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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Parte "l'espresso Renzi". Verifiche a breve. Ma la sinistra che fine ha fatto

Debuttano al Senato della Repubblica Matteo Renzi ed il suo Governo. Un discorso fresco, asciutto, soprattutto nuovo. Parla dei temi che segneranno il suo stare a Palazzo Chigi, per giungere, ai primi di luglio, dignitosamente pronti ad affrontare il semestre di Presidenza europea dell’Italia. Sono quei temi che sono sul tavolo della politica oramai da troppo tempo.

Debuttano al Senato della Repubblica Matteo Renzi ed il suo Governo. Un discorso fresco, asciutto, soprattutto nuovo. Parla dei temi che segneranno il suo stare a Palazzo Chigi, per giungere, ai primi di luglio, dignitosamente pronti ad affrontare il semestre di Presidenza europea dell’Italia. Sono quei temi che sono sul tavolo della politica oramai da troppo tempo. Prima di tutto, la scuola, il suo rilancio, una specie di alleanza tra Governo e la scuola intesa come corpo unico ed organico per formare davvero cittadini e tecnici del futuro.

Ancora, la legge elettorale che ci permetterà, speriamo presto, di andare alle elezioni con una auspicabile desiderio di avere maggioranze definite e governabilità più probabile. Assieme ad essa la modifica del Senato della Repubblica, la sospensione prima e la modifica o l’abolizione delle Province, la revisione del Titolo V della Costituzione. Poi ancora, la crisi economica del Paese, la sua diagnosi e la sua cura, incominciando a sbloccare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, mettendo urgentemente mano alla riduzione del cuneo fiscale, lotta alle burocrazie ed ovviamente taglio delle spese e passaggio di più contante nelle tasche dei cittadini.

Poi ancora tanta Europa non come entità “matrigna” ma come Istituzione con cui fare i conti perché dovremo essere noi stessi ad essere Europa. Matteo Renzi ha presentato un programma ambizioso e di legislatura, non molto dissimile a quello già presentato ed approvato dal Governo Letta. Il Governo è supportato da una maggioranza simile a quello di Letta. Vuole arrivare sino al 2018, come avrebbe voluto fare Enrico Letta, perché nel paniere c’è tanta carne da cucinare. C’è da cambiare il Paese, e c’è da farlo in fretta. A proposito, Renzi avrebbe potuto evitare il saluto ed il ringraziamento a Letta. E’ sembrato tanto Marco Giunio Bruto.

Renzi ha continuato segnando i confini del suo Governo e della sua maggioranza, facendo capire che le larghe intese sono solo un incidente di percorso. Ha terminato con un saluto ed un serio impegno nei confronti dei nostri due marò trattenuti ingiustamente in India. Non è facile esprimere un giudizio sul suo Governo, composto da donne e uomini di belle speranze, di qualche interesse economico (Guidi) e qualche interesse familiare (Madia). Molti di poca esperienza, senza alcuni che avremmo voluto rivedere (Bonino), con tal altri che avremmo volentieri fatto a meno di rivedere (Alfano). Ma così è la vita. Del resto il Presidente Napolitano ha dato a lui l’incarico di formare un nuovo Governo e lui ci ha provato.

Matteo Renzi ha imposto dei tempi. Una riforma al mese a partire da marzo. La politica “on line” ha gia espresso tutti i giudizi possibili, dai più entusiastici ai più critici. Il giudizio su Renzi e sul suo Governo lo potremo dare presto. Vedremo cosa saprà fare. È solo questione di qualche mese. Vedremo come si posizioneranno i partiti, sia quelli di maggioranza, sia quelli di minoranza. Una certezza riguarda il M5S. Erano fuori dalle scelte politiche del Paese e fuori rimangono per loro scelta e, a mio avviso, contro una legittima aspettativa dei loro elettori che li avrebbero voluti almeno più determinanti.

In tutto questo mi sono posto una domanda: che fine ha fatto la “sinistra”. C’è, esiste, cosa fa, chi la rappresenta? Ho qualche difficoltà ad intravederla. Se c’è, che batta almeno un colpo.

 

 

 

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