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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Redazione

Pnrr: occorre puntare sull'occupazione femminile e giovanile

Antonio Macchia: "Altrimenti il Piano nazionale di ripresa e resilienza fallirà proprio nell'obiettivo principale, la ripresa economica del Paese"

Aumentare i salari, redistribuire la ricchezza, ridurre il precariato, creare “lavoro buono”, agire sull'occupazione femminile e giovanile, fare in modo che gli effetti benefici del Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiano un riverbero sociale altrimenti - nonostante l'enorme massa di investimenti previsti - il rischio è quello di fallire proprio nell'obiettivo principale: la ripresa economica del Paese.

Gli indicatori ci sono tutti anche se il Governo su questo fronte non accenna ad ascoltare le forze sociali. Viviamo in un Paese in cui - come certificano i più recenti rapporti di Censis e Svimez - i poveri sono sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi. Il paradosso è dato dal fatto che anche chi ha un lavoro è sempre più povero e le diseguaglianze aumentano, soprattutto al Sud -  dove gli stipendi dei lavoratori sono più bassi di circa il 15 per cento - e in province come la nostra dove i fronti di crisi sono sempre più gravi e dolorosi. I salari degli italiani sono fermi a decenni fa rispetto a quelli dei lavoratori europei e in Italia le differenze sono sempre più marcate tra nord e sud. E la Puglia continua a perdere posizioni con stipendi medi che diventano ancora più bassi (è quart'ultima in Italia), con province, come quella di Brindisi, che perdono ancora posizioni rispetto all'anno scorso (siamo all'85esimo posto secondo il rapporto Index Geography).

Nel 2020 la povertà assoluta è aumenta sia per le famiglie sia per gli individui. “Sono oltre 2 milioni le famiglie povere, per un totale di più di 5,6 milioni di persone”. Al sud la povertà assoluta è più elevata con un’incidenza del 9,4 per cento fra le famiglie (era l’8,6 per cento nel 2019). 

Non solo. In questo stillicidio, a rimetterci sono, in particolare, le donne per le quali più è difficile mantenere il proprio posto di lavoro, rispetto agli uomini, con l'accentuarsi delle disparità di genere. Queste ultime costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. Il Covid-19 ha avuto importanti conseguenze sull’organizzazione della vita familiare e sul lavoro non retribuito. Il Pnrr deve avere una condizionalità specifica su questi temi soprattutto per dare valore sociale ai molti trasferimenti monetari previsti dal medesimo piano.

Dunque, il nostro territorio deve dare priorità assoluta a questi temi, si deve caratterizzare anche nella qualità e nella efficacia delle misure necessarie per garantire gli obiettivi di riduzione dei divari economici e sociali. È fondamentale cambiare l’attuale mercato del lavoro che conferisce al datore di lavoro un forte potere negoziale, con la presenza di contratti sempre più precari, che si manifesta in molti casi, con una pressione al ribasso sui salari e sulle condizioni di lavoro. Non trova più giustificazione lo squilibrio economico e contrattuale tra lavoratore e impresa. Il Pnrr deve migliorare le condizioni di lavoro e affrontare una delle basilari prove del nostro tempo: custodire la componente sociale e umana del lavoro.
 

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