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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Parte assieme a Mecenate 90 l'operazione per il salvataggio di Forte a Mare

Una tabella di marcia rigorosa da rispettare, per acquisire un primo obiettivo: piazzare il progetto tra quelli che saranno finanziati dal Pon Beni Culturali 2014-2020 riservato alle Regioni dell'Obiettivo convergenza. Poi, per la gestione, un bando europeo per cercare un manager realmente all'altezza del compito, il soggetto privato principale che dovrà dare continuità finanziaria

BRINDISI – Una tabella di marcia rigorosa da rispettare, per acquisire un primo obiettivo: piazzare il progetto tra quelli che saranno finanziati dal Pon Beni Culturali 2014-2020 riservato alle Regioni  dell’Obiettivo convergenza. Poi, per la gestione, un bando europeo per cercare un manager realmente all’altezza del compito, il soggetto privato principale che dovrà dare continuità finanziaria, pensando però a come comporre un mosaico di destinazioni d’uso e partner che facciano del castello di mare di Brindisi il soggetto trainante dell’intera rete dei beni culturali della città e del territorio, partendo dalla sua vocazione originaria: il mare.

Ledo Prato, segretario generale Mecenate 90-2Lo vede così il futuro del Castello Alfonsino di Brindisi il segretario generale dell’Associazione Mecenate 90, che ha tra i soci Anci, Upi, società pubbliche e private, fondazioni, e che dal 1989 promuove e sostiene la collaborazione tra soggetti pubblici e privati nella valorizzazione dei beni culturali e nella promozione delle politiche della cultura, da Pompei ad Assisi, dall’Italia Settentrionale a Lecce. Ledo Prato stamani ha firmato con il sindaco Mimmo Consales un protocollo che sancisce la collaborazione tra Mecenate 90 ed il Comune di Brindisi nell’iter che deve concludersi con il trasferimento di Forte a Mare all’amministrazione civica brindisina, utilizzando la legge 85 del 2010 sul federalismo demaniale (Nella foto, Ledo Prato).

La firma del protocollo tra il Comune di Brindisi e Mecenate 90-2Una legge che consente alle amministrazioni locali di richiedere quei beni che lo Stato non utilizza, secondo procedure e criteri fissati in un protocollo tra il Ministero dei Beni Culturali e l’Agenzia del Demanio. E le amministrazioni locali possono chiedere l’assistenza di Mecenate 90 grazie ad una convenzione da l’associazione senza scopo di lucro e l’Anci. I punti del programma da presentare alla Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali su cui l’associazione presieduta da Giuseppe De Rita (già presidente del Cnel, che in Mecenate 90 è succeduto ad Alain Elkann) fornirà assistenza tecnica al Comune di Brindisi, sono sostanzialmente cinque (Nella foto, la firma della convenzione).

La conferenza stampa sull'avvio dell'iter per Forte a Mare-2Ecco i contenuti che dovrà avere il piano: descrizione e interesse culturale del bene in esame; analisi e approfondimento conoscitivo del bene; individuazione e descrizione del contesto territoriale di riferimento; programma di valorizzazione del bene; infine le azioni per la valorizzazione del programma di destinazione. Il Comune di Brindisi, che ha deciso con una delibera di giunta di stanziare 20mila euro per il programma di valorizzazione di Forte a Mare, però “non ha più intenzione di sprecare un euro” se il forte e l’Opera a Corno non passeranno all’amministrazione civica, ha detto il sindaco Consales, e nell’ambito di una nuova prospettiva (Nella foto, la conferenza stampa).

Consales e Prato dopo la firma-2Questa è la strada giusta, dopo tanti anni di sovrapposizioni di competenze, finanziamenti persi, soldi pubblici sprecati, tutto evaporato nel saccheggio degli ultimi tempi, indisturbato, feroce. Ledo Prato si è detto lieto di tre eventi molto ravvicinati: la conversione in legge, lunedì sera al Senato, del decreto Art bonus  che contiene disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, e valorizzerà anche ciò che hanno progettato le 19 città candidate a capitali europee della cultura; poi l’ingresso di Lecce tra le sei finaliste per il riconoscimento di capitale italiana della cultura europea, e si sa, Brindisi è partner di questa scalata; infine dell’avvio dell’iter per Forte a Mare.

La prima bozza del programma-2Tutto andrà bene per il castello Alfonsino se il progetto resterà sul binario giusto, senza interferenze, ritardi. Prato ricorda come già nel 1993 si interessò del caso. C’era una convenzione con il Comune di Brindisi e la Provincia per il forte a mare, “ma allora non era chiara la titolarità del bene, le competenze del Ministero della Difesa interferivano con quelle del Ministero per i Beni culturali, con evidenti problemi di servitù” che produssero lo scempio delle palazzine costruite sull’Isola di Sant’Andrea senza alcun rispetto dei vincoli dell’area. Occasioni perdute.

