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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Quanto conta il consiglio? Ecco invece quanto costano gli sprechi del Comune

Quanto conta il Consiglio Comunale? Mi sembra una domanda legittima, se si va ad esaminare quanto sta avvenendo da diverso tempo, all’insaputa del consiglio comunale e dei cittadini. Mi riferisco alle notevoli spese sostenute dal Comune di Brindisi sul fronte del contenzioso giudiziario, di quelle di precetti, di pignoramenti e relativi interessi, conseguenti al mancato pagamento nei termini di quanto previsti in sentenza e delle spese di soccombenza processuale. Ma anche alle ragioni del ritardo con cui vengono liquidate le fatture alle imprese che intrattengono rapporti con il Comune ed ai rilevanti interessi liquidati.

Quanto conta il Consiglio Comunale? Mi sembra una domanda legittima, se si va ad esaminare quanto sta avvenendo da diverso tempo, all’insaputa del consiglio comunale e dei cittadini. Mi riferisco alle notevoli  spese sostenute dal  Comune di Brindisi sul fronte del contenzioso giudiziario,  di quelle di precetti, di pignoramenti e relativi  interessi, conseguenti al  mancato pagamento nei termini di quanto previsti in sentenza e delle spese di  soccombenza processuale. Ma anche alle ragioni del ritardo con cui vengono liquidate le fatture alle imprese che intrattengono rapporti con il Comune ed ai rilevanti interessi liquidati.

Già nel passato chiedemmo le ragioni del ritardo  nel pagamento di alcune fatture relative agli anni 2008 al 2011,  per complessivi 414.638,42 ( 294.955,09 +  119.683,33) euro, che avevano motivato le imprese creditrici a chiedere al Comune  74.347,59 euro (58.567,42 + 15.780,17)  a titolo  di interessi di mora.

L’Amministrazione Comunale non ne ha mai chiarito  i motivi e l’importo totale degli interessi liquidati dal Comune nel corso degli ultimi anni, che si presumono molto consistenti. A questi si aggiungono  le spese relative alle numerosissime condanne  riportate dal comune per il risarcimento danni a pedoni e veicoli, a causa della scarsa manutenzione stradale, con la conseguenza, che probabilmente si sta verificando il  paradosso di  spendere di più  per pagare  questi  danni, anziché per organizzare ed effettuare la corretta manutenzione delle  strade.

E’ evidente, che in tutti questi casi non c’è alcun arricchimento o utilità  per il Comune e, per questo,  costituisce un danno ingiusto, un debito fuori bilancio, che deve essere riconosciuto nelle forme previste dal Testo unico degli enti locali e quindi portati a conoscenza del consiglio comunale e, di conseguenza,  dei cittadini. Come fanno la gran parte dei Comuni italiani, per informali del modo in cui viene speso il denaro proveniente  delle tasse, che pagano con grande sacrificio.

Invece il Consiglio Comunale di Brindisi, pur avendo la responsabilità di controllo politico amministrativo delle regole, che presidiano il bilancio e il contenimento della spesa, come puntualizzato  dalla Corte dei Conti di Puglia nel 2010, non è stato mai informato e chiamato a deliberarne il  riconoscimento. Una competenza che persiste anche in presenza di specifici  stanziamenti in bilancio, come confermato da molte sezioni regionali della  Corti dei Conti.

Una procedura disattesa per anni dall’Amministrazione comunale di Brindisi, che avendo di fatto derubricato le fattispecie a meri atti contabili, ha  schivato  la trasmissione degli atti relativi alla Corte dei Conti, per il  controllo, come prescrive la legge 289/2002.  Mi sembra opportuno  chiarire il motivo per cui il consiglio comunale e i cittadini non devono sapere come si spreca  il denaro pubblico. Non sono fatti loro? Non li riguardano? Non devono o non sono in grado di capire? Non bisogna dare conto a nessuno? Ma si può, infine,  continuare a spendere denaro in questo modo, specialmente ora, che le risorse si stanno continuamente riducendo?

Quello dei debiti fuori bilancio costituisce, purtroppo, un capitolo molto doloroso fatto di tante dimenticanze e distrazioni, nonostante le tante segnalazioni a cominciare dal 2008, rimaste senza effetto e  che potrebbero configurare una omissione di un compito d’ufficio. Eppure nonostante questo spreco ripetuto di  risorse comunali, che potrebbero essere meglio impiegate nei servizi , non sembra esserci  qualcuno, che controlli ed eventualmente intervenga per porci rimedio.

Ma il  ritardo dei  pagamenti alle imprese pone in tutta la loro gravità, anche le difficoltà  in cui sovente si dibattono quelle che stipulano contratti  con la Pubblica Amministrazione, specie quelle di piccole o medie dimensioni, a causa della mancanza di liquidità, connessa con questi  notevoli ritardi , che mettono a rischio la loro sopravvivenza, soprattutto in questa fase di recessione e  di difficile accesso al credito. Certamente non in linea con la direttiva dell’Unione Europea 2011/7/UE ,  che dispone  il pagamento dei debiti degli enti Locali entro 30/60 giorni.

La questione però ripropone anche il grande tema della trasparenza amministrativa, che il sindaco ha assunto come impegno ed obiettivo della sua azione amministrativa, e che, purtroppo, forse anche per il limitato tempo dell’impegno,  rischia di rimanere una dichiarazione di principio, priva di un qualche effetto pratico, se non si mettono in campo  gli strumenti adeguati a darle  sostanza, in questo come in altri campi dell’azione amministrativa.

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