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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Consales oltre i limiti accusando un giornale di partigianeria con un'azienda

Consales deve ancora metabolizzare una cosa. Quando si decide di accettare una candidatura a sindaco, e poi si viene eletti, bisogna anche mettere nel conto che possono giungere critiche per il proprio operato, e che i giornali - per fortuna - non sono fatti tutti di suonatori di arpa

Consales deve ancora metabolizzare una cosa. Quando si decide di accettare una candidatura a sindaco, e poi si viene eletti, bisogna anche mettere nel conto che possono giungere critiche per il proprio operato, e che i giornali – per fortuna – non sono fatti tutti di suonatori di arpa. Accusare un giornale di vicinanza ad una azienda per la semplice ed unica ragione che non ha sposato acriticamente le sue posizioni nella gestione del servizio di igiene urbana e la sua politica nel settore dei rifiuti, ripetutamente censurate dai giudici amministrativi e non solo visto che in alcuni casi sono in corso indagini della procura della Repubblica, è grave. Ed è ancora più grave considerando anche il fatto che Consales è iscritto all’Ordine dei Giornalisti.

Si può non condividere la posizione di un giornale, è legittimo, e lo si può dire anche pubblicamente indicando il nome della testata ed anche quello del suo direttore, persino, o del giornalista autore del servizio che non piace o che si ritiene scarsamente documentato o dai contenuti inesatti. Questo appartiene al civile confronto democratico, che può anche essere aspro. Dire invece che si scrive soprattutto, talvolta, sempre, perché si vuole sostenere un’azienda è tutt’altra cosa: si mette in discussione pubblicamente l’onestà intellettuale degli autori degli articoli, e questo nessun sindaco di questo mondo ha il diritto di farlo, a meno che non sia in grado di documentare ciò in maniera inoppugnabile.

Il sindaco di Brindisi non ha indicato, nella sia intervista televisiva, verso quale testata è indirizzata la sua illazione, e se ha le prove di ciò che ha detto, quindi il nostro è un ragionamento esteso a tutti i colleghi. Il primo cittadino non può usare il microfono di una tv privata per parlare linguaggi che non siano estremamente chiari e comprensibili ai cittadini, gettando ombre sul lavoro dell’informazione che – lo ricordiamo – risponde al contrario di ogni parola, virgola, punto che pubblica sia all’Ordine professionale che alla magistratura. Ciò non fa che rendere ancora più critico il clima attorno alla questione rifiuti a Brindisi, trascinando la stampa in un contesa che i giornali devono solo raccontare, carte alla mano, e schierando arbitrariamente il giornale “nemico” accanto all’azienda con cui il sindaco ha in piedi un vasto contenzioso.

In più, pur essendo sempre stati consapevoli che assumere una posizione critica in una vicenda del genere comporta purtroppo anche alcuni rischi, siamo costretti a ricordare al sindaco a nome anche di altri colleghi che condividono i concetti poc’anzi espressi e che non hanno scorte, che l’ultima cosa di cui ha bisogno a Brindisi la libertà di informazione e chi la pratica è di essere indicati come persone o giornali ostili a chi è propenso a regolare le proprie ragioni in un certo modo (e lui ne sa qualcosa). Auspichiamo, infine, che queste parole vengano lette anche dal signor questore e dal signor prefetto per le considerazioni di loro competenza.

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