Pd, Renzi e le dimissioni per appuntamento versione 4.0
Intervento di Vincenzo Albano sulla situazione interna al Partito democratico, dopo il risultato elettorale delle politiche
Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Vincenzo Albano, esponente di Liberi e Uguali a Brindisi, sulla situazione del Pd e sulle dimissioni di Matteo Renzi
Bisogna ammettere che è una trovata geniale. Anche se, per certi versi, appare una situazione che potremmo senz'altro definire surreale. La politica, o almeno alcuni politici, pur rimanere incastrati alla poltrona, si inventano di tutto. Adesso si e arrivati addirittura a sdoganare un nuovo tipo di dimissioni. Le dimissioni 4.0 a tempo , quasi per appuntamento .
Dopo lo tsunami elettorale che ha rottamato i voti del partito democratico che ha perso 5,2 milioni di elettori dalle elezioni europee, e gran parte della sua classe dirigente, il segretario del partito democratico ha annunciato ancora una volta il proposito delle sue dimissioni. Almeno per chi ci crede.
Tutto risolto. Gli iscritti, i simpatizzanti possono stare tranquilli. Anche se tutto rimane come prima. Le dimissioni potrebbero essere formalizzate solo dopo la formazione del governo. Anche se c'è da nutrire qualche dubbio sulla effettiva formalizzazione delle stesse , considerato il precedente in tema di dimissioni annunciate e mai formalizzate in occasione del referendum costituzionale di dicembre scorso.
Un avviso anticipato di auto sfratto del segratario di quel partito , recapitato alla grande come si conviene nelle occasioni più importanti, con le televisioni, la stampa, e non invece nella sede propria, nella sede istituzionale, dove queste vicende vanno immediatamente affrontate ed discusse nelle loro implicazioni, perchè si riferiscono a fatti politici importanti , che non possono ignorati o sottovaluti o risolti con quattro chiacchiere.
Evidentemente con quello show, ha cercato di porre un argine alla pressante, inequivoca, richiesta di dimissioni di quei milioni di cittadini che hanno abbandonato il partito nella consultazione elettorale. Bisogna innanzitutto aggiungere, ma forse sottolineare, che la buona politica insegna, che dimissioni si danno o non si danno, non si preannunciano, altrimenti si corre il rischio di barare. Forse diventa un tantino stravagante, se addirittura si preannunciano con qualche mese di anticipo. Sempre ammesso che alla fine si concretizzino.
A dopo la formazione del governo: si dice.Che può essere ritenuta credibile, se si va alla ricerca di una motivazioni plausibile, se si vuole darla a bere agli ingenui. Ma mi chiedo, nel frattempo che fa un segretario di un partito che sta con un piede dentro e uno fuori? Per allungare il brodo? Per tirare a campare? Per combinare altri disastri a quel partito che si riteneva di sinistra , dopo aver svenduto, o forse rottamato, la gran parte dei suoi valori, aver aver distrutto la sua identità? Con quale autorevolezza può rappresentare il partito, considerato che ormai si pensa a chi viene dopo e si sta già organizzando il trasloco?
Comunque dal punto di vista formale niente è accaduto. Però non credo che si possa fare finta che niente sia accaduto, anche perché gli iscritti, gli elettori, hanno il diritto di sapere quello che accade , le prospettive future , la necessaria correzione di una linea che ha portato quel partito completamente fuori rotta, che ha abbandonato il suo popolo.
In realtà, siamo alla riproposizione di una crisi, che è iniziata all’indomani del risultato delle varie elezioni regionali e del referendum costituzionale del 4 dicembre dello scorso anno, che si è sempre ostinato a non voler vedere e a non fare niente. Era accaduto, infatti, che dopo aver ostentato per tutti gli scorsi cinque anni i contenuti di novità della sua maggioranza di governo e la discontinuità con gli anni precedenti, la gente, i lavoratori, i pensionati, gli artigiani hanno preso atto che niente era diverso. Anzi tutto andava peggiorando a dispetto della narrazione positiva, che veniva propagandata a tutte le ore nelle trasmissioni televisive e sui giornaloni nazionali.
Una maggioranza di governo che si è sempre dimostrata fragile, insicura, latitante sulle questioni di sofferenza del paese, dei lavoratori, dei cittadini, abbandonati a se stessi, tartassati, malmenati e rottamati nei loro diritti di lavoratori e di cittadini italiani.
Su questo credo si debba concentrare la riflessione del popolo di sinistra .Sul bilancio negativo di questi cinque anni fallimentari in cui non si è fatto praticamente nulla per risolvere le condizioni di estrema difficoltà per il lavoro che manca, per i giovani ai quali viene negato il lavoro ed il futuro, per la povertà dilagante, per le condizioni di disagio dei tanti pensionati, per l'ambiente, per la sanità pubblica, per la sicurezza, per il mezzogiorno, per le infrastrutture, e per i tantissimi problemi di questo sempre più martoriato paese.
Sono rimasti semplicemente testimoni imbalsamati di un declino che è diventato inarrestabile. Su questo si deve ragionare, se non si vuole allontanare ulteriormente la gente da questa politica, politicante . Decidendo ora, non fra un secolo. Senza lasciare niente in sospeso.
Liberando il paese dall'agonia del tormentone delle dimissioni a futura memoria. Quasi per finta. Oltretutto si farebbe anche un piacere all'attuale segretario liberandolo dal sacrificio a cui si è votato procrastinando le dimissioni. Tutto comunque sarebbe meglio, della situazione attuale.