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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Le villette dei falsi contadini, la politica locale e il signor de Gournay

Il ricorso al falso nell’attestazione di una qualifica di lavoratore agricolo per se stessi o per un proprio congiunto (quasi sempre la moglie) è stato il metodo più utilizzato per aggirare le regole della volumetria realizzabile nelle zone agricole, disponendo di appezzamenti di terreno che altrimenti avrebbero consentito solo la realizzazione di un trullo, non certo delle ville per nulla modeste che punteggiano questo territorio.

Il ricorso al falso nell’attestazione di una qualifica di lavoratore agricolo per se stessi o per un proprio congiunto (quasi sempre la moglie) è stato il metodo più utilizzato per aggirare le regole della volumetria realizzabile nelle zone agricole, disponendo di appezzamenti di terreno che altrimenti avrebbero consentito solo la realizzazione di un trullo, non certo delle ville per nulla modeste che punteggiano questo territorio. Il caso di Francavilla Fontana è del tutto particolare perciò solo perché i vigili urbani non si sono fatti condizionare da nessun punto di vista nel condurre le indagini di polizia giudiziaria, su delega della procura ma avviate d’iniziativa, pur nella consapevolezza di scoperchiare una pentola ribollente e che tale resterà a lungo.

Tra i vantaggi di chi ha costruito la propria casa di villeggiatura in questo modo, anche l’esenzione da oneri che altrimenti sono previsti se la costruzione non è destinata a lavoratori agricoli e alle loro attrezzature. Su questo andazzo le opinioni sono sempre state solo due e contrapposte: non importa violare le regole urbanistiche e paesaggistiche, perché alla fine le campagne si arricchiscono di un patrimonio immobiliare importante anche ai fini turistici (ville in stile alpino incluse), e le regole stesse sono inutilmente restrittive e vessatorie; l’altra posizione invece parla del mondo diviso nelle solite categorie dei furbi e dei fessi, questi ultimi quelli che invece la legge la rispettano comunque.

Lasciando aperto questo dibattito basato su culture e concetti di cittadinanza tipicamente meridionali, conta molto di più capire chi se ne è giovato, della mortadella sugli occhi applicata ai permessi a costruire presentati – direttamente o a loro nome - agli uffici tecnici comunali da “braccianti” o “coltivatori diretti”, che in paese ovviamente tutti sapevano essere dal punto di vista dell’occupazione lavorativa tutt’altra cosa. La risposta è semplice: i pubblici amministratori che hanno fondato non su progetti ed impegni di sviluppo e buona gestione le proprie fortune politiche, bensì sulla famosa logica del “laissez faire, laissez passer” attribuita all’economista francese de Gournay (prima metà del ‘700) come regola del liberismo economico più spinto, integrata poi dall’italianissima abolizione del falso in bilancio di tempi molto più recenti.

Questa pesantissima grana (90 ville sequestrate e 199 indagati), difficile anche dal punto di vista delle indagini che hanno richiesto quattro o cinque anni di accertamenti, centinaia di sopralluoghi della polizia municipale con il consulente tecnico del pm, dato che i casi valutati erano ben cinquecento, e che anche per la notifica dei provvedimenti sta impegnando più giorni, deflagra a Francavilla Fontana a due mesi dal voto amministrativo del 25 maggio, anticipato dalla dimissioni del sindaco Vincenzo Della Corte coinvolto nelle nota vicenda della truffa alla Asl, ma accompagnato anche dall’inchiesta sui presunti favoritismi nelle licenze per le farmacie e da quella ancora sull’ufficio tecnico comunale per alcune progettazioni.

Ora, chi applica abitualmente la massima del signor de Gournay, si preoccupa molto poco del danno elettorale che potrebbe ricevere dal fatto di essere indagato, pluri - indagato, connivente, indifferente, perché sa molto bene che con l’economista francese del liberismo senza vincoli è d’accordo ancora gran parte della popolazione della propria città. Per questo non teme di avere in lista indagati, e sa anche di poter continuare a dire e promettere ciò che vuole. L’unico inconveniente (per lui o per loro, non per chi ha usufruito del “laissez faire, laissez passer”, che ci rimette la casa in campagna oltre a finire sotto processo) è una bella stoppata con la legge Severino: a casa per 18 mesi dopo la condanna di primo grado. A meno che i reati non siano tanto gravi da introdurre il discorso di ben altre casa di vacanza.

A Francavilla Fontana, a questo punto delle indagini, non risultano amministratori indagati per le funzioni pubbliche esercitate, ma solo come progettisti privati. Cambia qualcosa al punto di vista della morale del mandato politico? In fondo in fondo, no.

 

 

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