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Cronaca

Racket fiori al cimitero: arresti in corso da parte di Digos e carabinieri

Il racket dei fiori per i defunti al cimitero di Brindisi avveniva, secondo quanto accertato, con "modalità mafiose". Dalle prime luci dell'alba personale della Digos della questura e i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale Brindisi stanno congiuntamente eseguendo una ordinanza di custodia cautelare a carico di 5 persone

BRINDISI - Il racket dei fiori per i defunti al cimitero di Brindisi avveniva, secondo quanto accertato, con “modalità mafiose”. Dalle prime luci dell’alba personale della Digos della questura e i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale Brindisi stanno congiuntamente eseguendo una ordinanza di custodia cautelare a carico di 5 persone.

Il provvedimento è stato firmato dal gip di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce: le accuse sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al compimento di rapine ed estorsioni, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose,  con lo scopo di acquisire la licenza e l’immobile di un negozio di fiori nell’area cimiteriale di Brindisi.

Donato BorromeoLe persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi sono Donato Borromeo, già detenuto agli arresti domiciliari e presunto capozona della Scu brindisina: il fratello di questi, Giovanni Borromeo; la convivente di Donato Borromeo, Serena Lorenzo; Luca Ferrari e Francesco Palma (Nella foto, Donato Borromeo). La vittima delle pressioni estorsive, che tuttavia non hanno ottenuto lo scopo, è la fioraia che gestisce il chiosco alle spalle del cimitero, incendiato nella tarda serata del 2 novembre scorso, in via Ticino, ex moglie del Ferrari.

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