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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il pentito Gravina in aula: "Conosco autori di 8 omicidi irrisolti"

"Conosco i nomi degli autori di otto omicidi ancora irrisolti, accaduti a Mesagne e dintorni, conosco tutti i dettagli" e avrebbe continuato a ruota libera se il pubblico ministero che lo stava interrogando non lo avesse bloccato. È accaduto nel pomeriggio di oggi durante la prima udienza del processo d'appello di cinque imputati accusati di estorsione

BRINDISI – “Conosco i nomi degli autori di otto omicidi ancora irrisolti, accaduti a Mesagne e dintorni, conosco tutti i dettagli” e avrebbe continuato a ruota libera se il pubblico ministero che lo stava esaminando in aula non lo avesse bloccato. È accaduto nel pomeriggio di oggi durante la prima udienza del processo d’appello di cinque imputati accusati di estorsione. A parlare in videoconferenza Francesco Gravina, 35 anni, alias Gabibbo, ex esponente della Scu, collaboratore di giustizia dal 27 marzo scorso.  

I cinque, Rosario Capodieci 36 anni di Mesagne, difeso dall’avvocato Marcello Marasco, Antonio Centonze, 47 anni di Brindisi difeso dall’avvocato Giuseppe Guastella, Nicola Destino, 27 anni di Mesagne difeso da Serafino Debonis, Marco Petrachi, 28 anni di Brindisi, difeso da Ladislao Massari e Marcello Romano, 38 anni di Mesagne, difeso da Paolo Antonio D’Amico, stanno affrontando un nuovo processo dopo che in primo grado con rito abbreviato, erano stati condannati per estorsione dopo essere stati arrestati, insieme ad altre 11 persone, nell’ambito dell’operazione Die Hard eseguita dalla Squadra mobile di Brindisi nel maggio del 2012, che smantellò un’associazione che “aveva assunto controllo del territorio, esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti, inoltre, una volta divenuta di pubblico dominio la notizia della collaborazione con la giustizia di Ercole Penna, aveva organizzato una serie di attentati volti a ribadire la permanente operatività dell'associazione e la sua immutata forza intimidatrice". Questo scrisse il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.

"Tutto ciò - si legge ancora nel capo di imputazione - al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri, assumendo controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti, inoltre, una volta divenuta di pubblico dominio la notizia della collaborazione con la giustizia di Ercole Penna, organizzavano e comunque partecipavano a una serie di attentati volti a ribadire la permanente operatività dell'associazione e la sua immutata forza intimidatrice".

Tra gli arrestati c’era anche Francesco Gravina che fu condannato a dieci anni, coinvolto anche in altre indagini. A marzo scorso Gravina decise di collaborare con la giustizia fu ammesso al sistema di protezione. Sin da subito consentì ai poliziotti di trovare a Mesagne due fucili, tre bombe a mano e di far arrestare i possessori. Nel pomeriggio di oggi è stato ascoltato e interrogato dal pm e dai difensori dei cinque indagati sui fatti relativi all’operazione Die Hard, ma prima ancora di rispondere alle domande degli avvocati ha annunciato di essere a conoscenza di otto omicidi ancora irrisolti.

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