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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Per gli ambientalisti il carbone dell'Enel è peggiore di quello di Edipower

Prima lo sospettavo soltanto (anche se da tempo la vita mi ha insegnato che i bimbi non nascono sotto i cavoli), ora ne ho quasi la certezza: l’unico carbone che puzza, inquina ed uccide è quello che l’Enel brucia a Cerano. Il resto, quello che viene bruciato a Brindisi Nord ad esempio, cioè dentro la città o quasi, è puro, come la Vergine Immacolata che si celebra l’8 di dicembre. Me ne sono convinto di fronte all’ennesimo stravagante (va bene così?) comportamento degli ambientalisti di mestiere brindisini che periodicamente urlano nelle piazze il loro sacrosanto dissenso verso la politica energetica che da quarant’anni inquina, oltre ai polmoni, anche la vita pubblica della città.

Prima lo sospettavo soltanto (anche se da tempo la vita mi ha insegnato che i bimbi non nascono sotto i cavoli), ora ne ho quasi la certezza: l’unico carbone che puzza, inquina ed uccide è quello che l’Enel brucia a Cerano. Il resto, quello che viene bruciato a Brindisi Nord ad esempio, cioè  dentro la città o quasi, è puro, come la Vergine Immacolata che si celebra l’8 di dicembre. Me ne sono convinto di fronte all’ennesimo stravagante (va bene così?) comportamento degli ambientalisti di mestiere brindisini che periodicamente urlano nelle piazze il loro sacrosanto dissenso verso la politica energetica che da quarant’anni inquina, oltre ai polmoni, anche la vita pubblica della città.

Se l’Enel organizza a Cerano un concerto, i professionisti dell’ambientalismo organizzano proteste di ogni genere, provocando anche qualche antipatico incidente, se l’Edipower finanzia la stagione teatrale del Teatro Verdi del 2010/2011, e ne mena vanto celebrando l’evento con una partecipazione ai massimi livelli in sede di presentazione ufficiale del cartellone, nessun ambientalista di mestiere sente il bisogno di intervenire e dire che si tratta di una vera e propria indecenza. Delle due l’una: o nessuno ha letto la notizia, nonostante l’ampia eco che ha avuto sui giornali locali, oppure nessuna protesta si è levata dagli ambientalisti semplicemente perché il carbone di Brindisi Nord non inquina e va benedetto. Una così autorevole certificazione deve lasciare tutti tranquilli.

Manco per il cavolo! A Brindisi Nord –i dati in mio possesso sono di un paio di anni fa- si brucia un milione di tonnellate annue di carbone. Non sono esperto in materia e non so niente della qualità del minerale bruciato, so per certo che i fumi di Brindisi Nord inquinavano (anche quando Cerano non c’era…), inquinano e inquineranno. Non per niente questa centrale, obsoleta e tecnologicamente superata, già da una decina di anni doveva essere chiusa definitivamente e riconvertita a gas e solo un imbroglio della politica (sulla quale la magistratura stranamente non ci ha mai messo il becco) ha consentito che essa funzionasse ancora. Ed è strano che la stessa amministrazione comunale che anni fa ne aveva sancito la chiusura, oggi ne accetti disinvoltamente (ma non è la prima volta) sostegni e sponsorizzazioni.

Sarebbe interessante sapere perché l’Edipower, che ha rinunciato alla riconversione a gas della centrale, sborsa tanti quattrini. E perché quando si urla sacrosantamente no al carbone si nomina soltanto l’Enel e non anche Edipower? E perché, infine, nel discorso sul rinnovo delle convenzioni l’Eni, che pure gestisce un’altra centrale nell’area del Petrolchimico non compare mai? Ho fatto un sogno (solo questo ormai tocca ad un vecchio socialista lombardiano). Che allo stesso modo con cui gli ambientalisti di mestiere fecero capannelli per insultare chi andava al concerto di Patty Pravo a Cerano, qualcuno cerchi di impedire ad un melomane come me la sera del 4 dicembre di accedere al “Verdi” alla rappresentazione della Butterfly targata Edipower. Sono sicuro che una pernacchia, solenne e proletaria (Romolo del “Rosso&Nero” questa volta non se ne abbia a male), si eleverà.

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