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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

“Acque Chiare, prescrizione tardiva: avanti con il processo, testi da ascoltare”

Il procuratore generale chiede alla Corte di accogliere il ricorso per saltum del pm Antonio Costantini: imputati i proprietari delle villette che solo in un secondo momento si sono avvalsi della causa di estinzione del reato di lottizzazione abusiva

BRINDISI  - “Prescrizione tardiva”, impossibile da accettare come causa di estinzione del reato di lottizzazione abusiva contestata guardando alle villette del villaggio Acque Chiare: per questo, il procuratore generale ha chiesto alla Corte d’Appello di accogliere il ricorso del pm e disporre la prosecuzione del processo con l’ascolto dei testi citati dallo stesso pubblico ministero in Tribunale, ma non ascoltati essendo intervenuta la sentenza con la quale il giudice ha riconosciuto il trascorrere del tempo (la prescrizione, appunto) come era successo per il primo blocco di 73 titolari degli immobili.

L'albergo in primo piano e il villaggio di Acque Chiare

Il processo d’Appello proseguirà il  2 marzo 2018 e riguarda i proprietari per i quali la prescrizione è stata riconosciuta in seconda battuta, con sentenza del 3 giugno 2014 con la quale si è preso atto della revoca alla rinuncia alla prescrizione inizialmente scelta. Sentenza che tanto per il sostituto procuratore Antonio Costantini, quanto per il pg è da ritenere arrivata in ritardo, vale a dire quando non sarebbe stato più possibile – codice alla mano – riconoscere tale causa di estinzione del reato e quindi tornare indietro.  Nulla quaestio, infatti, per  i 73 che hanno maturato la scelta di avvalersi della prescrizione sin da subito. La richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale attiene ai proprietari che, secondo il ricorso, sarebbero stati "ritardatari".

Dopo la sentenza di prescrizione per il secondo blocco di proprietari (la maggior parte) il pm ha fatto ricorso in Cassazione. Hanno presentato ricorso in Appello gli avvocati che rappresentano in giudizio i proprietari per i quali tale pronuncia di non doversi procedere è arrivata “dopo” poiché hanno deciso di chiedere alla Corte di entrare nel merito e quindi di affrontare la questione della buona fede al momento dell’acquisto. Buona fede che, se riconosciuta, porterebbe all’assoluzione dall’accusa di lottizzazione abusiva contestata sin dal primo momento e di conseguenza si ritiene anche all’esclusione della confisca dopo il sequestro del  mese di maggio 2008. I due ricorsi, quello del pm e quello dei proprietari, sono stati riuniti in Appello.

Acque Chiare, la spiaggia il giorno del sequestro

Si attende la fissazione del nuovo ruolo in Cassazione, a sua volta legata alla decisione dei giudici europei su un caso analogo. L’orientamento che prevale a Strasburgo è tale per cui non è possibile procedere alla confisca in caso di prescrizione, non trattandosi di sentenza di condanna. La pronuncia degli Ermellini  riguarda tutti i proprietari proprio per le possibili conseguenze sul destino del villaggio dopo le condanne che attengono alle posizioni del costruttore Vincenzo Romanazzi, del notaio Bruno Romano Cafaro al quale è riconducibile la maggior parte dei rogiti, del progettista Severino Orsan e dell’ex dirigente del settore Urbanistica del Comune Carlo Cioffi. I primi due sono stati condannati a un anno e sei mesi, con ammenda di 55mila euro, gli altri due a nove mesi con ammenda di 35mila. 

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