Strategie elettorali: quando il cucciolo alza lo share
Monti si era proposto come il federatore degli scontenti del bipolarismo, voleva sfondare a destra e non ce l’ha fatta, dando modo al Cavaliere di ri-armarsi e arruolare i suoi. E così la coalizione dei centristi, è stretta tra due coalizioni “tradizionali” e per rompere il fronte, al Prof tocca indossare la tuta mimetica, lo stile sanguigno della politica, persa quell’aura di ragionevolezza ed equilibrio. Ma la mutazione non riguarda solo lo stile ma i contenuti , perché la campagna elettorale che sta conducendo va in altra direzione.
Monti si era proposto come il federatore degli scontenti del bipolarismo, voleva sfondare a destra e non ce l’ha fatta, dando modo al Cavaliere di ri-armarsi e arruolare i suoi. E così la coalizione dei centristi, è stretta tra due coalizioni “tradizionali” e per rompere il fronte, al Prof tocca indossare la tuta mimetica, lo stile sanguigno della politica, persa quell’aura di ragionevolezza ed equilibrio. Ma la mutazione non riguarda solo lo stile ma i contenuti , perché la campagna elettorale che sta conducendo va in altra direzione.
Dopo averci persuasi della necessità di sacrifici, ora il Prof pare in letargo, disconosciuta la paternità del redditometro, partecipa al balletto delle promesse di riduzione delle tasse, compresa l’Imu, quando a dicembre ci ha detto che toglierla avrebbe voluto dire raddoppiarla l’anno dopo.
Il motto rigore ed equità se l’è perso per strada, il principio che chi più ha più deve pagare, appartiene al passato, un mese fa. Abbandonati i punti di convergenza con il Pd, ha aperto il fuoco sul Pd, assegnando a Vendola-Camusso-Fassina il ruolo di conservatori. Cos’è accaduto ? E’ l’anima neoliberista che rugge, o la mimesi piegata dalle contingenze tattiche per conquistare quell’elettorato di destra, ancora indeciso ?
A me pare, che appesi loden e coerenza al chiodo, sia diventato uno dei tanti contendenti della campagna elettorale, senza distinguersi né per stile né per contenuti. E così nella caccia all’elettore, ci sta pure il cucciolo, che intenerisce. Sul profilo Twitter Mario Monti pubblica una foto con il cane adottato a 'Le invasioni barbariche', durante l'intervista con Daria Bignardi; «Vi presento Empatia, per gli amici Empy», commentando l'immagine che lo vede con in braccio Trozzy, da poco ribattezzato.
E il web si scatena per trovare il nome più indicato ed all’ hashtag di #chiamailcanedimonti, c’è chi dice lo chiama «Spread... così potrebbe ordinargli 'Giù, Spread'», « Differenziale ("Diffie")», «Iban il terribile» o “Fido... Fido bancario». Perché tra Imu e lavoro che non c’è, comunque il 55% degli italiani ha Fido o Felix in casa; i politici lo hanno capito e applicano la strategia: apparire come uno di noi e così sale pure lo share.
Non a caso, il primo a inaugurare la moda è stato il Cavaliere, quando in tempi non sospetti, pubblicò su Facebook una foto che lo ritraeva con Puggy, il carlino di Michela Biancofiore. Oggi ci riprova con Vittoria, dono della Fida Michela Brambilla, nota animalista. Mania importata dagli americani ? Forse: Obama ha il fedele Bo che ha un profilo Facebook e il cane di Bush è morto dopo 8 anni alla Casa Bianca.
Speriamo che dopo il voto questi cuccioli non siano sfrattati (come gli italiani) dalle auliche residenze. Che dire ? Questa campagna elettorale è strana, i candidati hanno scelto il binomio tv-twitter snobbando le piazze, assediate dal solo Movimento 5 Stelle. Grillo usa la combinazione comizi-rete: lo tsunami tour è il frutto digitale di gente reale fatta da uomini e donne che nonostante il freddo, vanno in piazza. E chissà, il fatto che nessun tg ne parli potrebbe rendere scottante la sorpresa, il giorno dopo il voto.