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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Sottosegretari per caso: il premier non ha chiuso la partita con i Responsabili

La cattiva fama, la “nominata” avrebbe detto mia madre, se l’è fatta Scilipoti ma all’incasso ci sono andati altri nove e lui e Sardelli sono rimasti a bocca asciutta. La nomina dei nuovi sottosegretari, piccola avanguardia rispetto agli altri che Berlusconi ha in animo di portare al governo nel prossimo futuro, segna il passaggio definitivo dalla politica al suk. Personaggi improbabili, reduci di tante avventure, spesso totalmente privi di competenze, dovranno occuparsi, nei diversi settori, dei problemi dello Stato. Pensate un po’. Fra i tanti, alcuni colpiscono in particolare.

La cattiva fama, la “nominata” avrebbe detto mia madre, se l’è fatta Scilipoti ma all’incasso ci sono andati altri nove e lui e Sardelli sono rimasti a bocca asciutta. La nomina dei nuovi sottosegretari, piccola avanguardia rispetto agli altri che Berlusconi ha in animo di portare al governo nel prossimo futuro, segna il passaggio definitivo dalla politica al suk. Personaggi improbabili, reduci di tante avventure, spesso totalmente privi di competenze,  dovranno occuparsi, nei diversi settori, dei problemi dello Stato. Pensate un po’. Fra i tanti, alcuni colpiscono in particolare.

Prendete  Luca Bellotti, quello che assomiglia a Spalletti, che ho visto tante volte in Transatlantico scodinzolare alle spalle di Gianfranco Fini, fedelissimo più di un labrador, che improvvisamente ha scoperto la vocazione di governo. Oppure Riccardo Villari, medico e affabulatore, che il Pd ha maltrattato dopo che lui aveva maltrattato il Pd facendosi eleggere a capo della Vigilanza Rai e che oggi è alla corte di Berlusconi senza dare una spiegazione. Oppure ancora Aurelio Misti che abbiamo incontrato in tutte le salse della sinistra fino all’avventura dipietrista che arriva al governo dopo la conversione al rito di Arcore.

Oppure Daniela Melchiorre, la bellona portata in parlamento da Dini che ha trattato disperatamente con tutti fino a concludere l’affare con Silvio. Fra questi manca Massimo Calearo che non ce l’ha fatta a diventare ministro né sottosegretario ma collaborerà fianco a fianco con Berlusconi dopo averlo attaccato prima da proto-leghista poi da deputato del Pd di rito veltroniano.  Tutto ciò avviene in un parlamento delegittimato perchè stiamo parlando di signori e signore che, se ci fossero i collegi o il voto di preferenza, starebbero a casa o cercherebbero, probabilmente senza successo, di farsi eleggere consiglieri comunali.

E’ questo quello che rende ancora più sgradevole l’infornata di sottosegretari. Non rappresentano nulla né alcuno, in gran parte hanno tradito il mandato elettorale e sono totalmente irresponsabili. E’ abbastanza divertente vedere questa loro oggettiva caratteristica confrontata con l’auto-rappresentazione che espongono, fieri di aver salvato Berlusconi e probabilmente anche il loro personale “di dietro”. Per Berlusconi la nomina non chiude il problema. Troppi ne ha nominati, troppi sono rimasti fuori. Che dire del nostro corregionale Sardelli o del povero Scilipoti o di Pionati che dice di aver fatto il giornalista all’insaputa della categoria?

C’è infine  un gigantesco problema politico sollevato dal Capo dello Stato. Il ragionamento del Colle non fa una grinza e si fonda sulle stesse dichiarazioni dei “Responsabili”  e del premier. Sono loro ad aver detto che il nuovo gruppo parlamentare configura una nuova maggioranza, che la vecchia è andata via con Fini, che i nuovi sono la terza gamba del centro-destra. Napolitano li ha presi in parola e ha fatto notare che se cambia la maggioranza questa deve cercarsi i voti in parlamento perché la fiducia era stata data ad un’altra maggioranza.

Non sappiamo come finirà, probabilmente questa nuova maggioranza troverà i voti anche se per fare nuovi sottosegretari Berlusconi dovrà fare una legge che allarghi la compagine governativa. Il galleggiamento del centro-destra è il tratto distintivo di questa fase politica. Nel barcone degli arricchiti si sono pigiati uno sull’altro i profughi di tante stagioni politiche ansiosi di trovare nello scafista Berlusconi il timoniere che li porterà alla salvezza. La loro, perchè la nostra se la stanno giocando.

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