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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Quando sesso e pericolo si fondono

Una studentessa ventiquattrenne muore in un garage a Roma durante un “gioco erotico”. La notizia che negli ultimi giorni scuote l’opinione pubblica pone delle domande che, se pur scontate, non trovano facili risposte. Si può morire per una pratica “sadomaso”? La curiosità di provare un’”esperienza alternativa” può portare una giovane studentessa alla morte, un’altra in gravi condizioni e un professionista ad un’accusa di omicidio preterintenzionale? Il fascino delle tecniche orientali è così forte da non far valutare i rischi ad esse associate o si tratta di perversione sessuale che quindi va collocata all’interno dei disturbi psichici?

Una studentessa ventiquattrenne muore in un garage a Roma durante un “gioco erotico”. La notizia che negli ultimi giorni scuote l’opinione pubblica pone delle domande che, se pur scontate, non trovano facili risposte. Si può morire per una pratica “sadomaso”? La  curiosità di provare un’”esperienza alternativa” può portare una giovane studentessa alla morte, un’altra in gravi condizioni e un professionista ad un’accusa di omicidio preterintenzionale? Il fascino delle tecniche orientali è così forte da non far valutare i rischi ad esse associate o si tratta di perversione sessuale che quindi va collocata all’interno dei disturbi psichici?

Nel caso dello Shibari (letteralmente l’atto di legare qualcuno), nato in Giappone come tecnica punitiva, colui che lega le corde assegna ad ogni fune uno specifico significato e posiziona ogni nodo nei punti salienti del corpo, quelli indicati dalla medicina orientale come punti di pressione. L’obiettivo, oltre al divertimento erotico in sé, è quello di riportare i protagonisti del “gioco” a ricercare sensazioni profonde. Questa tecnica è conosciuta come forma sadomaso e quindi l’eccitamento sessuale si raggiunge infliggendo sofferenza fisica.

Nel caso specifico dell’ingegnere quarantaduenne il comportamento sessuale si può considerare “abnorme” in relazione al parametro sociologico che identifica come “devianti” le condotte contrarie al costume di un certo contesto culturale. In questa prospettiva la società esprime dei giudizi di valore negativi verso alcune condotte sessuali, tanto che esse vengono definite “condotte sessuali devianti” in quanto contrarie alle norme di costume e della morale, indipendentemente dalla dimensione naturalistica.

Sotto questo aspetto, infatti, l’esercizio della sessualità è mosso da regole che si rifanno all’istinto riproduttivo, ma poiché nell’uomo il comportamento sessuale è essenzialmente appreso, esso è mosso da istinti fisiologici, ma soprattutto è regolato da norme della cultura di riferimento. Per questo motivo il costume e la morale intervengono in maniera decisiva nel regolare anche le norme sessuali. Ovviamente esse variano secondo i contesti culturali, secondo i luoghi, i tempi e sono in continua evoluzione.

L’opinione pubblica oggi è scossa dall’accaduto, sempre in virtù dell’etica e del buon costume diffuso in Italia e soprattutto nei piccoli centri del meridione, ma questo episodio porta a conoscere una realtà molto diffusa nella Capitale, ovvero l’esistenza di numerosi ritrovi di “bondage” dove si pratica abitualmente “sesso estremo”, a quanto pare con le dovute precauzioni per garantire la sicurezza dei partecipanti e avere tutto sotto controllo. L’ingegnere è un esperto e un assiduo frequentatore di questi posti, ma quella notte qualcosa è andato storto: una ragazza è morta e l’altra è in gravi condizioni. L’uomo ha chiamato i soccorsi e non è riuscito da solo ad evitare il peggio.

Secondo quanto racconta le ragazze erano consenzienti probabilmente perché curiose di provare sensazioni nuove. Ed è questo l’aspetto che porta maggiormente a riflettere: il bisogno dei giovani di fare esperienze diverse, a volte estreme. Forse solo per curiosità, a volte per noia, altre per il semplice gusto di provare sensazioni nuove. L’ingegnere, appassionato di Shibari e di “sesso estremo”, era un habitué di queste pratiche, ma le giovani pare ne avessero solo sentito parlare.

Hanno voluto fare una nuova esperienza che ad una di loro è costata la vita. A questo punto restano solo due famiglie che, scioccate dall’accaduto, cercano di capire cosa mancava alle loro figlie e perché abbiano acconsentito ad appartarsi in quel garage per provare nuove sensazioni.

*criminologa

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