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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Quegli enti commissariati che la Regione dimentica

In un momento di difficoltà economica è giusto che ognuno, per la sua parte, contribuisca alla ripresa. A questo impegno sono stati chiamati milioni di italiani, dal ceto medio all’operaio, a coloro che sono costretti a rinviare la data della meritata pensione, ai disoccupati che crescono a migliaia ogni giorno. Non ci interessa oggi stabilire se le decisioni assunte dal Governo siano le più eque, o chiederci se si poteva fare di meglio e di più (discorso che comunque abbiamo già affrontato), a ciò penserà la politica nel prossimo dibattito parlamentare per la ratifica, o il miglioramento, dei provvedimenti contenuti nel decreto. Quello che ci preme evidenziare, come hanno fatto anche altri autorevoli commentatori, che per raggiungere l’obbiettivo del risanamento che, ripetiamo, non è solo di carattere economico ma anche morale, è necessario che ogni difesa corporativa faccia un passo indietro e soprattutto si cancellino tutte le zone franche dove si annidano sprechi e parassitismi clientelari di ogni tipo.

In un momento di difficoltà economica è giusto che ognuno, per la sua parte, contribuisca alla ripresa. A questo impegno sono stati chiamati milioni di italiani, dal ceto medio all’operaio, a coloro che sono costretti a rinviare la data della meritata pensione, ai disoccupati che crescono a migliaia ogni giorno. Non ci interessa oggi stabilire se le decisioni assunte dal Governo siano le più eque, o chiederci se si poteva fare di meglio e di più (discorso che comunque abbiamo già affrontato), a ciò penserà la politica nel prossimo dibattito parlamentare per la ratifica, o il miglioramento, dei provvedimenti contenuti nel decreto. Quello che ci preme evidenziare, come hanno fatto anche altri autorevoli commentatori, che per raggiungere l’obbiettivo del risanamento che, ripetiamo, non è solo di carattere economico ma anche morale, è necessario che ogni difesa corporativa faccia un passo indietro e soprattutto si cancellino tutte le zone franche dove si annidano sprechi e parassitismi clientelari di ogni tipo.

Se, come dicono i cinesi, vogliamo tenere pulita la strada dove camminiamo, cominciamo dal ripulire da soli il tratto di marciapiedi prospiciente l’uscio di casa nostra. Rapporti con il governo centrale a parte, oggettivamente difficoltosi per evidenti ragioni politiche (si pensi ad esempio al caso dei fondi Fas), è necessario che anche in Puglia si cominci seriamente a fare pulizia di incrostazioni clientelari e di sacche di inefficienza. Il presidente Vendola, proprio per il profilo mediatico che ha scelto, per l’immagine che la gente si è fatta di lui, di politico distante dalle logiche e dai condizionamenti degli apparati di partito, dovrebbe essere molto più incisivo rispetto a quanto non abbia mostrato in questi primi cinque anni di presidenza della Giunta Regionale.

Si parla tanto di costi della politica. Sono da tempo odiosamente insopportabili, ora anche per elementari limiti di cassa. A costare non sono solo i troppi consiglieri e assessori regionali. Costa altrettanto, se non addirittura ancora di più, quel complesso sistema di apparati paraburocratici che ruotano intorno alla politica. Abbiamo già avuto modo di scrivere, a proposito dello scandalo della Protezione Civile, del connubio, spesso criminoso, che esiste tra imprese e grandi apparati dello Stato attraverso il quale ruota il sistema delle infrastrutture. Situazione ulteriormente aggravata da uno “spoil system” di italica furbizia. E non solo. A ciò occorre aggiungere i doppi, tripli incarichi, i collaudi che la dirigenza perpetua all’infinito, passando in maniera trasversale attraverso le amministrazioni di diverso colore che si alternano al governo delle istituzioni. Succede anche nella Puglia del centrosinistra.

Vendola ha deciso di cambiare metodo nella nomina dei vertici della sanità. E’ una decisione che non significa ancora la soluzione dei problemi che travagliano il nostro sistema sanitario e ospedaliero, e la cui validità va verificata sul campo, ma che indica invece un tentativo serio per intraprendere quel percorso nuovo, che l’opinione pubblica invoca da sempre. Sarebbe sbagliato però ritenere che tutto il complesso e radicato sistema di sprechi e malcostume possa abbattersi con interventi radicali solo sulla sanità. Esistono tanti settori della Regione, dall’economia ai lavori pubblici, dal turismo ai trasporti etc., dove le zone d’ombra non solo esistono ma che in qualche caso se ne formano di nuove.

Esempi? Tanti e qualcuno clamoroso. A Brindisi, ad esempio, da nove anni –si, proprio da nove anni, dall’inizio della presidenza Fitto!- alla testa del Consorzio dell’Area di Sviluppo Industriale, uno dei più importanti della Puglia (che ha competenze anche su Ostuni, Fasano e Francavilla Fontana), c’è un commissario straordinario, dirigente regionale, che percepisce quasi 6 mila euro al mese (oltre il suo stipendio di dirigente e rimborsi vari), e al suo incarico non dedica più di qualche ora alla settimana. Se ne sono accorti Vendola e, per competenza assessorile, Frisullo prima, e la Capone oggi che a vertice all’Asi di una delle capitali dell’industria meridionale c’è un signore che è privo di alcuna legittimazione democratica visto che la legge impone che ci sia un normale consiglio di amministrazione? Sento già l’obiezione: un consiglio costerebbe forse di più rispetto all’attuale commissario! Dipende, e comunque sarebbe un costo riveniente dal rispetto della legge e della democrazia e non è detto che funzionerebbe peggio di una gestione commissariale. Quello di Brindisi è l’unico caso in Puglia?

Purtroppo no, sarebbe troppo bello. Non abbiamo l’elenco preciso ma gestioni commissariali decise dalla Regione esistono agli istituti delle Case Popolari, dove da cinque anni sono stati insediati vice prefetti (geneticamente più onesti dei politici? Dalle carte di Anemone relative ad altre vicende sembrerebbe proprio di no); così come commissari straordinari siedono alla testa delle Aziende per il Turismo, scelti questa volta tra gli amministratori delle Camere di Commercio (anche questi signori sono geneticamente più onesti dei politici? Conflitto d’interesse a parte). E perché lasciare fuori i presidenti delle tre autorità portuali pugliesi, quelle di Bari, Brindisi e Taranto che mediamente, al lordo, portano a casa un ventimila euro al mese. E’ vero che sono nominati dal ministro dei Trasporti, ma su designazione regionale dopo le segnalazioni di comuni, province e camere di commercio interessate. Se consideriamo che non sempre si tratta di super manager che dovrebbero trasformare in ricchezza per tutti la collocazione naturale dei nostri porti nel cuore del Mediterraneo, ma spesso anche di gagliardi vecchietti che marciano verso l’ottantina, si capisce perché siamo dove siamo. Hanno niente da dire Vendola e i suoi assessori in merito?

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