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A cura di Blog Collettivo

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Lettera aperta a Brunetta degli ex precari dell'Enea di Brindisi

Signor Ministro Renato Brunetta, chi Le scrive è un gruppo di ex-ricercatori precari dell’Enea di Brindisi (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Abbiamo visto che non ha avuto alcuna remora a dichiarare che noi precari siamo “la parte peggiore dell’Italia”.

Signor Ministro Renato Brunetta, chi Le scrive è un gruppo di ex-ricercatori precari dell’Enea di Brindisi  (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Abbiamo visto che non ha avuto alcuna remora a dichiarare che noi precari siamo “la parte peggiore dell’Italia”.

Ci sentiamo profondamente offesi da questo comportamento così privo di rispetto, sia verso i lavoratori sia verso la carica istituzionale che Lei rappresenta. L’innovazione e la ricerca sono il volano della crescita di uno Stato, non un inutile spreco o un semplice argomento di dibattito. I frutti del nostro lavoro sono visibili: progetti di ricerca, servizi alle imprese e alla PA, brevetti, pubblicazioni scientifiche, riconoscimenti internazionali. E senza presunzione e senza retorica, siamo fieri di lavorare da anni, con convinzione, per il nostro futuro e per la crescita del Paese.

Sappia che la nostra precarietà a tempo indeterminato di fatto ci impedisce di programmare un avvenire sereno, di crearci una famiglia, di avere una casa propria, in definitiva limita i nostri diritti. Abbiamo studiato per accrescere la nostra cultura e per entrare nel mondo del lavoro. Abbiamo conseguito una laurea, un dottorato di ricerca, siamo altamente specializzati e nonostante questo siamo precari da molti anni, senza che ci sia una ragione plausibile. A ciò si aggiunga il fatto che, dopo tanti anni di esperienza in Enea i nostri contratti sono andati in scadenza senza alcuna possibilità di rinnovo, così compromettendo la nostra stabilità lavorativa e la continuità delle attività dell’Enea.

In Enea, il personale dipendente continua ad andare in pensione, si perdono le competenze e allo stesso tempo i giovani ricercatori, malgrado i risultati conseguiti e le risorse spese per la loro formazione, vengono lasciati a casa. Ciò è indice di una cattiva gestione degli investimenti fatti con denaro pubblico! Ciò detto, La invitiamo a ricercare gli sprechi altrove. Forse lì troverà anche la “parte peggiore dell’Italia”! Signor  ministro, si spenda affinché

• il Ministero competente proceda nel più breve tempo possibile ad emanare il decreto per l’autorizzazione delle assunzioni dei vincitori del concorso Enea 2010 (turn over 2009); • venga garantito il rinnovo dei contratti a termine, almeno nei casi in cui sia disponibile la copertura finanziaria; • si proceda al più presto, utilizzando le risorse del turnover 2010, a bandire i concorsi per l’assunzione di circa 60 ricercatori e non, come invece prospettato dai vertici dell’Enea, di 20 dirigenti.

Distinti saluti, gli ex precari dell’Enea di Brindisi

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