rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Opinioni

Opinioni

A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

Opinioni

Vantaggiato, tra soldi e bombe: troppi i misteri sullo stragista della Morvillo

“Hale Bopp”, il nome di una cometa impresso a poppa del motor yacht da 50 piedi in legno pregiato, roba che costa un occhio non solo all’acquisto, ma anche di manutenzioni ordinarie. In banchina si dice che Giovanni Vantaggiato ci portasse in Grecia amici di un certo livello, spesso per fare pesca di frodo con gli esplosivi. Uno dalla mano calda per certi passatempi pericolosi. Una bomba destinata ai pesci richiede scarse conoscenze in materia: bastano una latta o un barattolo, la polvere da mina, un materiale per comprimere e sigillare, un comunissimo detonatore a miccia.

“Hale Bopp”, il nome di una cometa impresso a poppa del motor yacht da 50 piedi in legno pregiato, roba che costa un occhio non solo all’acquisto, ma anche di manutenzioni ordinarie. In banchina si dice che Giovanni Vantaggiato ci portasse in Grecia amici di un certo livello, spesso per fare pesca di frodo con gli esplosivi. Uno dalla mano calda per certi passatempi pericolosi. Una bomba destinata ai pesci richiede scarse conoscenze in materia: bastano una latta o un barattolo, la polvere da mina, un materiale per comprimere e sigillare, un comunissimo detonatore a miccia.

Per Vantaggiato, una quisquilia. Cosimo Parato, scampato per miracolo il 24 febbraio del 2008 ad un ordigno di ben altro genere uscito dal laboratorio del commerciante di carburanti di Copertino, lo aveva detto ai carabinieri non appena fu in grado di parlare, dopo lunghi giorni tra la vita e la morte: su quella barca, Vanni ci fabbricava le bombe. Poi aveva indicato anche un garage destinato allo stesso scopo.

Parato conosceva bene Vantaggiato: insieme, ha ribadito recentemente ai pm dell’indagine che ha unificato in un unico processo l’attentato di Torre S. Susanna di quattro anni fa e quello del 19 maggio alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, avevano costruito una rete di vendita in nero delle quote di gasolio sottratte alle forniture pubbliche e private. La parte pubblica pare , sino a prova contraria, non se ne fosse mai accorta; qualche privato sì perché, racconta Parato, a Mesagne qualcuno aveva mandato a dire che sarebbe stato meglio per il commerciante di Copertino non farsi più vedere.

Ma quanti, a Copertino e dintorni, conoscevano bene Vantaggiato? Ufficialmente, nessuno. Tutti “cascati dalle nubi”, magari anche quelli che andavano con lui in Grecia a spedire qualche bombetta ai saraghi delle Isole Ionie. Tuttavia il dettaglio delle coperture sociali di cui lo stragista della Morvillo ha goduto non è l’interrogativo più inquietante rimasto sospeso alla vigilia del processo che si aprirà il 17 gennaio davanti alla Corte d’Assise di Brindisi. Le domande cui si spera il processo dia risposte sono altre: da chi e dove è stato addestrato Giovanni Vantaggiato a preparare miscele come il nitrato di ammonio, e inneschi elettrici comandati a distanza? Chi aiutava lo stragista di Copertino a procurarsi gli esplosivi, a trasportarli, a nasconderli,  e a confezionare gli ordigni?

Non solo. Che portata aveva l’attività parallela illegale di Vantaggiato, descritta da Parato nei suoi meccanismi, mentre è voce comune in certi ambienti che gli utili venivano spesso investiti in prestiti a terzi? Parato era solo oppure apparteneva e appartiene ad una rete di cui potrebbe anche non essere l’esponente più pericoloso? Se Cosimo Parato dirà nel corso del processo le cose in parte rivelate in conferenza stampa a Torre e ripetute poi in qualche talk show, almeno una parte di queste domande avranno se non una risposta, almeno una veste più formale. Per le risposte non si può mettere la mano sul fuoco.

La Direzione distrettuale antimafia di Lecce che ha insistito sino alla fine sull’aggravante della matrice terroristica – altrimenti l’inchiesta, è stata detto più volte, sarebbe stata solo brindisina come appartengono alla polizia giudiziaria brindisina le indagini che hanno stanato l’attentatore della Morvillo - , ha formulato le ipotesi di reato a base della richiesta, accolta dal gip, di giudizio immediato prefigurando il concorso pluriaggravato con persone ignote sia nell’esecuzione dell’attentato, che nella preparazione degli esplosivi e degli ordigni. Ipotesi che portano all’esistenza non di complicità brindisine, ma leccesi, nell’attività oscura di Giovanni Vantaggiato.

E’ molto difficile credere che l’uomo che senza alcuna esitazione ha fatto esplodere tre contenitori di gpl caricati a nitrato d’ammonio tra gli studenti che entravano a scuola in via Galanti, alle 7,42 del 19 maggio scorso, sia un impulsivo che voleva vendicarsi su adolescenti indifese delle presunte truffe subite per mano di Parato. Nei 18 giorni di libertà dopo la bomba, prima che gli investigatori gli piombassero addosso a tempo di record, Vantaggiato – sempre stando a ciò che Parato ha detto pubblicamente – avrebbe effettuato alcuni sopralluoghi a Torre Santa Susanna forse per completare l’opera lasciata incompiuta il 24 febbraio del 2008.

Nell’oliveto sperduto nelle campagne dove il commerciante di carburanti testava le sue bombe (mai nessuno ha udito le esplosioni? strano anche questo) ne sono state trovate tre identiche a quelle usate alla Morvillo, mancanti solo dell’innesco. A chi erano destinate? Davvero anche queste alla scuola Morvillo Falcone, oppure erano per Cosimo Parato? E perché, se è vera la rabbia nei confronti di Parato, Giovanni Vantaggiato non ha colpito subito lui invece che ragazze innocenti? Pensiamo che l’attentato del 19 maggio manchi ancora di risposta sul movente, e immaginare che tutto possa chiudersi anche senza sapere mai perché è morta Melissa Bassi e hanno rischiato di morire tante sue compagne, è un pensiero amaro quanto quello della possibile impunità dei complici dello stragista.

Era partita alla grande, questa indagine, con la cattura rapida dell’autore materiale che poi ha confessato anche il tentato omicidio di Cosimo Parato. Ma la pista dei soldi è stata seguita – da quanto sappiamo e constatiamo – solo sino all’obiettivo del sequestro dei beni. E’ davvero tutto qui? In uno scenario salentino dove ci sono anche casi dove \l’avvocato generale della Repubblica, Antonio Maruccia, ottiene il sequestro preventivo dei beni di un altro commerciante di carburanti, Roberto Corigliano, ex presidente di Confcommercio condannato in appello a 5 anni e mezzo perché avrebbe riciclato soldi della criminalità organizzata?

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vantaggiato, tra soldi e bombe: troppi i misteri sullo stragista della Morvillo

BrindisiReport è in caricamento