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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Bambini e trauma da terremoto: come elaborare l'accaduto

Il terremoto del Centro Italia ha stravolto tante, tantissime persone. E tra questi moltissimi bambini ne sono rimasti vittime. Il trauma che procura una catastrofe naturale attraversa l’animo di ognuno di noi in modo irrevocabilmente doloroso

Il terremoto del Centro Italia ha stravolto tante, tantissime persone. E tra questi moltissimi bambini ne sono rimasti vittime. Il trauma che procura una catastrofe naturale attraversa l’animo di ognuno di noi in modo irrevocabilmente doloroso. E per i più piccoli il trauma vissuto resta spesso non elaborato in modo adeguato e le ferite emotive permangono anche per anni.

Solitamente la risposta psico biologica del bambino all’evento critico si esplicita in due momenti: iperattivazione e dissociazione; nella prima fase di minaccia c’è allarme, aumento di battito cardiaco, pressione sanguigna, respirazione e tono muscolare; ne conseguono pianto e urla. Successivamente, nella dissociazione, il bambino è in confusione e si ritrae dagli stimoli del mondo esterno nel suo mondo interno, mettendo in atto strategie di evitamento.

Nella mente dei più piccoli eventi fortemente sgradevoli, come terremoti, segnano un trauma, la risposta è paura, terrore, incredulità, incomprensione. Tutti noi, ed in particolare i bambini, abbiamo bisogno della sensazione di mantenere un controllo sulla realtà che ci circonda, sapere di poter approdare ad una base sicura; invece – dopo un evento critico – si realizza che non tutto po’ essere controllato.  

La vulnerabilità, pertanto, rappresenta il “cuore” della reazione all’evento critico. Nello sviluppo del bambino la capacità di adattamento ad un mondo sicuro e fiducioso viene meno, cresce il senso della paura e dell’essere spaventati da chiunque e in qualunque momento. Il bambino vede il suo mondo non più rosa e variopinto, ma grigio e la minaccia della paura è sempre più presente; non può prevedere e controllare nulla, inizia a credere che “quello che mi accade dipende da quello che faccio”, “se mi comporto bene non mi accadrà nulla di male”; tende ad attribuirsi queste colpe perché gli dà l’illusione del controllo. Il bambino si sente impotente, colpevole, in balìa degli eventi, succube.

Esistono macerie prodotte dai terremoti e dalle altre catastrofi naturali estremamente difficili da rimuovere: sono queste le scosse di particolare intensità che lasciano nella memoria dei più piccoli e dei più indifesi un segno indelebile anche a distanza di anni. La Sindrome Postraumatica da Stress emerge anche dopo mesi l’accaduto e nell’animo del bambino imperano sentimenti di angoscia, senso di impotenza, terrore, l’idea che da un momento all’altro tutto crolli di nuovo, incubi notturni e disturbi alimentari.

Questo malessere può essere alleviato fin da subito anche dal supporto e dalla vicinanza di persone affettivamente importanti, come i genitori che a loro volta devono far leva su una grandissima forza di volontà. Come? Ascoltando le domande dei piccoli e rispondendo con sincerità: nascondere alcune verità non aiuta chi racconta né chi ascolta ad elaborare l’evento. La realtà è molto ben visibile e non la si può negare; i bambini comprendono molto più di ciò che crediamo e potrebbero credere di non essere degni della verità e pur di darsi una spiegazione a ciò che vivono iniziano a fantasticare, immaginare alternando il vissuto.

Elaborare significa attraversare e condividere l’esperienza emotiva insieme ad un adulto. È importante anche rispettate e normalizzare le emozioni e le paure dei bambini, anche se possono sembrare eccessive o irrazionali. Inoltre occorrerebbe non mostrarsi eccessivamente forti e capaci perché ciò stonerebbe con la realtà vissuta confondendo ancora di più il piccolo. Un’esposizione indiretta – attraverso i media, i racconti, la vista - ad un evento traumatico può incidere sul benessere psichico di adulti e bambini, arrivando a costituire un fattore di rischio per lo sviluppo della una sintomatologia, come il Disturbo Post-Traumatico da Stress.

Evitare, pertanto, che i bambini siano esposti a situazioni che ricordano l’evento traumatico vissuto, può aiutare a lenire la ferita, poiché già le immagini del disastro vissuto esistono già nella loro mente. Un’esperienza così disastrosa e tragica segna profondamente i bambini, che hanno diritto più di tutti di un mondo di speranza e variopinto. E il motivo per andare avanti, ricostruire, credere di potercela fare sono proprio loro, perché percorreranno le strade del futuro.

Telefono Azzurro mette a disposizione dei bambini e dei loro genitori l’assistenza telefonica attraverso le sue linee di ascolto, il 114 Emergenza Infanzia e l’1.96.96, dedicato a bambini e adolescenti. È attiva anche la chat (www.azzurro.it/chat), dove ogni giorno persone esperte di bisogni di bambini e ragazzi sono pronte a rispondere alle loro richieste. (rita.verardi@libero.it)

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