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Martedì, 23 Aprile 2024
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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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Un Pd più preoccupato dagli avversari, che dal distacco dalla società

Hanno ragione Dipietrangelo e Caldarola quando sostengono che sarebbe sbagliato evitare un profondo dibattito sulle difficoltà del Partito Democratico. Riguardo alle scelte politiche la mia analisi e' molto semplice. Dopo la fase del Governo Berlusconi, disastrosa sul piano politico e morale, ma caratterizzata anche da scelte come l'aumento delle pensioni minime, l'abolizione dell'Ici sulla prima casa, il rinvio degli interventi dolorosi sulle pensioni, l'incremento dei fondi per gli ammortizzatori sociali, ci siamo trovati di fronte al bivio: andare alle elezioni o sostenere un governo capace di fronteggiare l'emergenza dello spread.

Hanno ragione Dipietrangelo e Caldarola quando sostengono che sarebbe sbagliato evitare un profondo dibattito sulle difficoltà del Partito Democratico. Riguardo alle scelte politiche la mia analisi e' molto semplice. Dopo la fase del Governo Berlusconi, disastrosa sul piano politico e morale, ma caratterizzata anche da scelte come l'aumento delle pensioni minime, l'abolizione dell'Ici sulla prima casa, il rinvio degli interventi dolorosi sulle pensioni, l'incremento dei fondi per gli ammortizzatori sociali, ci siamo trovati di fronte al bivio: andare alle elezioni o sostenere un governo capace di fronteggiare l'emergenza dello spread.

Il Pd ha scelto la seconda strada (scelta generosa e probabilmente giusta), ma in alcuni casi ha rinunciato a svolgere un ruolo autonomo, in altri casi non è' stato in grado di condizionare positivamente le scelte del governo Monti che incidevano pesantemente sul tenore di vita delle famiglie: blocco dell'adeguamento delle pensioni, dramma degli esodati, Imu rivalutata sulla prima casa, aumento in generale della pressione fiscale e tariffaria, licenziamenti più' facili. In verità alcuni provvedimenti sarebbero stati ancora piu' negativi senza l'intervento del Pd, primo tra tutti la legge sul mercato del lavoro, ma e' proprio difficile comunicare positivamente un ruolo "menopeggiorista".

Verosimilmente non sono da soli questi provvedimenti a spiegare la recessione economica italiana, ma è sicuramente vero che essi hanno amplificato la percezione reale del disagio sociale che, oltre ai ceti popolari e ai ceti medi,  ha non solo lambito ma in molti casi colpito anche settori della imprenditoria italiana, in particolare quella che produce e lavora per il mercato interno o per la pubblica amministrazione. Mentre tutto questo si verificava i media hanno quotidianamente rammentato ai cittadini che invece slittavano di mese in mese provvedimenti di riforma della politica e di riduzione dei suoi costi.

Per far passare questi provvedimenti certo il Pd non aveva una maggioranza parlamentare ma non ha nemmeno ingaggiato una visibile battaglia. Non basta il racconto di quest'ultimo triennio per spiegare una buona parte dei problemi elettorali del Pd? Persino i troppi personalismi del gruppo dirigente o la burocratizzazione carrieristica di molti esponenti periferici sarebbero passati in secondo piano se il Pd avesse sviluppato una funzione percepita come socialmente utile.

Certamente vi sono grossi problemi di comunicazione, a partire dalla difficoltà di considerare i propri simpatizzanti non solo elettori in servizio permanente per selezionare le elite ma anche teste pensanti che vogliono contribuire alle idee e ai programmi. Quante serate abbiamo passato io e Carmine Dipietrangelo ad ascoltare gli interventi di decine di militanti nelle vecchie sezioni di partito. Oggi ci fosse almeno la possibilità' di partecipare via Internet! Date un'occhiata al sito del Pd e vi sorprenderete di quanto siamo distanti da forme anche minime di democrazia partecipata.

Persino i partiti ideologici del passato coniugavano sapientemente programmi e interessi sociali. Per questo non ci sono scorciatoie. La strada per radicarsi socialmente in una società frammentata e in un contesto europeo che non lascia molti spazi per l'utilizzo della spesa pubblica come principale canale della redistribuzione sociale e' una strada in salita. Ma per salvare il Pd dalla tendenza al declino questa e' l'unica strada utile, chiunque sia il leader dei prossimi anni e purché si voglia evitare quella berlusconizzazione di fatto di cui ha parlato in questi giorni Ilvo Diamanti.

Il nemico da combattere sta più nelle nostre teste e nei nostri comportamenti che non fuori di noi ( prima Berlusconi ora, secondo Caldarola , Grillo come "nemico mortale"). Prima di guardare i concorrenti, che non mi sembrano proprio irresistibili, proviamo a migliorare il nostro posizionamento dentro la società.

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