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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Brindisi Multiservizi condannata ad assumere ex vigilantes di Autigno

Il giudice del lavoro ha accolto il ricorso presentato da dieci brindisini: avevano lavorato per la società Ipi dal 2010 al 18 dicembre 2016 svolgendo i servizi di portierato e custodia della discarica e dell'impianto di Cdr, poi affidati dal Comune alla partecipata

BRINDISI – La società Brindisi Multiservizi è stata condannata dal Tribunale ad assumere i dieci brindisini che hanno svolto i servizi di custodia e portierato della discarica di Autigno e dell’impianto di Cdr, entrambi siti di proprietà del Comune. Il giudice del lavoro si è pronunciato con ordinanza lo scorso 5 luglio, riconoscendo le ragioni evidenziate nell’istanza presentata dagli avvocati che chiedevano l’assunzione immediata con passaggio diretto senza periodo di prova, dei lavoratori Patrizio Truppi, Vittorio Narducci, Marco Campicelli, Andrea Iaia, Fabio Micaletto, Alessandro Barranco, Cosimo De Tommasi, Cosimo Corlianò, Marcello Campicelli ed Amedeo Neglia.

Sostengono tutti di “aver lavorato alle dipendenze della società Ipi investigazioni Srl dal 2010 sino al 18 dicembre 2015 occupandosi dei servizi di portierato e di custodia” sia presso la discarica di Autigno che l’impianto di Cdr che si trova sulla strada per Pandi, zona industriale di Brindisi, entrambi di proprietà del Comune. Avrebbero lavorato in “ in regime di subappalto concesso da Nubile”, il cui contratto con l’Amministrazione è stato risolto per gravi inadempienze il 9 novembre 2015.

L’amministrazione “al fine di garantire la continuità dei servizi lo affidata direttamente e in via temporanea alla Ipi di Brindisi che lo eseguiva con le stesse unità di personale impiegate presso le sedi”. Cosa è successo dopo? “A far data dall’8 aprile scorso, la Multiservizi, società partecipata del Comune, subentrava nell’affidamento del servizio senza operare il passaggio diretto dei lavoratori alle dipendenze della stessa”.

Almeno questo è quanto sostengono i legali dei dieci, secondo i quali sarebbe stata “violata la normativa pattizia di categoria e per questo motivo il comportamento dell’azienda sarebbe illegittimo e lesivo dei loro diritti”. A giudizio degli avvocati interni di Palazzo di città il ricorso è infondato, motivo per il quale il Comune intende proporre reclamo contro l’ordinanza del Tribunale.
 

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