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Pug bocciato da Vendola? Una foglia di fico per il centrodestra di Ceglie

Sono trascorsi diversi anni da quando fu scelto come progettista del Piano Regolatore - oggi Pug - il prof. Dino Borri, noto ed apprezzato docente del Politecnico di Bari. Quella decisione, assunta dall’amministrazione da me presieduta, non fu mai formalmente revocata dalle amministrazioni successive ( 3 Sindaci e 2 Commissari di governo), anche se nel 2001 il sindaco di Centro-destra fu defenestrato da alcuni consiglieri dello stesso schieramento proprio a causa del Piano Regolatore.

Sono trascorsi diversi anni da quando fu scelto come progettista del Piano Regolatore - oggi Pug - il prof. Dino Borri, noto ed apprezzato docente del Politecnico di Bari. Quella decisione, assunta dall’amministrazione da me presieduta, non fu mai formalmente revocata dalle amministrazioni successive ( 3 Sindaci e 2 Commissari di governo), anche se nel 2001 il sindaco di Centro-destra fu defenestrato da alcuni consiglieri dello stesso schieramento proprio a causa del Piano Regolatore.

Oggi siamo nelle condizioni di concludere positivamente l’iter lungo e contrastato del più importante strumento di governo del territorio. La recente decisione della Regione Puglia di presentare alcuni rilievi istruttori, molti dei quali di natura procedurale facilmente superabili, allunga il percorso solo di qualche mese. L’Amministrazione Comunale in carica può portare a compimento il percorso del Piano, fornendo i chiarimenti e le elaborazioni richiesti dalla Regione in sede di Conferenza di servizi, come previsto dalla L.r. n. 20/2001.

Così si sono comportati negli ultimi anni gli altri Comuni pugliesi. In questo senso, con autorevolezza, si sono pronunciati il prof. Borri e l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente. Quest’ultima, riferendosi al caso di Ceglie Messapica, ha affermato: “Mi pare impossibile che un’amministrazione comunale voglia assumersi la responsabilità di non concludere un percorso di pianificazione…condiviso da ben quattro Amministrazioni diverse”.

Eppure, se dobbiamo stare al manifesto apparso in città, il centro-destra cegliese preferirebbe buttare a mare il lavoro di tre lustri e ricominciare tutto daccapo. Per inseguire quali interessi? Per ricomporre quali equilibri? Intanto, come afferma l’assessore regionale Angela Barbanente, l’amministrazione comunale in carica si assumerebbe “la responsabilità di continuare a governare il territorio con un programma di fabbricazione del 1968 quando potrebbe invece facilmente dotare la città (promuovendo la conferenza di servizi) di uno strumento urbanistico moderno e di qualità… a vantaggio della vita degli abitanti e dello sviluppo della città”.

I Pug dei Comuni pugliesi, tutti tranne uno, sono stati approvati dalla Regione in seconda battuta, grazie alla conferenza di servizi. Dove sarebbe lo scandalo per Ceglie? Il sindaco, finora, si è sottratto al compito di promuovere la conferenza di servizi. Se non lo farà entro il 4 ottobre prossimo, si assumerà una responsabilità pesante e produrrà un gravissimo danno alla città.

Da subito decadrebbero le misure di salvaguardia. Poi, inevitabilmente, si rimetterebbe in moto la giostra degli appetiti assai difficile da controllare, anche per gli apprendisti stregoni. Se malauguratamente ciò dovesse accadere, la trovata propagandistica del centro-destra sul “Pug bocciato da Vendola” si rivelerebbe per quella che è: una caduca foglia di fico per coprire ben altro.

*già sindaco di Ceglie Messapica

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