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Cronaca

Crollo nella scuola, revocata la costituzione di parte civile del Comune

Il Tribunale di Brindisi esclude l’Amministrazione di Ostuni nel processo sul distacco di un pezzo d’intonaco in una classe del Pessina: l’Ente figura come responsabile civile, sono imputati il dirigente dell’ufficio tecnico del Municipio e il direttore dei lavori

BRINDISI – Il Tribunale di Brindisi ha revocato la costituzione di parte civile del Comune di Ostuni nel processo sul crollo di una parte di intonaco in una classe della scuola elementare Pessina.

L’ordinanza con cui l’Amministrazione è stata esclusa, in questa veste, dal processo è arrivata nel corso dell’udienza di mercoledì 31 maggio, in accoglimento dell’eccezione sollevata in relazione al fatto che lo stesso Ente figura come responsabile civile per l’episodio avvenuto la mattina del 13 aprile 2015, durante le ore di scuola. A giudizio ci sono Salvatore Molentino, in qualità di direttore dei lavori (difeso dall’avvocato Francesco Sabatelli) e Roberto Melpignano, dirigente dell’ufficio tecnico dell’Amministrazione comunale della Città Bianca. Sono accusati di lesioni personali.

A chiedere i danni per le ferite riportate sono state una insegnante e due alunni, presenti nella classe, rappresentanti in giudizio dagli avvocati Alessandro Dello Russo e Michele Laforgia.  Solo per l’insegnante c’è stata quantificazione del risarcimento con richiesta pari a 50mila euro.

La Procura, nel frattempo, ha chiuso l’inchiesta bis sul crollo, per approfondire gli aspetti legati ai lavori di consolidamento e messa in sicurezza dell’edificio eseguiti fra il 2009 e il 2015, quando la scuola venne inaugurata. In sette rischiano di finire sotto processo. La richiesta di rinvio al giudizio del Tribunale riguarda i due già imputati nel processo madre, vale a dire al dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Ostuni, Roberto Melpignano, al direttore dei lavori, Salvatore Molentino e il responsabile del piano sicurezza, l’architetto Stefania Farina, più quattro imprenditori residenti a Oria, Ceglie Messapica, Ostuni e Grottaglie. Le accuse contestate sono, a vario titolo, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per aver frazionato artificiosamente gli incarichi professionali e di esecuzione di lavori.



 

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