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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Metano e ambientalisti "coloniali"

Sarebbe stato giusto, quanto meno, chiedersi: quando mai un ambasciatore di un qualsiasi paese ha onorato così tante volte, con una sua visita, la città di Brindisi come quello di sua maestà la regina Elisabetta II, capo del Commonwealth, governatore supremo della Chiesa Anglicana, comandante in capo delle forze armate e signora dell'Isola di Man? Credo mai, forse neanche ai tempi della Valigia delle Indie quando gli inglesi avevano qui grossi interessi ma di ben altra natura rispetto a quelli di oggi.

Sarebbe stato giusto, quanto meno, chiedersi: quando mai un ambasciatore di un qualsiasi paese ha onorato così tante volte, con una sua visita, la città di Brindisi come quello di sua maestà la regina Elisabetta II, capo del Commonwealth, governatore supremo della Chiesa Anglicana, comandante in capo delle forze armate e signora dell'Isola di Man? Credo mai, forse neanche ai tempi della Valigia delle Indie quando gli inglesi avevano qui grossi interessi ma di ben altra natura rispetto a quelli di oggi.

E al di là  degli aspetti meramente diplomatici, cosa può aver spinto oggi l’ambasciatore britannico, peraltro fresco di nomina, Christopher Prentice a ripetere questa visita se non per spianare la strada alla costruzione del rigassificatore? Considerando che questo è un impianto strategico per gli interessi aziendali della British Gas che è una importante multinazionale inglese, tanto da fare dei propri interessi un problema di stato, beninteso quello britannico. Si può dire con un eufemismo che l’ambasciatore inglese è venuto a visitare una potenziale “colonia”?

Una autorevole visita per fare in modo che tutto fili liscio. Nelle sue visite istituzionali - alcune pare esageratamente lunghe -, oltre ai salamelecchi diplomatici di prammatica, si è parlato esplicitamente di rigassificatore e, come edulcorante, dei possibili investimenti, ovviamente strettamente legati alla sua realizzazione. Una visita, per altro, compiuta con il numero uno di British Gas Italia, Damiano Ratti, società che controlla la Brindisi Lng. Una visita cui è stato dato ampio risalto dai media locali.

Quanto emerso dall’incontro con il presidente Massimo Ferrarese si è prestato a strumentalizzazioni, tant’è che ha avvertito la necessità di inviare una nota chiarificatrice che, a mio avviso, non è stata molto efficace. Infatti, quando Ferrarese dichiara di essere stato informato dall’ambasciatore «che il progetto è stato ampiamente modificato rispetto a quello che conosciamo» dovrebbe già sapere che quelle modifiche sono state imposte dalle moltissime prescrizioni (la cui quantità e qualità meriterebbe un discorso a parte) della Commissione Via e che la Lng ha consegnato il progetto, modificato da alcune di esse, a tutti gli enti territoriali tra cui la Provincia.

E tale Ente dovrebbe inviare le dovute osservazioni entro i termini previsti dalla normativa, stesso discorso vale per il Comune e la Regione. Quindi non c’era bisogno che il presidente dell’amministrazione provinciale fosse informato dall’ambasciatore britannico, ammesso che questo sia compito di un diplomatico. Sempre nella stessa nota chiarificatrice Ferrarese afferma che «saranno sottoposti all’esame del Consiglio» i contenuti di un incontro tra enti locali Brindisi Lng e lo stesso ambasciatore (a quanto si capisce promotore di tale incontro) per esaminare nei dettagli il progetto.

Ma quante volte il Consiglio deve esprimersi sullo stesso tema? Ferrarese sa che riguardo al rigassificatore la Provincia si è già espressa due volte, la prima durante l’amministrazione Errico e, la seconda, solo pochi mesi fa dopo un lunghissimo giro di consultazioni, sempre con lo stesso risultato: no al rigassificatore. Oltre al non trascurabile particolare che il giudizio negativo a tale impianto era parte vincolante del programma elettorale.

Sarà stata una coincidenza ma subito dopo la visita di Christopher Prentice è stato diramato il discorso di insediamento del presidente dell’Autorità Portuale, Hercules Haralambides, nel quale, tra i tanti punti toccati, si dice favorevole al rigassificatore (sarà stata una conseguenza della visita diplomatica?). Per tale impianto l’unica preoccupazione che esterna è «se la vicinanza del rigassificatore ai passeggeri possa creare una percezione negativa del porto». Un modo alquanto riduttivo per affrontare un problema certamente più complesso.

Ma chi ha indicato e sostenuto la candidatura del prof. Hercules Haralambides ad una carica così importante per la nostra economia ha avuto il modo e il tempo d’informarlo sulle decisioni che gli enti (Comune, Provincia e Regione) hanno preso riguardo tale impianto? Se si inizia a non tenere conto degli indirizzi decisi dagli enti territoriali e ognuno va per la propria strada non è un buon iniziare.

A una intervista rilasciata dal presidente della British Gas Italia, Damiano Ratti, sulla solita questione del rigassificatore, le associazioni ambientaliste avevano risposto, a stretto giro di posta, facendo notare, a loro parere, le ammissioni e le contraddizioni dello stesso Ratti sul tema. Apriti cielo! E’ la goccia che fa traboccare il vaso, e senza indugio la Brindisi Lng dirama un comunicato di fuoco dicendosi innanzitutto stanca che il progetto venga definito “pericoloso” perché ciò serve unicamente «per fare terrorismo psicologico, disinformazione e la più retriva propaganda pseudo ambientalista».

Domanda: con quale altro aggettivo qualificativo si potrebbe definire un impianto classificato dalla normativa “a rischio di incidente rilevante”? Se non si vuole che si usi il termine “pericoloso”, si può cercare un sinonimo (dannoso, fatale, rischioso, rovinoso, malsicuro, insidioso, preoccupante, temibile, critico, di esito dubbio), c’è ampia scelta. Non è il caso di incazzarsi: la lingua italiana non è avara di termini, un sinonimo si trova sempre.

La Lng continua nella sua reprimenda avvertendo di aver «già dato mandato ai propri legali di perseguire in tutte le sedi giudiziarie ogni affermazione che possa risultare diffamatoria e lesiva dell’immagine della società» non preoccupandosi, nella foga di tutelare la propria immagine, di offendere (sinonimi: insultare, oltraggiare, ingiuriare, diffamare ecc.) ledendo così quella di chi gli ha provocato una forte stizza e cioè l’immagine degli ambientalisti.

Innanzitutto i dirigenti della Brindisi Lng non ritengono di avere a che fare con moderni ambientalisti europei che, a loro detta, sono da sempre favorevoli ai rigassificatori ma, ahinoi, hanno avuto la malasorte d’imbattersi, in questa lontana potenziale “colonia”, con “pseudo ambientalisti”  e sentenziano che sul loro «effettivo grado di rappresentatività ci è lecito avanzare qualche dubbio». Ipse dixit.

Non si può, però, non riconoscere che quegli “pseudo ambientalisti” hanno organizzato, tra l’altro, 6 o 7 “pseudo manifestazioni” portando in corteo “pseudo migliaia” di “pseudo cittadini”. Non c’è … “pseudo male”. E’ molto probabile che si sta assistendo all’epilogo della più classica delle commedie dell’arte il cui canovaccio, come è noto, lascia ampia libertà agli attori di recitare e rendere efficace la parte secondo la propria bravura. E visti gli attori in campo...

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