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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Blog Collettivo

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Quorum e primarie a sinistra: PdL e Lega rischierebbero il ko finale

L’esito del referendum non avrà conseguenze sul governo perchè, qualunque sia l’esito, Berlusconi e Bossi negano di avere in calendario le dimissioni. Tuttavia il raggiungimento del quorum può influire sul corso delle cose. E’ del tutto evidente che il passaggio dei quattro quesiti, e in particolare quello sul legittimo impedimento, può dare il polso sulla tenuta del blocco elettorale del centro-destra.

L’esito del referendum non avrà conseguenze sul governo perchè, qualunque sia l’esito, Berlusconi e Bossi negano di avere in calendario le dimissioni.  Tuttavia il raggiungimento del quorum può influire sul corso delle cose. E’ del tutto evidente che il passaggio dei quattro quesiti, e in particolare quello sul legittimo impedimento, può dare il polso sulla tenuta del blocco elettorale del centro-destra.

La crisi politica è del tutto evidente ed è stata platealmente dimostrata dalle sconfitte di Napoli e Milano oltre che dal blocco della crescita della Lega. Il partito di Bossi è in piena crisi di idee e si manifestano in modo ormai non più occultabili le differenze nel gruppo dirigente. Il profilo basso che il ministro Maroni sta tenendo contraddistingue la sua scarsa adesione alle ultime sortite dei suoi colleghi di partito. Così come l’accennarsi dei primi distinguo sull’azione del ministro Tremonti sta portando alla luce il fastidio della Lega verso il rigorismo del titolare dell’Economia.

Nel PdL la nomina di Alfano appare un pannicello caldo non solo perché ha accelerato il distacco dei sicilianisti ma soprattutto, come hanno messo in mostra i discorsi dei direttori del giornali di destra nella kermesse organizzata da Giuliano Ferrara, non  riesce a nascondere la profonda insoddisfazione che il popolo berlusconiano comincia ad avere verso la leadership e la conduzione del partito.

Se il quorum  non venisse raggiunto è del tutto evidente che la destra potrebbe vantare la disciplina elettorale del proprio campo mentre se invece  il quorum venisse superato sarebbe proprio il segnale che non ci sono più battaglie in grado di mobilitare il cosiddetto “popolo delle libertà”. La situazione è tale che solo una ripresa d’iniziativa del centro-sinistra può assicurare l’approfondimento della svolta.

Qui ormai si registrano alcune novità. La prima è che l’intero fronte radical si va moderando. E’ particolarmente significativo che sia le prime dichiarazioni di De Magistris sia le recenti prese di posizione di Di Pietro siano meno barricadiere di quelle di appena sei mesi fa. La vittoria di Pisapia a Milano e le caratteristiche della nuova giunta, con l’ingresso di Tabacci, indicano come lo stesso fronte vendoliano stia elaborando una strategia delle alleanze che assomiglia agli schemi del Pd.

In questo partito si è indubbiamente rinsaldata la segreteria di Bersani e hanno perso smalto i suoi oppositori, soprattutto la minoranza veltroniana,  ma diventa sempre più urgente la calendarizzazione delle prossime scadenze. Bisogna cominciare ad essere chiari. E’ del tutto evidente che il tema delle primarie sta diventando cruciale non solo perché la destra appare suggestionata da questa prospettiva ma anche perché esse appaiono oggi convenienti allo stesso Bersani che gode di un consenso esteso come mai prima d’ora.

Un centro-sinistra che chiamasse la sua gente ad una scelta della leadership potrebbe scatenare molteplici contraddizioni nell’altro fronte mettendo a confronto il proprio dinamismo con il conservatorismo del berlusconismo declinante. Anche il tema di un nuovo patto fondativo fra Pd e Sel, rilanciato da Vendola e precedentemente sollevato da Nicola Latorre e Goffredo Bettini, potrebbe avere il segno di una ricomposizione dopo anni di divisioni e di contrapposizioni.

La questione del partito a vocazione maggioritaria che nell’ipotesi veltroniana nacque come conventio ad excludendum potrebbe finalmente presentarsi nelle primitiva versione prodiana di alleanza fra riformisti e radicali. Dal passato del centro-sinistra vengono così alcune chiavi di lettura utili per il presente, mentre la destra è costretta ad adorare vecchie icone ingiallite. Potrebbe essere il segno dei tempi nuovi.

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