“Calunnia nei confronti del vigile urbano”: il fatto non sussiste
Sentenza di assoluzione per Marco Esposito: il processo dopo un diverbio per il parcheggio dell’auto
BRINDISI – Un parcheggio in doppia fila, un diverbio tra l’automobilista e il vigile urbano, querele incrociate e un processo per calunnia ai danni del poliziotto municipale arrivato a sentenza. L’imputato Marco Esposito ha ottenuto l’assoluzione dall’accusa di aver calunniato il maresciallo Pasquale Cattolico, in servizio a San Pietro Vernotico “perché il fatto non sussiste”, come chiesto dalla difesa affidata all’avvocato Domenico Valletta.
La pronuncia è del giudice unico del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Biondi, di fronte al quale si è svolto il dibattimento scaturito dalla denuncia del vigile, costituito parte civile. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a due anni. Al centro delle udienze, quanto avvenne il 27 ottobre 2012: Esposito, aspettando l’uscita della figlia dalla scuola, parcheggiò la sua auto in doppia fila. Non fu l’unico. Intervenne una pattuglia di vigili urbani con il maresciallo Cattolico, rappresentato in giudizio dall’accovato Carlo Caniglia. Cattolico ordinò di spostare l’auto e chiese i documenti. Esposito reagì rifiutando sia di spostare l’utilitaria che di fornire i documenti richiesti dal momento che era, a suo dire, conosciuto dall’agente di polizia municipale.
Secondo alcuni testimoni successivamente ascoltati dai carabinieri di San Pietro Vernotico, il maresciallo avrebbe strattonato l’automobilista. Furono ascoltati in qualità di presenti alla scena il sindaco dell’epoca Pasquale Rizzo, il Segretario provinciale della Cisl-Sanità Aldo Gemma ed altri genitori in attesa dell’ uscita da scuola dei propri figli.
Il comando della Polizia Municipale inviò alla Procura della Repubblica di Brindisi una relazione dalla quale partì un procedimento penale a carico di Esposito, indagato per oltraggio a pubblico ufficiale, e di Cattolico per abuso di Ufficio. Il pubblico ministero Milto Stefano De Nozza chiuse le indagini con un decreto di archiviazione nei confronti di entrambi, nel quale censurò formalmente il comportamento tanto del maresciallo, quanto dell’automobilista. Cattolico “in divisa aveva afferrato Esposito per il maglione, non aveva inflitto la contravvenzione e non aveva chiamato il carro attrezzi”, secondo il pm. Esposito “non si era attenuto all’ordine di spostare l’auto e aveva tenuto un comportamento scomposto e scorretto come quello di Cattolico”.
Esposito prima dell’archiviazione, presentò una querela per abuso di potere contro il maresciallo. Anche in questo caso venne disposta l’archiviazione. E finì sotto processo per calunnia nei confronti del vigile urbano.
A conclusione del dibattimento, la difesa dell’imputato ha messo in evidenza il decreto di archiviazione, “l’esistenza della colluttazione dimostrata dalle dichiarazioni di alcuni testimoni presenti ai fatti e l’assenza della formalizzazione del verbale di contravvenzione, ritenuti elementi escludenti la volontà di accusare il maresciallo”. La tesi ha trovato il riconoscimento del Tribunale.