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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“Antiracket, falsi incontri con preti e militari”. La difesa: “Tutto in regola”

La presidente Maria Antonietta Gualtieri interrogata oggi respinge le accuse. Il gip: "A Brindisi in tre anni, 11 utenti mentre dichiarava falsamente tre incontri al mese e riunioni anche con sacerdoti, pm e forze dell'ordine". Contestati emolumenti per 132.900 euro e spese di viaggio per 11mila

BRINDISI  - “La presidente dell’Antiracket è con evidenza colei che ha ideato la commissione dei reati: ha approfittato in maniera sistematica, con pervicacia e spregiudicatezza criminale di ogni occasione per lucrare sul denaro assegnato all’associazione, conseguendo un ingiusto vantaggio per 143mila euro dopo aver documentato falsi incontri persino con sacerdoti e carabinieri”.

Maria Antonietta GualtieriNell’ordinanza di arresto in carcere per Maria Antonietta Gualtieri, il gip del Tribunale di Lecce Giovanni Gallo, ha evidenziato la pericolosità sociale dell’indagata tenuto conto delle risultanze investigative raccolte dai militari della Guardia di Finanza anche con riferimento allo sportello Antiracket di Brindisi, in via Carmine, oltre che guardando a cosa è avvenuto e non avvenuto nelle sedi aperte a Lecce e Taranto.

Il versante brindisino dell'inchiesta

Ha rivendicato la propria innocenza Maria Antonietta Gualtieri, presidente dell’Associazione Antiracket, in carcere da venerdì mattina, di fronte all’accusa di essere stata a capo di un sodalizio finalizzato alla commissione di truffe e corruzione, nella gestione degli sportelli a Brindisi, Lecce e Taranto. Ha scelto di affrontare il fuoco di domande che le sono state rivolte questa mattina dal giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, il quale ha firmato la richiesta di arresto presentata dai sostituti procuratori Roberta Licci e Massimiliano Carducci.

L’interrogatorio è stato lungo e articolato, due ore e mezza, alla presenza dei difensori Paoloantonio D’Amico del foro di Brindisi (foto in basso) e Luigi Rella di Lecce, per chiarire le condotte oggetto di contestazione nell’ordinanza e spiegare il contenuto di alcune intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché il video registrato da telecamere nascoste nella sede dello sportello Antiracket salentino. Tutti elementi raccolti dai militari della Guardia di Finanza, titolare della delega d’indagine, considerati gravi indizi di colpevolezza anche a carico dei collaboratori finiti sotto inchiesta. I penalisti non hanno presentato al momento alcuna richiesta di attenuazione della misura cautelare, non è escluso che nei prossimi giorni chiedano un colloquio con i pubblici ministeri per approfondire alcune dinamiche emerse nel corso dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina.

“Gualtieri – scrive il gip – è stata capace di lucrare sul denaro pubblico non solo attraverso la creazione di falsi rapporti di collaborazione, i cui interessati restituivano le somme loro in precedenza accreditate in contanti, ma anche attraverso la creazione di fatture false per attività mai eseguite ad opera di ditte compiacenti”. “La stessa ha trovato l’occasione di lucrare anche quanto ha avuto la necessità di effettuare la bonifica degli uffici da eventuali microspie”, ha sottolineato il gip concordando sulla necessità dell’arresto in carcere per impedire l’inquinamento delle prove e la reiterazione del reato.

La contestazione si riferisce al periodo in cui la presidente, in maniera del tutto casuale, benché sapesse delle indagini in corso e temesse di “essere portata dentro”, trovò una “cimice” usata per le intercettazioni audio: avrebbe chiesto al Mef il rimborso delle spese per la bonifica presentando rendiconti fittizi per “interventi tecnici su supporti informatici da parte di una società elettronica”.

avvocato cavalera più avvocato d'amico-3A Brindisi la presidente dichiarava nei report di aver “ascoltato tre utenti” al mese, mentre secondo quanto accertato dai finanzieri dopo aver ascoltato una serie di persone informate sui fatti, in tre anni sarebbero stati incontrati “undici utenti”. “La presidente indicava una vasta attività sul territorio delle tre province caratterizzata da riunioni anche con imprenditori e visite in aziende, oltre ad accessi presso le varie Procure della Repubblica e incontri con le forze dell’ordine, in realtà mai avvenuti”. Tutto falso secondo l’accusa perché “la stessa era presente solo presso lo sportello di Lecce, come emerge chiaramente dalle intercettazioni ambientali, spesso intenta a pianificare richieste di nuovi fondi pubblici riguardanti la formazione professionale, il microcredito alle imprese o nuovi progetti nell’ambito del Pon sicurezza”.

Nei report acquisiti nel fascicolo in fase di indagine, si legge di un’attività quasi giornaliera anche a Brindisi e a Taranto: “ascolto nuovo utenti, incontro con associati, riunione imprenditori, incontro con sacerdote, contro con maresciallo dei carabinieri”. Come luoghi per lo svolgimento delle attività, sono stati indicati: Cellino San Marco, Avetrana, Mottola, Torchiarolo, Martina Franca, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana, Tuturano, San Pietro Vernotico, Cisternino, Palagiano, Erchie, Maglie, Copertino, Gallipoli, Galatone, Cursi, Presicce e Nardò. A titolo di emolumenti, “a nome di Gualtieri sono state fittiziamente rendicontate somme per 132.900 euro e a titolo di spese di viaggio 10.835, per un totale di 143.735 euro”, ritenuto “ingiusto vantaggio”. La difesa, quindi, dovrà dimostrare la provenienza e la destinazione delle somme.

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