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Sabato, 20 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Se Ingegneria chiude, è un bene o un male? La politica ci faccia sapere

Sempre più difficile la situazione dei corsi dell’Università del Salento alla Cittadella della Ricerca. Si trovano soldi e soluzioni per l’effimero, non si trovano – almeno sino a questo momento – soldi e volontà per difendere le sedi dell’alta formazione a Brindisi, in netto contrasto con tutte le manifestazioni di preoccupazione per l’emigrazione altrove dei saperi e delle risorse rappresentate dai giovani. Forse l’effimero a Brindisi comprende anche gran parte delle dichiarazioni della politica, senza esclusione di alcuna parte di essa, a destra e sinistra.

Sempre più difficile la situazione dei corsi dell’Università del Salento alla Cittadella della Ricerca. Si trovano soldi e soluzioni per l’effimero, non si trovano – almeno sino a questo momento – soldi e volontà per difendere le sedi dell’alta formazione a Brindisi, in netto contrasto con tutte le manifestazioni di preoccupazione per l’emigrazione altrove dei saperi e delle risorse rappresentate dai giovani. Forse l’effimero a Brindisi comprende anche gran parte delle dichiarazioni della politica, senza esclusione di alcuna parte di essa, a destra e sinistra.

Venerdì prossimo si riunirà il consiglio della Facoltà di Ingegneria industriale, per assumere decisioni sul proprio futuro. Le iscrizioni sono in crescita, l’opportunità di raggiungere una laurea triennale  senza emigrare verso università del Nord o del Centro Italia, con costi ormai insopportabili per la maggior parte delle famiglie di questo territorio, è senza dubbio importante. Ma cosa accade alla Facoltà di Ingegneria che ha sede in Cittadella della Ricerca? Accade che la Provincia di Brindisi non ha più rinnovato la convenzione scaduta nel 2011.

Quindi questo corso universitario non ha più titolo per restare nella sua attuale sede, visto che gli immobili sono di proprietà della Provincia, né riceve più alcun finanziamento dagli enti territoriali, quindi dovrebbe chiudere e trasferirsi a Lecce. L’emergenza è più attenuata invece per la specialistica in Ingegneria aerospaziale e per la Facoltà di Scienze sociali, per le quali c’è la copertura di una convenzione ventennale, ma ugualmente si pone il problema del mancato arrivo dei finanziamenti previsti dalla convenzione che coinvolge Provincia, Comune di Brindisi e Camera di Commercio.

BrindisiReport.it denuncia da tempo questa situazione, in un contesto in cui si stanno manifestando sempre più i guasti delle politiche attuate verso Cittadella della Ricerca. Perché se da un lato è indiscutibile che i tagli dei fondi agli enti locali e all’università da parte degli ultimi governi  hanno un peso specifico rilevante in questa situazione, dall’altro è anche vero che un ben identificato settore della politica locale ha imposto un percorso, quello della liquidazione di Cittadella della Ricerca Scpa, che secondo la relazione commissione d’inchiesta del consiglio provinciale, illustrata nell’ultima, turbinosa seduta prima dello scioglimento, sarebbe stato tranquillamente evitabile.

Ora Cittadella della Ricerca perde pezzi, perché nessuno ne sta ripensando e riprogrammando il ruolo, mentre la mano è passata non alla progettazione politica (quante promesse elettorali galleggiano nei canali del Brindisino, visto che fiumi non ce ne sono), ma ai ragionieri e ai decreti ingiuntivi, il che denota una deriva appunto liquidatoria e non propositi di rilancio. La Provincia, Il Comune di Brindisi possono tranquillamente e legittimamente decidere, a differenza di quanto fecero ed attuarono nel 2005 Michele Errico e Domenico Mennitti, che la città e questo territorio in difesa dei quale si è creato uno sbarramento di petti eroici nei mesi scorsi, possono fare tranquillamente a meno dell’università. Ma lo dicano chiaramente.

Le ragioni economiche vi sarebbero, perché è vero che oggi vi è crisi di risorse finanziarie persino per i servizi di base, e da qui discende l’arretrato dei contributi previsti dalla convenzione ventennale con Unisalento, ad esempio. Ma la ragione politica può essere più forte, e trovare soluzioni. Partendo dal fatto che le Province sono di fatto spogliate dei compiti verso la pubblica istruzione e che non torneranno mai ad essere ciò che erano, accorpamenti o non accorpamenti, l’ente Provincia brindisino è tuttavia il proprietario degli immobili di Cittadella della Ricerca, dove sono ospitate le facoltà universitarie. Bisogna partire da questo punto.

Dovendo giocare su budget oramai risibili, è anche comprensibile che la Provincia di Brindisi, oggi commissariata, possa trovarsi a decidere se pagare l’università o salvare in qualche modo la società in house Santa Teresa ed i suoi lavoratori, alla quale è stata affidata la gestione della manutenzioni ordinarie del complesso scientifico-tecnologico, mentre i canoni di affitto da qualche mese sono incassati direttamente dai servizi finanziari di Palazzo de Leo. Ma una via alternativa esiste, ed è quella del comodato d’uso gratuito. La Provincia rinunci a monetizzare l’occupazione dei locali attuali da parte della Facoltà di Ingegneria industriale, e li conceda ai corsi di Unisalento gratuitamente come contributo all’alta formazione dei giovani di questo territorio. Un discorso del genere si potrebbe fare anche con l’altra facoltà. Certo, l’università dovrebbe rinunciare al contributo pubblico, o a parte di esso, ma in tempi di crisi bisogna assumere assetti adeguati.

Tutto ciò potrebbe aprire le porta ad idee condivise tra università e territorio, spostando il colloquio attuale dalla mera contabilità al futuro. L’università a Brindisi, soprattutto Ingegneria, può guardare certamente alla collaborazione con i paesi transfrontalieri come Grecia, Albania, Montenegro, ed altre nazioni balcaniche per una offerta di formazione di base ma anche specialistica. Qui potrebbe prendere vita un Politecnico del Sud-Est per l’ingegneria aerospaziale. La logistica c’è: una grande foresteria, la mensa, e altre caratteristiche tipiche di un campus. Perché lasciare la parola ai liquidatori e ai servizi finanziari? Qualcuno teme l’esistenza di un progetto occulto di decadimento pilotato, per consegnare l’area alla convegnistica privata. Non sappiamo se questo disegno sia immaginario o reale, ma la situazione è grave.

Se ne era reso conto l’attuale sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, che ha dichiarato in uno dei suoi discorsi il proposito di fare assumere il controllo di Cittadella al Comune di Brindisi per rilanciarvi la presenza di attività di ricerca e garantire la presenza dell’alta formazione universitaria. Il compito per il solo Comune di Brindisi sarebbe improbo, se non vi fosse anche il concorso della Provincia anche nelle sue nuove funzioni e almeno in questa fase di transizione. Ma qualcuno deve cominciare, qualcuno deve assumere questo impegno.

Le nostre perplessità sulla selezione della futura classe di parlamentari era e resta legata all’assenza vistosa in questo genere di impegno, che riguarda direttamente anche il futuro di ogni giovane la cui famiglia non ha oggi possibilità di garantire gli studi altrove. Non è questione di assicurare un titolo di studio comunque e qualunque: a Scienze sociali era stato aggiunto il progetto Ingegneria, e poli la specialistica in Aerospaziale, guardando alle linee di crescita dell’economia locale, e poi si era cominciato a parlare anche di Agraria e di Farmaceutica, guardando ancora al territorio e ai suoi insediamenti.  Tutto questo oggi è fermo e rischia di andare perduto.

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