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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Dal titolare del bar fatti dare duemila euro per il battesimo del bimbo”

Dalle intercettazioni del blitz Omega emergono anche richieste di denaro ai commercianti: “Si devono vestire, devono fare un casino di cose, diglielo di darsi una mossa”. Confiscati 54mila euro a Benito Clemente: “Si è fatto in sacco di soldi”

BRINDISI – Droga prima di tutto, ma anche richieste di denaro ad alcuni titolari di esercizi commerciali, in occasione di eventi particolari, come il battesimo di un bambino: “Duemila euro servono, si devono vestire e devono fare un sacco di cose, quindi che si dessero una mossa”.

Floriano ChirivìIl retroscena emerge nel colloquio ascoltato il 20 marzo 2103 e finito negli atti di indagine riuniti sotto la voce Omega che lunedì scorso hanno portato in carcere 58 brindisini con l’accusa di narcotraffico e affiliazioni alla Sacra Corona Unita. La conversazione è quella tra Floriano Chirivì e Benito Clemente, dei quali in diverse occasioni ha riferito il pentito Sandro Campana.

“Emergeva che Chirivì mandasse Clemente a farsi consegnare una somma di denaro dal titolare di un bar che già versava loro 500 euro al mese”, è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare. “Digli che ha detto Floriano di andare e dire che servono duemila euro che deve fare il battesimo, deve fare i regali, si deve vestire”.

Clemente è indicato dalla Dda di Lecce come persona “coinvolta a pieno titolo nell’associazione finalizzata al traffico di droga e operante a San Donaci”, ma in virtù “del prestigio criminale rivestito in seno alla Sacra Corona Unita partecipa anche come fornitore di stupefacente al gruppo operante a Cellino San Marco e facente capo ai fratelli Carlo e Pietro Sollazzo. Parlando di Clemente, altri indagati intercettati lo definiscono come uno che ha un “sacco di soldi, soldi mai visti, 50, 60mila euro in contanti. Una volta aveva mazzette tutte di cento euro”.

L’affermazione è stata riscontrata con il sequestro del 4 febbraio 2015 fatto dai carabinieri della stazione di San Donaci, quando furono scoperti 54mila euro, poi oggetto di confisca per effetto del decreto del 15 giugno del Tribunale di Brindisi. In quella occasione venne applicata a Clemente la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di cinque anni.

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