“Oggi abbiamo gli strumenti che allora non avevamo – ha continuato Prato – come la legge 85 del 2010 che consente alle amministrazioni locali di chiedere il trasferimento di beni non utilizzati dallo Stato. E’ necessario però un piano di valorizzazione articolato, che contenga un’idea che sia sostenibile anche dal punto di vista finanziario. Nei prossimi tre o quattro mesi sarà sviluppato il piano per la destinazione d’uso, poi c’è il problema della gestione”. Per questo è assolutamente necessario non mancare l’obiettivo dell’inclusione nel Pon Beni Culturali per le regioni dell’obiettivo convergenza (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia).

Un Pon che dovrà segnare una svolta rispetto al passato: Ledo Prato ricorda che l’Italia deve restituire alla Ue un miliardo e 250 milioni di euro “perché non siamo stati in grado di attuare il piano di valorizzazione turistica”, a causa della mancanza di coerenza tra gli interventi dello Stato e quelli delle Regioni. Una sconfitta tremenda. “Bisogna intervenire, concentrarsi su beni che facciano da traino all’intero patrimonio culturale del territorio, generando sviluppo. L’Italia è una grande rete di patrimoni culturali che richiede relazioni con l’economia, specializzazioni”, dice ancora il segretario generale di Mecenate 90.

La darsena di Forte a MareIl caso Brindisi. “Partendo dal castello alfonsino, passare alla rete degli altri beni culturali della città, ed oltre, da valorizzare. Fondamentale è il ruolo delle associazioni locali (con le quali Comune e Mecenate 90 hanno convocato un incontro nel pomeriggio, ndr)”, suggerisce Prato, definendo Forte a Mare il motore del sistema. Ma il segretario di Mecenate 90 non è tenero guardando al passato remoto e a quello recente: “Penso ai soldi pubblici sperperati sino ad oggi. Il piano di valorizzazione lo concorderemo prima con le amministrazioni locali e le associazioni, e solo dopo con il ministero” (Nella foto, la darsena di Forte a Mare).

Il Castello AlfonsinoPoi l’invito a stringere sui tempi: “Bisogna far presto, e arrivare con la richiesta per Brindisi prima della chiusura dell’accordo per il Pon Beni Culturali. Suggerisco al sindaco di invitare qui il ministro per i Beni culturali per presentargli il piano di valorizzazione di Forte a Mare, e di fargli visitare il castello. Poi vediamo se avranno il coraggio di dire che l’accordo per il Pon è chiuso”. Ma a quale genere di assetto finanziario della gestione di pensa?

Il piano di valorizzazione non comporta la definizione del piano finanziario, spiega Ledo Prato. “Abbiamo previsto due fasi. Una che deve essere avviata dopo la pausa estiva e chiusa, se lavoriamo di corsa, entro tre o quattro mesi, poi da gennaio va definito il modello di gestione con il piano finanziario. Non possiamo permettere che tutte le strade si chiudano. Perciò da domani bisogna informare tutti gli interlocutori istituzionali, la Regione per prima, che abbiamo avviato il lavoro per Forte a Mare, e chiedere loro cosa va fatto affinchè tengano conto del Castello e di Brindisi nelle richieste per il Pon 2014-2020”. Se non proprio lobby, questa volta Brindisi deve saper fare sistema. Il segretario generale di Mecenate 90 ha qualcosa da dire molto esplicitamente anche sull’abbandono di Forte a Mare alle razzie (Nella foto, l'Opera a Corno e il castello).

Un allenamento del gruppo Laser “La questione del castello è diventata un problema di ordine pubblico: Bisogna coinvolgere di più il prefetto, le forze dell’ordine. E anche la magistratura, per verificare se tutto ciò che ha accaduto, la vanificazione degli investimenti pubblici, la mancata vigilanza, abbiano dei responsabili”. Il prefetto, aggiunge l’architetto Maurizio Marinazzo, che ha partecipato alla conferenza stampa assieme al vicesindaco Pino Marchionna e all’assessore Pasquale Luperti, è stato già coinvolto e grazie a questo interessamento la Soprintendenza sta valutando nuove forme di vigilanza adeguate alla situazione.

Questo il nuovo punto di partenza per Forte a Mare. Bisognerà correre, essere efficienti, rientrare nei fondi del Programma operativo nazionale, fare un bando europeo per cercare il partner privato senza arenarsi su interessi particolari, avere una visione della gestione redditizia dal punto di vista finanziario, agganciare a Forte a Mare l’intero sistema dei beni culturali della città, ridare al castello e all’Opera a Corno la sua antica funzione di interfaccia tra il mare e la città. Vedremo. (Le foto della conferenza stampa sono di Gianni Di Campi)

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