazie al ricorso fatto ancora una volta al fondo di riserva ed evidenzia come il servizio urbano della città di Brindisi abbia un costo superiore a quanto il Comune di Brindisi riconosce alla STP. Se poi si prende in considerazione il possibile e prossimo superamento delle Provincie si capisce che si rischia di trovarsi, a seguito di questa scelta regionale, in un bel caos societario, istituzionale, finanziario che si scaricherà sul trasporto pubblico locale e sulla sua gestione oltre che sugli utenti e i lavoratori del settore.

Allora più che bloccare un processo ormai ineluttabile avviato dalla delibera regionale sarebbe necessario cominciare a riflettere assieme alla STP su come ripensare, riorganizzare, gestire il trasporto pubblico locale in provincia di Brindisi e nella città capoluogo. Questo è non solo urgente per le scadenze richiamate  ma  è anche prioritario se è vero che anche a causa della crisi economica, dell'alto costo dei carburanti, l'uso del mezzo pubblico nelle citta' e nei collegamenti intercomunali sta crescendo sempre di più a discapito dei mezzi privati. Anche per queste ragioni sarebbe opportuno che prima di fare scelte relative alla viabilità cittadina, ci fosse una riflessione sul ruolo del trasporto pubblico nella mobilita' urbana e quindi sullo stesso ruolo e futuro della STP.

Vecchie richieste o vecchie visioni di mobilita' non possono condizionare un moderno, coraggioso, innovativo uso della viabilità o imporre una anacronistica e antieconomica mobilita' basata ancora sull'uso dei mezzi privati ad alto tasso di congestionamento e di inquinamento.

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