“Centrale Enel, danni ai brindisini per almeno 30milioni di euro”
Il risarcimento chiesto dall’avvocato Daniela Faggiano per il Comune nel processo sulla dispersione del carbone: “Secondo uno studio del Cnr, dal 2005, 40 decessi l’anno per malattie”. Ricordata anche la procedura di infrazione europea. Il pm chiede tre anni per 13 imputati, dirigenti del sito. Prescrizione per due
BRINDISI – “Non solo dispersione di polvere di carbone, insudiciamenti ed imbrattamenti reiterati nel tempo ai terreni e alle colture e soprattutto non semplici molestie alle persone, ma morte per quel particolato respirato ogni giorno: dal 2005, sono stati registrati 40 decessi l’anno per malattie, soprattutto ai polmoni, riconducibili al funzionamento della centrale Enel di Cerano, motivo per il quale il Comune di Brindisi oggi chiede il risarcimento dei danni patiti per almeno 30 milioni di euro”.
I numeri dei decessi che hanno segnato decine e decine di famiglie e il conto approssimativo riferito alle conseguenze patite dalla comunità sono stati presentata nel primo pomeriggio di oggi dall’avvocato Daniela Faggiano, in nome e per conto dell’Amministrazione comunale del capoluogo che ospita il sito della società Enel spa. La penalista ha riferito i risultati di uno studio condotto dai ricercatoti del Cnr di Lecce in collaborazione con il centro di Bologna e ha anche ricordato che l’Unione europea lo scorso febbraio 2015 ha avviato una procedura di infrazione in relazione ai danni alla salute legati al particolato di tipo primario e secondario, quest’ultimo trattenuto nei polmoni.
L’avvocato Faggiano ha preso la parola di fronte al Tribunale in composizione monocratica, giudice Francesco Cacucci (nella foto), subito dopo la requisitoria del pubblico ministero Giuseppe De Nozza, nel processo scaturito dall’inchiesta nata da un esposto presentato in Procura nell’estate del 2008, da un gruppo di agricoltori titolari di appezzamenti di terra in località Cerano che chiesero aiuto agli avvocati Giovanni Brigante e Vincenzo Farina. Da allora sono passati anni per arrivare al dibattimento incardinato nel dicembre 2012, sino a oggi, giornata della discussione delle parti.
Il pm ha ribadito l’impostazione iniziale e ha chiesto la condanna di 13 imputati sui 15 finiti a giudizio, alla pena di tre anni di reclusione, senza riconoscimento delle attenuanti generiche, di fronte alla ripetizione delle condotte contestate. La richiesta è stata avanzata nei confronti di: Lorenzo Laricchia, Responsabile dell'Unità Movimentazione Combustibili dell'Unità di Business di Brindisi di Enel Produzione S.p.a dal febbraio 2005 sino ad oggi; Giuseppe Varallo, responsabile della stessa unità dal 2002; Diego Baio, Responsabile dell'Unità organizzativa denominata Esercizio Ambiente e Sicurezza da agosto 2001; Calogero Sanfilippo, Responsabile sino ad oggi, in seno ad Enel della produzione termoelettrica con l'impiego di carbone; Antonino Ascione, Responsabile dell'Unità di Business di Brindisi dal 10 settembre 2007 sino a oggi; Vincenzo Putignano, Responsabile dell'impianto termoelettrico dell'Unità di Business di Brindisi dal gennaio 2000 sino al 9 aprile del 2009.
Stessa richiesta di pena, quindi tre anni di reclusione, per: Giammarco Piacente, Responsabile dell'Unità. organizzativa denominata Esercizio Ambiente e Sicurezza dell'Unità di Business di Brindisi dal 3 luglio 2009 sino al 25 giugno 2010; Fabio De Filippo, Responsabile dell'Unità organizzativa denominata Esercizio Ambiente e Sicurezza dell'Unità di Business di Brindisi dal 26 giugno 2010 sino al 30 novembre 2011; Massimo Distante, Preposto all'Esercizio Area Interna dell'Unità Movimentazione Combustibili dell'Unità di Business di Brindisi dal gennaio 2001; Giovanni Madia, Preposto all'Esercizio Area Esterna dell'Unità Movimentazione Combustibili dell'Unità di Brindisi dal 18 ottobre 2006 sino al 31 dicembre 2009; Fausto Bassi, Responsabile dell'impianto termoelettrico dell'Unità.di Brindisi dal 9 aprile del 2009 sino ad oggi nonché nella funzione di Responsabile dell'Unità organizzativa denominata Esercizio Ambiente e Sicurezza dell’Unita di Brindisi dal 2 giugno 2009 sino al 2 luglio 2009.
Tre anni sono stati chiesti dal pm anche per: Luca Screti, nella qualità di rappresentante legale della Nubile, società incaricata della pulizia del nastro trasportatore e delle aree a servizio dello stesso, e Aldo Cannone, amministratore unico della CannoneTeodoro, incaricata di svolgere servizio di sistemazione del carbone presente nel parco dell’Unità di Business termoelettrica Brindisi.
Il pm, invece, ha chiesto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Sandro Valery di Responsabile dell'Area di Business Produzione termoelettrica di Enel sino al 12 maggio 2008, e di Luciano Mirko Pistillo, Responsabile dell'Unità di Business di Brindisi di Enel sino al 9 settembre del 2007. In entrambi i casi, secondo il rappresentante della pubblica accusa, a fare la differenza è stato il tempo. Anche perché il capo di imputazione è stato esteso, nel corso del processo, dal 2009 sino al 2013.
La Procura contesta “azioni che hanno portato a scaricare trasportato (avvalendosi di un nastro trasportatore articolato su più torri di snodo) e stoccato milioni di tonnellate di carbone una superficie a cielo aperto di 125mila metri quadrati circa – superficie capace di ricevere contemporaneamente sino 750mila tonnellate di carbone”. Contesta anche “omissioni di accorgimenti tecnici idonei a scongiurare la ripetuta diffusione, oltre il recinto aziendale, di polvere di carbone o, comunque, a contenere tale diffusione al di sotto della soglia della normale tollerabilità – quali, a mero titolo esemplificativo, la copertura del parco carbone, la stabile chiusura del nastro di trasporto del carbone e delle relative torri di scarico e ripresa”.
Parti civili nel processo oltre al Comune di Brindisi, sono la Provincia di Brindisi con l’avvocato Rosario Almiento che nell’istanza depositata aveva quantificato i danni in 500 milioni di euro e le associazioni Greenpeace, Salute pubblica, Legambiente, Medicina democratica, No al Carbone, oltre ai numerosi proprietari dei terreni vicini alla centrale. Responsabili civili sono Enel Produzione e le ditte Cannone e Nubile di Brindisi.