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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tritolo e kalashnikov nel canneto: brindisino assolto

Cade l'accusa per Andrea Esposito, 52 anni, per non aver commesso il fatto. Il pm aveva chiesto la condanna a tre anni, al termine del processo in abbreviato. Venne arrestato a maggio 2014 dai finanzieri

BRINDISI  - Un kalashnikov, 164 cartucce e tritolo, tutto in un canneto: due anni dopo l’arresto, è arrivata l’assoluzione per Andrea Esposito, 52 anni, di Brindisi, a conclusione del processo con rito abbreviato.

imgres-6La sentenza è del gup del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis, in perfetta aderenza con quanto sostenuto dal difensore dell’imputato, l’avvocato Gianvito Lillo (nella foto accanto), il quale al termine della sua arringa aveva chiesto l’assoluzione per il suo assistito “per non aver commesso il fatto”. E così è stato.

Il rappresentante della pubblica accusa, Daniela Chimienti, dopo aver ripercorso le tappe dell’arresto per mano dei militari della Guardia di Finanza, aveva chiesto la condanna alla pena di tre anni di reclusione.

L’imputato ha sempre sostenuto di sapere né la provenienza del tritolo e del kalashnikov, né di chi fossero. Lui stesso ne venne a conoscenza quando nel canneto che si trovava a duecento metri dalla sua abitazione, piombarono i finanzieri. Successe una mattina del mese di giugno 2014.

L’arresto scattò in flagranza di reato e il brindisino rimase in carcere in attesa dell’interrogatorio per la convalida davanti al gip: ottenne la libertà, come chiesto dall’avvocato Lillo, sostenendo di essere assolutamente estraneo ai fatti. Con la sentenza odierna, la sua verità ha il sigillo processuale.

Esposito è stato arrestato lo scorso 30 maggio nell’ambito dell’inchiesta chiamata “Illiria” sull’esistenza di un sodalizio dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti attivo fra la Puglia e l’Albania. Anche in questo caso il brindisino è stato scarcerato dal Tribunale del Riesame per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, su istanza depositata sempre dall’avvocato Lillo.

Il brindisino, quindi, è estraneo tanto all’accusa mossa in relazione alla scoperta di armi e tritolo quanto a quella legata alla droga.

 

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