L'Università nello show di Brindisi Lng è davvero troppo
Che il duo Tremonti-Gelmini abbia ridotto in braghe l’università e la scuola italiana è sotto gli occhi di tutti. Che le università e le scuole se le stiano inventando tutte per fronteggiare le difficoltà, è altrettanto noto. Ma che l’Università del Salento debba diventare lo strumento di una speculazione propagandistica, è insopportabile. Anzi di più!
Che il duo Tremonti-Gelmini abbia ridotto in braghe l’università e la scuola italiana è sotto gli occhi di tutti. Che le università e le scuole se le stiano inventando tutte per fronteggiare le difficoltà, è altrettanto noto. Ma che l’Università del Salento debba diventare lo strumento di una speculazione propagandistica, è insopportabile. Anzi di più!
E’ il caso dell’accordo tra i “baroni” leccesi e i quasi colonizzatori inglesi della Lng, per ospitare nei laboratori dell’ateneo salentino (dove, in quelli di Lecce o in quelli della Cittadella a Brindisi?), lo studio per lo sfruttamento in chiave industriale del freddo, che sarebbe possibile in caso di collocazione a Brindisi del rigassificatore della British Gas, tipo quello per il quale la società inglese ha da oltre tre anni il cantiere sequestrato dalla magistratura, ed è sotto processo penale per una sfilza di reati, tra i quali anche la corruzione (prescritta grazie a certe modifiche al codice di procedura penale). Ma la scienza è scienza, volete che entri nel merito di queste quisquiglie?
Ciò che è odioso è che la mattina l’Università del Salento (che pure di peccati ne ha tanti, a cominciare dall’inutile “diplomificio” istituito a Brindisi con le cosiddette “scienze sociali”) bussi a denari alle istituzioni locali per tentare di riempire i buchi di bilancio provocati dalle leggi di Tremonti e della Gelmini, e il pomeriggio si presti disinvoltamente alle speculazioni mediatiche che la Lng sta mettendo in campo da diversi mesi nel tentativo di legittimarsi sul territorio a prescindere dalla ostilità verso l’impianto da tempo espressa dalle istituzioni, Comune di Brindisi e Regione in testa. In verità ci sarebbe anche l’Amministrazione Provinciale nel fronte del no, ma da qualche tempo nutrire qualche dubbio su questa collocazione non è peccato (su questo mi riservo di scrivere più in là).
A parte lo sgarbo istituzionale, con tutto il rispetto per gli scienziati dell’Università del Salento, si vuole veramente convincerci che la Lng abbia affidato a loro le ricerche sul freddo soltanto per riconosciuti meriti di carattere scientifico (i ricercatori inglesi sono meno bravi dei nostri o nei loro atenei certe ricerche sono proibite o costano troppo?), o non invece per mettere un tassello in più nell’operazione di marketing delle coscienze che da qualche tempo gli inglesi, e chi per essi lavora, stanno attuando per ottenere quel consenso sociale, morale e civile che sinora gli è stato negato?
Ed altrettanto dicasi di parte del mondo dell’informazione locale. Da un po’ di tempo si ha la sensazione che lo spazio che carta stampata, radio e tv dedicano alla vicenda rigassificatore sia sproporzionatamente sbilanciato in favore degli inglesi, e di chi per essi lavora. C’è qualcuno che può spiegarci perché questo accade, sconfinando spesso anche al di là dei livelli della normale, doverosa imparzialità, come è avvenuto per questa sostanziale mezza minchiata che è lo studio sullo sfruttamento del freddo, le cui conoscenze sono arcinote?
A quale obbiettivo di marketing delle coscienze risponde il far intendere esclusivamente sui media locali, un giorno sì e l’altro pure, che, dopo la Via favorevole e le prime firme ministeriali, tutto sia ormai risolto e che questa bomba sotto il culo dei brindisini è ormai bella e costruita? Tutti sappiamo invece che non è così. La battaglia è ancora lunga e gli esiti ancora incerti.
Noi abbiamo sempre espresso liberamente e con chiarezza in modo che tutti sapessero da quale parte stiamo, e staremmo dalla stessa parte con la schiena sempre dritta, come è scritto (e come sa chi ci conosce) nel nostro Dna, anche se la Lng, o chiunque altro ci avesse inondato di pubblicità, comunque espressa. Abbiamo invece il dubbio che qualcuno stia barando. Che qualche potere forte, e non è la prima volta nella vicenda del rigassificatore come in altre situazioni che hanno riguardato la storia di questa città, sia sceso in campo imponendo obbedienze altrimenti non dovute.