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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Per un nuovo partito senza yes-men e garantiti, bisogna uscire dal cerchio

Accade nel Pd fin dalla sua nascita. “Quelli che”… non si sono uniformati a quanto calato dall'alto, …hanno preteso di ragionare con la propria testa…non hanno sgomitato…si sono tenuti alla larga dalla fitta schiera di quanti per carattere o per fini personali si sono dimostrati bravi solo nella melliflua arte dell'adulazione…hanno finito con l’essere isolati e ridotti al silenzio.

Accade nel Pd fin dalla sua nascita. “Quelli che”… non si sono uniformati a quanto calato dall'alto, …hanno preteso di ragionare con la propria testa…non hanno sgomitato…si sono tenuti alla larga dalla fitta schiera di quanti per carattere o per fini personali si sono dimostrati bravi solo nella melliflua arte dell'adulazione…hanno  finito con l’essere isolati e ridotti al silenzio.

Questo ha portato, inevitabilmente, alla morte di ogni possibile confronto dialettico e conseguentemente alla costituzione  di amorfe maggioranze che al momento opportuno si sono dimostrate incapaci di prendere criticamente posizione anche di fronte a scelte smaccatamente perdenti.

Purtroppo, bisogna dire. Non è piacevole, infatti, per chi persegue il vero e il giusto senza spirito di vendetta, assistere a delle disfatte previste con lucida chiaroveggenza.  Coloro che da anni si acconciano nel Pd a svolgere il comodo ruolo di yes-men hanno purtroppo finito con lo svuotare di idealità e di passione un partito che, in una situazione come quella creatasi con la fine del governo Berlusconi, avrebbe potuto tranquillamente puntare al conseguimento della piena maggioranza alla Camera ed al Senato.

Ma fino a quando ci saranno elementi che, pur non avendo alcun rapporto col territorio di appartenenza, continuano ad avere "posti garantiti” perchè bravi nel preparare il risotto con qualche leader maximo o perchè fanno parte di determinate cordate a livello regionale o nazionale,  il Pd, spiace dirlo, non riuscirà mai a conseguire i risultati sperati. La mancata vittoria nell’ultima consultazione è dovuta, infatti, non solo all’acritico sostegno dato ai provvedimenti del governo Monti e agli imperdonabili errori commessi nella impostazione della campagna elettorale, ma anche al manifesto disimpegno dei “garantiti” e di quanti con l’esito delle primarie hanno ritenuto che il più ormai era fatto.

Occorre ora, indipendentemente dall’esito che avrà il tentativo di Bersani, ricominciare daccapo, ma da un’altra parte. Occorre ritrovare la sensibilità e la capacità di sintonizzarsi sui bisogni della gente, scendere tra i cittadini,  riprendere le piazze, entrare nelle fabbriche in crisi, avere l’umiltà di ascoltare la base per ritrovare quel senso comune di gramsciana memoria oscurato dalla supponenza di dirigenti senza anima e senza passione, tornare , come dice la Boldrini,  "alla buona politica".

E perché no? Prendere esempio da ciò che va dicendo e facendo Papa Francesco. Fare propria una sua  esortazione : Dovete uscire da voi stessi.  Dovete uscire dai vostri recinti. Dovete raggiungere le periferie delle esistenze. Se non uscite dai vostri recinti rischiate di diventare solo degli intermediari. Non è proprio questo che dovrebbero fare tanti dirigenti e parlamentari del Pd  nei confronti di quanti si sono messi o sono stati messi fuori dal recinto del partito o di quanti al suo interno si sono stancati di essere delle inascoltate cassandre?

In margine alla traccia di una verifica di matematica in terzo liceo scrissi una volta per le mie alunne: il cerchio è una curva stupenda ma attenzione: non fatevi mai rinchiudere al suo interno. Il dentro è costrizione, il fuori è libertà. Il dentro è conformismo, il fuori è creatività. Il dentro è uno spazio finito, il fuori è l’ infinito.

Credo che quelle frasi siano oggi una fedele espressione del sentire di tanti. Il problema non è perciò quello di riportare all’interno chi è accampato fuori dal recinto del partito. No. Il compito dei dirigenti è invece quello di uscire dal recinto autoreferenziale nel quale si sono chiusi e camminare insieme a quanti ritengono che il bello, il vero e il giusto siano da cercare e perseguire nella più assoluta libertà.

Fuori dal cerchio dunque. Per far crescere la solidarietà e la giustizia sociale,dobbiamo recuperare parte di noi stessi, tornare con la mente e il cuore a come  eravamo prima che il maneggio del potere ci trasformasse in ciò che, probabilmente, oggi siamo.

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