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Cronaca

“Ennesimo terreno di scambio per tenere in piedi la disastrata maggioranza”

Giuseppe Cellie e Riccardo Rossi, in Assise per Brindisi Bene Comune, hanno deciso di non votare per il rinnovo del Consiglio provinciale: “Il fatto che il voto non sia riconosciuto a tutti i cittadini è contrario alla democrazia”

BRINDISI – “Ennesimo terreno di scambio per tenere in piedi la disastrata maggioranza”: hanno deciso di disertare le urne per il rinnovo del Consiglio provinciale, Giuseppe Cellie e Riccardo Rossi, i due esponenti del gruppo Brindisi Bene Comune che al Comune capoluogo sono parte dell’opposizione.

Non partecipano alle elezioni per due ordini di motivi: uno di portata generale, l’altro locale essendo legato alla situazione di Brindisi città, dove – come è noto – manca la Giunta da 17 giorni, per effetto dell’azzeramento deciso dalla sindaca, senza però ottenere, fino ad oggi, alcun risultato nella ricomposizione della squadra di governo e prima ancora nella coalizione dei moderati.

Le ragioni dell’astensione come protesta sono state affidate a un post pubblicato da Cellie: “Oggi, non tutti lo sanno, si stanno svolgendo le elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale. La riforma truffa, che tutti conosciamo o abbiamo imparato a conoscere per gli effetti nefasti prodotti nella vita di tanti, ha tolto ai cittadini la possibilità di votare e scegliere i propri amministratori. Per queste elezioni infatti sono chiamati a scegliere solo i consiglieri comunali”, è scritto.

“Noi, di Brindisi Bene Comune, riteniamo che questa modalità è assolutamente contraria ai principi democratici e abbiamo scelto, coerentemente con il percorso fatto nei mesi scorsi per difendere la nostra Costituzione, di non prestarci a questa farsa che, nel caso specifico di Brindisi”, spiegano.

Quanto all’altra ragione, quella che attiene alla realtà locale: “E’ anche l'ennesimo terreno di scambio per tenere in piedi la disastrata maggioranza che governa (male) la città. Noi non ci stiamo e abbiamo scelto di non votare. Il voto è e deve essere un diritto di tutti i cittadini”, gridano sul social network.

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