Intervento/ Ospedale Perrino, tante le criticità ancora non risolte
Tutte le criticità dell’Ospedale Perrino saranno superate e risolte in breve tempo. Questo l’impegno assunto dal direttore dell’Asl di Brindisi il 26 giugno scorso, che riproponeva nella sostanza gli interventi, le priorità e le prospettive della sanità in terra di Brindisi
BRINDISI - Tutte le criticità dell’Ospedale Perrino saranno superate e risolte in breve tempo. Questo l’impegno assunto dal direttore dell’Asl di Brindisi il 26 giugno scorso, che riproponeva nella sostanza gli interventi, le priorità e le prospettive della sanità in terra di Brindisi , che aveva già avuto modo di evidenziare in occasione del convengo sulla sanità tenuto il precedente 17 aprile nella Biblioteca Provinciale, alla presenza del presidente della regione Puglia.
Nel giro di breve tempo si sarebbe intervenuti dapprima per ripristinare finalmente il funzionamento degli ascensori guasti da tempo immemorabile, cui avrebbero fatto seguito quelli necessari per la riparazione e sostituzione degli infissi, della pavimentazione dei reparti, delle porte, per la coibentazione termica ed acustica della struttura. Ma principalmente si impegnava a mettere mano alla riorganizzare il sistema dei servizi ospedalieri, in grande sofferenza da tempo a causa delle difficoltà connesse con i provvedimenti regionali di riordino, che aveva portato l’Ospedale Perrino a dover far fronte ad un bacino di utenza di gran lunga superiore a quello che era in grado di soddisfare.
Per questo motivo reputava necessario trasferire presso l’ex Ospedale di Summa diversi ambulatori dell’ospedale Perrino, ma anche creare in quell’ospedale un punto di primo intervento sanitario. In sostanza il direttore generale dell’Asl disegnava un percorso e un quadro di interventi ed iniziative, in linea con le richieste che avevo avuto modo di formulare in più circostanze insieme a molti nostri concittadini, ma anche in linea con un modello di sanità moderno, efficiente, in grado di soddisfare adeguatamente le loro esigenze.
Purtroppo nonostante siano trascorsi sei mesi dall’ ultima dichiarazione di intenti, non si ha notizia alcuna dei motivi dei ritardi fin qui maturati, dei motivi per cui, invece di essere riparati, il numero degli ascensori guasti è paradossalmente aumentato nel tempo, ponendo i visitatori davanti al dilemma di utilizzare le scale, sottoponendosi ad una grande fatica nei casi in cui dovevano raggiungere i piani più alti dell’ospedale ( sempre ammesso che siano nelle condizioni fisiche di poterlo fare) o sottoporsi allo stress della ricerca per tutto l’ospedale di un ascensore funzionante, con tempi di attesa lunghissimi, specie nelle ore di visita. Una situazione che influisce negativamente anche sulla tempestiva mobilità degli ammalati.
Né si può ragionevolmente pensare, di aver risolto i problemi degli infissi e dei cassonetti delle tapparelle con la semplice applicazione di nastro adesivo o tamponando le fessure con malloppi di carta o di tessuto, che oltre a risultare inadeguati, riescono a trasmettere l’immagine di grande trascuratezza e di degrado. Oppure, che con la sola l’istituzione dei sei posti di astanteria si potessero risolvere tutti i problemi del pronto soccorso, che continua a vivere una condizione di grande affanno, per la difficoltà a fronteggiare tempestivamente la grande richiesta di assistenza, determinata dal gran numero di pazienti, che ad ogni ora del giorno e della notte lo prendono letteralmente di assalto.
Una situazione che i pazienti pagano in termini di stress, provocato dalla lunga attesa nel pronto soccorso e dalla convinzione di sentirsi trascurati, abbandonati a se stessi, che talvolta li porta a scaricare la propria ansia su medici ed infermieri, che si trovano a lavorare senza sosta, in condizioni oggettivamente difficili e che non hanno alcuna responsabilità per una situazione che sono costretti anche loro a subire. Con l’inevitabile conseguenza che la gran parte dei cittadini è portata a misurare la qualità dell’assistenza in rapporto diretto con il numero di ore passate stesi in barella.
Ma si sono anche perse le tracce del progetto di sopraelevazione, del secondo blocco del centro ustioni, della cittadella della salute, del padiglione S. Lorenzo dell’ex ospedale di Summa, dell’impegno della Regione alla istituzione del reparto di Cardiochirurgia presso l’ospedale Perrino. Tutto l’impegno attuale sembra limitato alla pitturazione di qualche corridoio o al rattoppo del linoleum del pavimento di alcuni reparti.
Una situazione complessiva negativa che mortifica le aspettative e le speranze che la nuova dirigenza aveva suscitato e che perpetua le carenze di questi ultimi anni nel governo del servizio complessivo di assistenza, che dovrebbe, credo, trovare necessario e urgente un momento di riflessione e di approfondimento nelle sedi delle rappresentanze istituzionali locali e regionali per mettere fine con ogni mezzo ad una deriva, che finisce per screditare e squalificare insieme all’ospedale di Brindisi, i tanti medici e infermieri, che operano tutti giorni con grande impegno ed elevata capacità professionale.
Purtroppo la realtà dimostra ancora una volta, che passare dalle parole ai fatti diventa quasi sempre un esercizio alquanto faticoso in questa città. Quasi impossibile da realizzare.