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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Rifiuti, il Comune pensa di chiamare Amiu e scrive alla Procura

Ipotesi di affidamento diretto: necessaria l'acquisizione di una minima quantità di azioni alla società barese del valore di 400mila euro oppure la cessione di immobili. Il vice sindaco: "Ecologica ha dato pessima prova di sé, danni anche d'immagine"

BRINDISI – Il Comune di Brindisi torna sulla strada barese che porta all’Amiu ipotizzando l’affidamento diretto della gestione dei rifiuti dopo aver messo alla porta all’Ecologica a cui intende chiedere danni anche di immagine. Ma per consegnare alla municipalizzata la raccolta, deve acquisire una parte – anche minima - di azioni dell’Amiu, del valore non inferiore a 400mila euro.

Angela Carluccio e Francesco Silvestre-2Sembra che l’unica via per uscire dal labirinto dei rifiuti, in cui l’Amministrazione è finita per effetto di decisioni politiche del passato che resta attuale, sia costituita dall’Amiu, la stessa società ritenuta ancora di salvezza dal commissario dell’Oga, ma fermata dai giudici amministrativi su ricorso dei legali della srl Ecologica a cui ha fatto seguito il dietrofront della stessa municipalizzata di fronte al sequestro degli impianti di proprietà del Comune, discarica di Autigno e Cdr, nell’ambito di due inchieste della Procura.

Ed è alla Procura di Brindisi che il vice sindaco Francesco Silvestre, titolare della delega all’Ecologia e quindi responsabile politico dei rifiuti, ha deciso di scrivere per descrivere l’attuale fotografia della gestione, con annesso scenario futuro. Ma missiva è stata spedita il 22 novembre scorso al procuratore capo Marco Dinapoli, all’indomani dell’incontro avuto con il presidente dell’Amiu.

Si apprende, infatti, del colloquio avvenuto il 21 novembre tra la sindaca Angela Carluccio, l’assessore agli Affari generali Vito Carella, il dirigente del settore Ecologia Gaetano Padula, il vice sindaco e l’avvocato Gianfranco Grandagliano, commissario della neo istituita agenzia regionale dei rifiuti, nella sede dell’Amiu, a Modugno.

Grandagliano, stando a quanto sostiene Silvestre, “era già a conoscenza della situazione di gravissima crisi igienico-sanitaria e ambientale esistente a Brindisi” e avrebbe “dichiarato la più ampia disponibilità a intervenire in soccorso della comunità brindisina, previo adeguato approfondimento delle numerose tematiche nelle sedi tecniche”. In questa occasione, il Comune ha “sfiorato con Grandagliano, la possibilità di un affidamento diretto all’Amiu del servizio di raccolta e smaltimento” e l’avvocato “pur non escludendo, ha segnalato la necessità di un disegno ad ampio raggio e un ciclo integrato dei rifiuti che preveda anche il recupero e la gestione sia di Autigno che dell’impianto di compostaggio”.

Quanto ai costi per il ripristino, “sarebbero ristorati dalle attività di smaltimento e di lavorazione dei rifiuti”, quanto invece all’affidamento diretto, condictio sine qua non è “l’acquisizione di una sia pur minima quantità di azioni della società barese”. Ma il punto è che il Comune non “dispone di fondi”, non ha la disponibilità di 400mila euro, somma minima necessaria all’operazione che porterebbe l’Ente a diventare socio dell’Amiu. La difficoltà, secondo Grandagliano, potrebbe essere superata mediante “cessione di immobili strumentali e funzionali al servizio, previa valutazione da parte dell’Agenzia del territorio”.

Le parti dovrebbero incontrarsi prima della fine del mese, di certo c’è che il Comune ha rotto con Ecologica e non intende più proseguire nel rapporto: “Ha dato pessima prova di sé, anche nella recente emergenza, nonostante gli sforzi e i continui e pressanti interventi dell’Amministrazione”, ha scritto il vice sindaco di Brindisi. Per questo, Silvestre ha dato incarico al capo dell’ufficio legale, Francesco Trane, per “un’azione giudiziaria tesa a conseguire l’affermazione della legittimità e della liceità dell’operato dell’Amministrazione nell’irrogazione delle sanzioni per il mancato raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata e per ulteriori gravissimi inadempimenti, nonché per ottenere il ristoro dei danni subiti, anche all’immagine del Comune”.

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