Intervento/ Rifiuti, cittadini alle prese con la jungla degli aumenti della Tari
Non c'è limite al peggio, ma in questa città non si intravede neanche un segnale di inizio al meglio. Di modificare le cose. Quantomeno di rendere più semplice e meno complicata la vita delle persone. Una conferma ci giunge dalla decisione assunta nei giorni scorsi dal consiglio comunale di aumentare in modo esagerato le tariffe sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani
Non c’è limite al peggio, ma in questa città non si intravede neanche un segnale di inizio al meglio. Di modificare le cose. Quantomeno di rendere più semplice e meno complicata la vita delle persone. Una conferma ci giunge dalla decisione assunta nei giorni scorsi dal consiglio comunale di aumentare in modo esagerato le tariffe sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per le utenze domestiche e le attività non domestiche. In molti casi superiori al 100% di quanto pagato in precedenza.
Una vera e propria stangata , che non può non incidere negativamente sui bilanci di quelle attività e sulla prospettiva di reggere il mercato e i posti di lavoro. Ma non per tutte. Infatti per l’ipermercato si continua far pagare la tariffa irrisoria di 5,47 euro a metro quadro di superficie. Circa un quarto delle 21,26 euro a mq che devono pagare le pescherie, i negozi di ortofrutta, le trattorie, le osterie, le pizzerie situati nel centro urbano. Ma anche molto di meno delle 12,91 euro a mq che devono pagare i supermercati in città.
In pratica tutte le attività situate nella zona commerciale devono pagare solo il 40 % di quanto spetterebbe loro di pagare a causa della incomprensibile riluttanza dell’amministrazione comunale a collocare qualche cassonetto in zona, come si è fatto con grande celerità in altre zone della città. Naturalmente tutte le altre attività collocate all’interno della zona commerciale godono delle stesse riduzioni di tariffa.
Cosi, per fare qualche esempio, mentre i ristoranti, le pizzerie, osterie, in città devono e pagare 21,26 euro a mq, quelli situati in zona commerciale devono versare solo 8,5 euro a mq. I bar e Caffè in città devono pagare 17,29 euro a mq, in zona commerciale solo 6,91 euro a mq. E ancora, i negozi di abbigliamento e calzature in città devono pagare 9,34 euro a mq, in zona commerciale 3,73 euro a mq. I negozi di fiori e piante e pizza al taglio mentre in città quelli devono pagare 25,40 a mq, quelli eventualmente esistenti in zona commerciale devono pagare solo 10,16 a mq.
Considerato poi che la Tari è destinata finanziare integralmente i costi del servizio, è evidente che gli effetti di queste riduzioni hanno inciso negativamente sulle tariffe che devono pagare gli altri utenti, aumentandole. Una situazione che potrebbe anche prefigurare una situazione di danno erariale, che mi procurerò di segnalare alla corte dei conti, nel caso in cui non si decidesse di regolarizzare la situazione.
Nondimeno, come se non fossero stati sufficienti le difficoltà determinate dagli aumenti esagerati delle tariffe, a complicare ulteriormente la vita dei titolari di alcune attività commerciali, si è aggiunta anche la difficoltà ad individuare la reale tariffa da pagare. A meno che non voglia significare, che per quelle attività si deve pagare due volte, con due tariffe diverse, a seconda della stagione.
E’ accaduto infatti, forse senza averne perfetta cognizione, impegnati a districarsi nella complessità della decisione, il consiglio comunale con la delibera n. 53 del 3 settembre 2014, ha approvato la tabella delle tariffe per le utenze non domestiche in cui al punto 22 viene stabilito che per “ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub e birrerie” la tariffa totale da pagare è di 21,26 al metro quadro di superficie dell’attività commerciale, con un aumento del 74% circa rispetto a quella precedente di 12,24 a metro quadrato.
Nondimeno, in evidente contrasto con quella indicazione, al punto 23 della stessa tabella viene riportato, che per mense e birrerie la tariffa da pagare è di 15,93 a metro quadro. E’ naturale la perplessità per i titolari delle mense e delle birrerie sulla effettiva tariffa da pagare. Si è forse voluto lasciare la facoltà di decidere discrezionalmente al concessionario della riscossione tributi? Oppure al dirigente comunale del settore, o all’assessore al bilancio ? Oppure, e infine, agli stessi titolari delle mense o delle birrerie?
Se cosi fosse sarebbe oltremodo rischioso, specie se potessero deciderlo liberamente, in funzione della qualità scadente del servizio che viene loro offerto. Naturalmente credo che il consiglio comunale, cui spetta la decisione, debba fare chiarezza sul punto, apportando le correzioni necessarie. (Vincenzo Albano - Movimento Consumatori)