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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

“Consales, non raggiunta la prova della concussione nel filone Equitalia”

Il Tribunale assolve l'ex sindaco e l'ex direttore della filiale di Brindisi, Puzzovio, "perché il fatto non sussiste". Il pm contestava abusi costrittivi per il pagamento delle rate del debito personale del giornalista pari a 315mila euro: "Storia fantozziana". Le indagini sulla provenienza del denaro portarono agli arresti con corruzione che fecero cadere l'Amministrazione di centrosinistra

BRINDISI – “Non è stata raggiunta la prova dell’abuso costrittivo contestato all’ex sindaco Mimmo Consales e all’ex direttore della filiale di Brindisi di Equitalia, Giuseppe Puzzovio, ma vanno trasmessi al pm gli atti per valutare le posizioni dei due imputati e di tre dipendenti rispetto alle disposizioni di legge in materia di antiriciclaggio”.

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Il Tribunale, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale, ha assolto Consales e Puzzovio “perché il fatto non sussiste”, a differenza di quanto sostenuto dalla Procura, anche se lo stesso pm Giuseppe De Nozza, in sede di requisitoria, aveva ammesso dell’esistenza di un “buco nero nel processo” legato al vero interesse che avrebbe spinto il funzionario a mettere a disposizione del giornalista diventato primo cittadino il proprio conto corrente per pagare una delle rate del debito personale pari a 315mila euro. Quale sia stato questo “interesse” sarebbe un mistero per lo stesso pm.

Il sostituto procuratore aveva chiesto per Consales, sei anni e dieci mesi di reclusione, conteggio tenuto dopo la contestazione dei reati di abuso d’ufficio – l’unico riconosciuto dal Tribunale con condanna a un anno e sei mesi – e di truffa e per Puzzovio aveva invocato sei anni e otto mesi. E’ possibile che il pm appelli la sentenza ora che sono state depositate le motivazioni tenuto conto di quanto affermato in occasione dell’udienza conclusiva, quando disse che “Puzzovio doveva avere un interesse nella vicenda, posto che si è giocato la carriera e ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere”. Secondo De Nozza, in alcune circostanze, la storia del pagamento in contanti, ha assunto i contorni di una sceneggiatura cinematografica: “Mi ha ricordato un film di Fantozzi”. Perché tutti sapevano che non era possibile procedere con il pagamento in contanti. La concussione contestata a Consales, sempre il pm, è assimilabile alla “posizione di chi è accusato di essere mandante dell’omicidio e poi dice che non c’entra niente”.

Il Tribunale ha ripercorso le tappe della storia legata alla rateizzazione del debito di Consales, all’indomani della vittoria alle elezioni con il centrosinistra. L’Amministrazione cadde per mano della Procura il 6 febbraio 2016, quando il sindaco venne arrestato, ai domiciliari, assieme all’imprenditore Luca Screti, amministratore unico della Nubile, in carcere, con l’accusa di corruzione, mossa guardando all’aggiudicazione dell’appalto per la gestione dell’impianto di Cdr.

L’inchiesta partì dalla vicenda Equitalia con l’obiettivo di accertare la provenienza delle provviste di denaro di cui Consales avrebbe avuto la disponibilità per pagare i ratei del debito. Screti ammise di aver versato circa 30mila euro all’ex sindaco, confermando il pagamento di mazzette che Consales continua a escludere sostenendo che si trattò di un contributo per la sua campagna elettorale. Peraltro neppure chiesto, ma offerto. In ogni caso, il pm ha chiesto il processo per entrambi.

La storia ricostruita nella sentenza è la seguente: “Nel mese di luglio 2012, subito dopo l’elezione a sindaco di Brindisi, Consales era debitore – come persona fisica – di 315.354,04 euro nei confronti di Equitalia Sud spa, già iscritto a ruolo ed immediatamente esigibile. Quel debito su oggetto di istanza di rateazione a firma dello stesso Consales, depositata presso la sede di Equitalia il 17 luglio e accolta dal direttore pro tempore della sede di Brindisi, Giuseppe Puzzovio il 27 successivo”. Il debito “avrebbe dovuto essere estinto in 72 rate a partire da agosto e la prima doveva essere pagata entro il 24 agosto, per 6.628,48 euro, le successive ammontavano all’importo mensile di 4.500 euro circa”. Il Tribunale sostiene che dall’esame della documentazione prodotta al dibattimento, “Consales non aveva provveduto a versare le rate in scadenza il 24 agosto e il 24 settembre, senza che ci fosse stata la decadenza dal beneficio della rateizzazione”.

La sede di Equitalia a Brindisi-2

Cosa successe, invece? Il 26 settembre 2012 ci fu il primo pagamento con assegno circolare emesso dal Banco di Napoli, non versato da Consales, “ma da tale Angelo Bartolotti, all’epoca funzionali apicale di Equitalia”. Il 23 novembre, Consales, “questa volta personalmente, rilasciò due assegni circolare emessi dalla Banca popolare pugliese per complessivi 9.250 euro, riferibili alle rate scadute di settembre e ottobre. Il rateo scaduto il 24 novembre venne pagato solo il primo marzo dell’anno successivo con assegno emesso dalla Popolare di Bari su richiesta di Alfredo Longo, altro dipendente Equitalia di Brindisi, con distanza che presentava in apparenza la sottoscrizione di Consales”. Ancora: “il 4 giugno 2013 venne pagata la rata del mese di dicembre 2012 con assegno di 4.500 euro emesso dal Banco di Napoli e spiccato sul conto corrente di Puzzovio, il quale a gennaio 2013 venne trasferito a Bari”.

I giudici hanno ricordato che “tali elementi indussero il sospetto che alcuni funzionari Equitalia, tutti incaricati di pubblico servizio, avessero inteso favorire Consales”, di fatto violando la normativa antiriciclaggio. Per quale motivo? “Astrattamente si può ipotizzare che abbiano agito per cortesia e riguardo istituzionale nei confronti del sindaco oppure dietro la dazione o la promessa di qualche utilità da parte di Consales o ancora perché costretti o indotti da quest’ultimo”.

Secondo il pm, l’ex sindaco e Puzzovio “abusando dei poteri conferiti dalla legge costringevano con minaccia anche implicita i dipendenti”, compreso Leonardo Cofano. Le condotte concussive sono state contestate da luglio 2012 a giugno 2013, subendo – ha scritto il Tribunale “gli effetti delle modifiche apportate dalla legge”. Tutti i funzionari Equitalia sono stati ascoltati e citati come testimoni, da qui la valutazione sull’attendibilità delle dichiarazioni rese in udienza. Il pm ha “escluso che nelle condotte dei tre considerati destinatari degli abusi costrittivi posti in essere dai due imputati, potesse ravvisarsi il perseguimento di un vantaggio o di un interesse personale, immediato o futuro”.

Per il Tribunale, “all’esito della valutazione dell’intero compendio probatorio, si evidenza che la prova certa di tale abuso non è stata raggiunta, il che porta a escludere che la contestazione possa essere qualifica anche come estorsione aggravata dall’abuso di poteri”. Assoluzione, quindi, per entrambi gli imputati. Tenuto conto delle nuove disposizioni antiriciclaggio il collegio giudicante ha ordinato la trasmissione al pm “perché proceda a carico di Consales, Puzzovio, Cofano, Longo e Bartolotti per il reato di cui all’articolo 55 del decreto legislativo 231 del 2007” in materia di antiriciclaggio.

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