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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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"Ora il centrosinistra sia unito"

BRINDISI - Che possa essere uno dei più papabili candidati sindaco del centrosinistra è fuori discussione. Ma poiché di politica se ne intende e le passate esperienze qualcosa hanno insegnato, Giovanni Brigante allontana l’argomento, rimandandolo ai giusti tempi. Ora pensa solo alla festa di Sviluppo e Lavoro, la sua associazione che in due anni ha messo insieme circa 1500 “amici” (senza tessere). Sembra la Festa dell’Unità di un tempo. In realtà è riuscito a farne una cosa molto migliore, forte del suo ruolo di consigliere regionale della lista La Puglia per Vendola e della presenza massiccia di tutta la giunta e del presidente della Regione, che chiuderà la festa, intervistato da Leonardo Sgura.

BRINDISI - Che possa essere uno dei più papabili candidati sindaco del centrosinistra è fuori discussione. Ma poiché di politica se ne intende e le passate esperienze qualcosa hanno insegnato, Giovanni Brigante allontana l’argomento, rimandandolo ai giusti tempi. Ora pensa solo alla festa di Sviluppo e Lavoro, la sua associazione che in due anni ha messo insieme circa 1500 “amici” (senza tessere). Sembra la Festa dell’Unità di un tempo. In realtà è riuscito a farne una cosa molto migliore, forte del suo ruolo di consigliere regionale della lista La Puglia per Vendola e della presenza massiccia di tutta la giunta e del presidente della Regione, che chiuderà la festa, intervistato da Leonardo Sgura.

Brigante ha 64 anni (“ma mi sento un ragazzo, nella mente e nel fisico”) ed ha creato un’azienda che oggi, in mano ai suoi eredi, conta circa 100 dipendenti. È il suo vanto: «Molto spesso si parla di imprenditori che hanno solo un numero civico, ma non hanno storia e non possiedono una azienda vera alle spalle».

Molti la vogliono, e la vedono, come candidato sindaco del centrosinistra.

La mia associazione metterà a disposizione le sue idee e la sua esperienza, nella speranza che si possa condividere un progetto e creare una coalizione ampia come quella che governa la Provincia, allargandola a Sel. Poi, insieme, cercheremo un candidato che possa far vincere la coalizione. Se non lo troveremo andremo alle primarie, regolamentate, senza consentire a nessuno di portare a votare extracomunitari (e spero che nessuno mi scambi per razzista) o gente che con la politica non ha nulla a che fare.

Che pensa del sindaco Mennitti?

In una delle serate della festa della mia associazione ho invitato anche lui, insieme ai sindaci Fassino, Zedda e Stefàno. Mi piacerebbe che, indipendentemente dal ruolo, sia presente, perché lo stimo ed ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui. Anche se non gli ho mai perdonato la compromissione avuta nel 2009, alle ultime elezioni, con alcuni personaggi politici locali che interpretano il ruolo di consigliere comunale come uno status symbol. Questi signori non possono rappresentare i cittadini, ma rappresentano solo i loro interessi.

Però la gente li vota.

Spero che i brindisini capiscano che questi signori utilizzano l’elettorato per fare solo le proprie fortune. L’eventualità che questa gente sia rieletta mi preoccupa. Da cittadino, non da candidato, esorterei tutti i partiti a scegliere tra le persone che nella vita hanno dimostrato di saper fare qualcosa, oppure che hanno idee e progetti per rilanciare la città. Persone per bene.

Antonino ricandidato?

Voglio ignorare la persona. Non è stato condannato per una rapina ma per reati specifici di un amministratore. Ritengo improponibile la sua candidatura. A prescindere dal fatto che uno si chiami Antonino o meno. Spero che i cittadini non si facciano illudere dalle sue uscite fantasiose. Non ho nulla contro chi sbaglia nella vita. Anzi, da imprenditore, ho dato la possibilità a tanti soggetti che avevano sbagliato, di rimettersi sulla retta via. Ne mai esiterò ad aiutare costoro. Ma credo che Brindisi abbia necessità di una classe politica che metta al centro della discussione prima un programma che recepisca le esigenze dei brindisini, che metta intorno  al tavolo una serie di partiti che vanno da Italia dei valori, all’Udc al Sel, al Pd.

E Sviluppo e lavoro?

Siamo a loro disposizione.

Primarie o no?

Primarie di coalizione con regole. Ma se centrosinistra e Udc riuscissero a fare una sintesi ed a trovare un accordo tanto meglio. Bisogna ritornare alla politica. Mettendo al centro i problemi della città, che non mancano.

Come giudica l’amministrazione Mennitti?

Una maggioranza molto debole e ricattatoria nei confronti del sindaco. Di fatto non ha affrontato alcun problema di cui aveva parlato in campagna elettorale, a partire dalle convenzioni con l’Enel. Per non parlare della Città d’Acqua, del Pug (arriviamo al novantesimo minuto, ma avrà bisogno dei supplementari). Ma soprattutto non è stata data voce e ruolo a cittadini ed associazioni, che pure in questi ultimi anni hanno posto al Comune problemi rilevanti: ambiente, vivibilità e piano della costa su tutti. E poi, non utilizzando i fondi europei che potevano essere sfruttati. Il Comune non è stato volano di sviluppo per il territorio, si poteva diventare interlocutore della grande committenza. Non è mai stato protagonista ma succube di scelte altrui.

Continuiamo a non contare nulla?

Continuiamo a subire decisioni che vengono prese altrove.

Si riferisce a…

Il caso Sfir. Cosa ha portato, a parte il vantaggio per pochi? La stessa politica nei confronti dell’Enel: non basta finanziare parco Magrone, o sponsorizzare il basket. Si deve chiedere di più a tutte le grandi industrie, ma non lo deve fare il singolo, il sindaco o il presidente di turno, ma il Consiglio comunale. Come accade nelle città dove la politica, e quindi le amministrazioni, contano. Un altro esempio emblematico è stato il calcio: il vicesindaco ha portato avanti trattative con Pupino partorendo un topolino. Il calcio è stato salvato solo grazie alla volontà di alcuni imprenditori locali. Ma ci sono stati altri imprenditori, me compreso, che non sono mai stati chiamati in causa.

Cosa pensa di Haralambides?

Mi ha fatto una buona impressione. Spero che continuerà a rispondere solo ed esclusivamente al comitato portuale. Gli ho detto che non ho apprezzato la conferenza stampa di presentazione insieme al sindaco, Vitali e Saccomanno. Né ho apprezzato la convocazione di D’Attis al Comune per parlare di progetti. Sarebbe dovuto andare lui dal presidente dell’Autorità portuale. Haralambides è il rappresentante del porto, non di una parte politica. Io non mi sognerei mai di convocarlo o invitarlo nella mia sede. Ripeto: deve rispondere solo al Comitato. E gli ho detto che se agirà per il bene del porto sarò al suo fianco lealmente.

Si augura un ricambio generazionale della classe politica locale?

Spero che ci sia un Consiglio formato da persone che non vanno in consiglio per l’indennità, o per sentirsi diversi, ma che abbiano dimostrato di avere idee chiare, di volere bene a questa città, e che vogliono anteporre i problemi generali a quelli personali. Non è una questione di età: conosco giovani che sono vecchi ancor prima di essere giovani e conosco soggetti maturi che hanno vitalità e idee, che possono essere utili alla città. È importante conoscere la storia di ognuno dei candidati. A Brindisi non è difficile. Non siamo a New York o a Milano, ci conosciamo tutti.

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