La città delle barriere: l'esemplare storia del montascale di via Torpisana
Non credo sia di alcuna utilità un montascale che non funziona, tenerlo solo come motivo ornamentale, come accade da tempo per quello situato nel sottopasso della stazione ferroviaria, lato via Tor Pisana. In tutto questo tempo nessuno si è preoccupato di intervenire per ripristinarne il funzionamento
BRINDISI - Non credo sia di alcuna utilità un montascale che non funziona, tenerlo solo come motivo ornamentale, come accade da tempo per quello situato nel sottopasso della stazione ferroviaria, lato via Tor Pisana. In tutto questo tempo nessuno si è preoccupato di intervenire per ripristinarne il funzionamento. Una situazione che non si può protrarre ulteriormente: o si ripara o si toglie di mezzo, assumendosi la responsabilità di dirlo chiaramente alle persone interessate.
Che non costituirebbe poi una grande differenza rispetto a quanto avvenuto finora. Infatti, le complicazioni per la sua utilizzazione, la chiamata telefonica, la mortificazione di dover attendere l’intervento del personale preposto entro i canonici 30 minuti previsti dall’amministrazione comunale, hanno determinato molti cittadini con difficoltà deambulatorie a desistere dal tentare di utilizzarlo, a cercare una diversa soluzione per superare la frattura determinata dalla stazione ferroviaria.
Un sottopasso che, nelle intenzioni dichiarate da palazzo di città, doveva servire a tutti i cittadini e non solo ad una parte di essi. Ora la prolungata inefficienza del meccanismo è servita ad allontanare anche gli ultimi irriducibili . Un fatto che non può destare molta meraviglia, in quanto rientra nella normale cultura di questa città, che in questo campo ha da sempre difettato nell’impegno concreto, come certificato dalle tante barriere architettoniche esistenti, ma anche dalla condizione dell’altro sottopasso di via Appia da sempre interdetto alle persone con disabilità, ai tanti cittadini anziani con problemi di deambulazione, alle donne con la carrozzina dei bambini al seguito, ma anche da qualsiasi cittadino che, temporaneamente, a causa di incidenti o malattia, si trovi in una situazione di difficoltà dal punto di vista motorio.
In entrambi i casi a quei cittadini in difficoltà non rimane altro che fare il giro lungo per il ponte De Gasperi o per via Ponte ferroviario. Ammesso che possano percorrerli da soli, senza aiuto. In questo caso specifico, proprio per evitare questi problemi, a più riprese, nel momento della progettazione e dell’esecuzione del sottopasso, memore delle difficoltà di gestione dei montascale, che in moltissimi casi venivano poco utilizzati, feci richiesta della costruzione di elevatori in vetro trasparente, come si era fatto in molti altri luoghi.
L’ipotesi fu scartata, perché non essendo la struttura presidiata da personale addetto, si disse, poneva problemi in caso di malfunzionamento. Una motivazione di nessun pregio considerato, che lo stesso problema esisteva ed esiste per il funzionamento del montascale che può essere manovrato solo da personale specializzato. Quando funziona.
Purtroppo, la situazione dà conto della presbiopia quasi congenita delle amministrazioni comunali che si sono avvicendate in questa città, che mentre dicevano di avere chiaro l’orizzonte lungo del futuro della città, perdevano di vista quello breve costituito dalla vita della persone, delle loro difficoltà, della vivibilità di una città in grande sofferenza. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Nondimeno confido, come sempre, in una amministrazione che sappia essere all’altezza delle sue responsabilità e delle esigenze dei cittadini, intervenendo con tempestività là dove ci sono i bisogni delle gente.