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Giovedì, 25 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Porto, riconversioni industriali, vita interna: che fine ha fatto il PD?

Non è che non ci dorma la notte, ma per semplice deformazione professionale mi chiedo che fine abbia fatto il Pd in provincia e nella città di Brindisi

Non è che non ci dorma la notte, ma per semplice deformazione professionale mi chiedo che fine abbia fatto il Pd in provincia e nella città di Brindisi. Visto che, come dice Enrico Letta, dovrebbe essere l’unico partito non personale del nostro Paese, magari ti abitui alle comunicazioni delle altre forze politiche, affidate da sempre prevalentemente a figure istituzionali piuttosto che alle segreterie (le poche che esistono, in un mondo di gestioni commissariali), ma ai silenzi del Pd no.

Siamo in piena transizione ecologica, alle soglie delle riconversioni industriali tante volte invocate, alle trasformazioni che potrebbero rilanciare il territorio nel circuito dei traffici marittimi, ma non sono riuscito a trovare sul web un dossier, un documento, un deliberato chiaro e lungimirante del Partito democratico della città e della provincia di Brindisi (e di nessun altro, in verità), che delinei una posizione, una strategia. Niente neppure sulla crescita della povertà, sulla crisi della sanità di base, e si potrebbe continuare a lungo nell’elenco.

La richiesta di Amati

Trovo sconcertante la risposta del segretario cittadino Francesco Cannalire al consigliere regionale Fabiano Amati, che aveva chiesto al segretario di federazione Francesco Rogoli un’assemblea provinciale del partito per decidere se proseguire o meno nel sostegno alla giunta Rossi, che da anni sforna opposizioni ai nuovi progetti industriali e portuali: “Tentativo di ingerenza inaudito e gravissimo”, ha scritto Cannalire in una nota di risposta a quella di Amati. Quindi è consentito pormi la domanda: il Pd di Brindisi è un altro pianeta, o fa parte di un’organizzazione dotata di segreteria, direzione, eccetera, e quindi sottoposto ai deliberati degli organismi dirigenti provinciali?

Storicamente, anche ai tempi del Pci e della Dc, esisteva una separatezza tra la città e la provincia, pur essendo la zona industriale del capoluogo, il suo polo scolastico, l’aeroporto militare, le sedi provinciali degli uffici pubblici il luogo di lavoro di migliaia di abitanti dei centri del territorio. Ma almeno, anche se spesso non erano rose e fiori, nel caso del Pci gli organismi dirigenti provinciali, e della Dc le influenti figure politiche dell’epoca, si lavorava a ricucire questa frattura soprattutto nei momenti di crisi economica, di crisi in qualche Comune, o quando si doveva decidere la localizzazione degli investimenti.

In quegli anni, la richiesta avanzata recentemente da Fabiano Amati sarebbe rientrata in una normalissima pratica procedurale, politica e normativa interna. Si potrebbe aggiungere che non si sarebbe dovuti neppure giungere al punto di dover convocare una riunione provinciale del partito su richiesta di un singolo: la situazione al Comune di Brindisi è tale che la federazione provinciale avrebbe dovuto procedere direttamente a promuovere una discussione approfondita. Ma tant’è.

Può sembrare, tutto ciò, un caso lontano dalle attuali ambasce dei cittadini alle prese con inflazione, rischi per il posto di lavoro, disoccupazione, difficoltà nel potersi curare. Ma per risolvere i problemi ci vuole la politica, ci vogliono le donne e gli uomini che producano le soluzioni. E se il gruppo consiliare del Pd di Brindisi si divide clamorosamente sulla questione del progetto di Act Blade, ma senza che ciò influisca sulle decisioni del sindaco Riccardo Rossi e della sua maggioranza, vuol dire che c’è un problema che non si può nascondere; che esiste una debolezza di fondo che si ripercuote sulla capacità di risolvere i problemi della città.

Ci dovrà essere un percorso congressuale e costituente del Pd anche a Brindisi. Non si sa in che sede, quando e come il Partito democratico della città e della provincia di Brindisi si riunirà per discutere, progettare, immaginare il proprio futuro e stabilire i propri compiti. Se sosterrà per la segreteria nazionale Stefano Bonaccini, Elly Schein o chi altro si aggiungerà alla sfida per la guida del partito. Se si parlerà delle questioni aperte qui da noi per il lavoro, i diritti, la salute, le alleanze, o si conteranno solo le (poche, pare) tessere. Nel frattempo il mondo va avanti. 

Il Consiglio comunale sul porto

E il Consiglio comunale di Brindisi, su richiesta del sindaco, è stato convocato per lunedì prossimo in seduta monotematica sul nuovo Piano regolatore portuale presentato dall’Authority del Mare Adriatico Meridionale (che sostituirà quello vigente del 1974-75). A questo punto vale la pena chiarire quali siano le competenze in campo, dato che Brindisi è, volente o nolente, una città-porto e dal mare può arrivare una buona parte della crescita economica attesa dai suoi abitanti (ma anche da quelli della provincia).

Testo in vigore dal 10 novembre 2021 con aggiornamenti all'articolo articolo 5 del “Documento di programmazione strategica di sistema. Piano regolatore portuale”: “1-quinquies. La pianificazione delle aree portuali e retro-portuali è competenza esclusiva dell’Autorità di sistema portuale, che vi provvede mediante l'approvazione del PRP.  La pianificazione delle aree con funzione di interazione porto-città è di competenza del Comune e della Regione, secondo quanto previsto dalle disposizioni di legge applicabili, che vi provvedono previa acquisizione del parere dell’Autorità di sistema portuale.  Ai fini dell'adozione degli strumenti urbanistici relativi ai collegamenti   infrastrutturali di ultimo miglio di   tipo   viario   e   ferroviario   nonché'   agli attraversamenti del centro urbano rilevanti ai fini dell’operatività del porto individuati nel Dpss, l'ente competente vi provvede previa acquisizione dell'intesa con l’Autorità di sistema portuale.  Le Autorità di sistema   portuale   indicano   al   Ministero   delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e alle regioni le aree portuali e retro-portuali potenzialmente destinabili all'ubicazione delle piattaforme logistiche intermodali e all'ubicazione dei punti di scambio intermodale, nonché le aree potenzialmente destinabili alla costruzione di caselli autostradali funzionali alle nuove stazioni ferroviarie dell'alta velocità e dell'alta capacità”.

Il parere positivo di conformità del ministero

Il Pd brindisino ha studiato i problemi della pianificazione delle aree di interazione porto-città? Ha una sua idea e una sua proposta, un emendamento su questo, o si marcerà alla cieca verso un “no” che servirà solo a rallentare l’iter, anche se è chiaro quanto sia ridotto e ben delimitato il ruolo del Comune sul Prp? Anche perché, nel frattempo, la questione delle aree di interazione ha già ricevuto dalla Direzione generale di vigilanza sulle Autorità di Sistema portuale del ministero dei Trasporti e delle infrastrutture una risposta favorevole di conformità con il Documento di pianificazione strategica di sistema (Dpss) già approvato nell’ottobre del 2020 dalla Regione Puglia. 

Scrive il direttore generale Maria Teresa Di Matteo: “I collegamenti strutturali di ultimo miglio viario e ferroviario nonché gli attraversamenti del centro urbano rilevanti ai fini dell’operatività del porto descritti nella tavola denominata ‘Interconnessioni stradali e ferroviarie – Inquadramento territoriale – Area vasta’ appaiono anch’essi in linea con quelli indicati nel Dpss”. Spero di non aver peccato di ingerenza.
 

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